FOOD/ ENOGASTRONOMIA CALABRESE I PIATTI DA NON PERDERE IN UN TOUR SENSORIALE TRA VECCHI SAPORI E AROMI DA RISCOPRIRE

UN TOUR SENSORIALE IN CALABRIA TRA SPIAGGE DA SOGNO E ANTICHI MESTIERI COME L’ARTE DELLA COLTIVAZIONE DEL BACO DA SETA E LA TESSITURA AL TELAIO TRA VECCHI SAPORI E NUOVE SUGGESTIONI IN UN PERCORSO DEL GUSTO CHE PRIVILEGIA I PIATTI DELLA TRADIZIONE

Proviamo a raccontare le pietanze da assaggiare assolutamente se si decide di trascorrere qualche giorno nella terra dei due mari

(sant’andrea jonio, ph simonetta ramogida)

Se pensate ad una vacanza in Calabria che vi faccia scoprire le bellezze naturali, culturali e gastronomiche di questa terra, la Riviera e Borghi degli Angeli è la destinazione da preferire. Una delle aree più suggestive che si estende sulla costa orientale del Basso Ionio calabrese, tra le provincie di Catanzaro e Reggio Calabria, verso la fine del Golfo di Squillace guardando verso Stilo e Reggio Calabria.

In questi luoghi è possibile vivere un’esperienza slow un’esperienza slow a contatto con la natura, la storia e la spiritualità con le tracce lasciate dai Bizantini e le chiesette rupestri, fino alle tradizioni locali, in un territorio ricco di fascino e di sorprese.

La Riviera e Borghi degli Angeli fa parte della Costa degli Aranci e offre un mare cristallino, con spiagge di sabbia bianca e finissima, ideali per il relax e il divertimento. Si può scegliere tra le località balneari di Badolato Marina, Isca sullo Ionio, Sant’Andrea Apostolo dello Ionio soprattutto con la sua spiaggia ancora selavaggia al Vallone di Bruno, un paradiso dalla sabbia bianca emare cristallino, fino a  Soverato, la Baia dell’Ippocampo, la perla dello Jonio, premiato con la Bandiera Blu per la qualità delle acque e dei servizi. Se si vuole approfondire la storia e le tradizioni di questi luoghi, alcuni veramente magici e densi di spiritualità si possono visitare i borghi medievali che si affacciano sul mare o che si arrampicano sulle colline. Tra questi, spiccano Badolato Superiore, Isca Superiore, Sant’Andrea Superiore e Soverato Superiore, che conservano intatto il loro fascino antico, con le case in pietra, le chiese, i castelli e i panorami mozzafiato. In questi borghi potrete anche scoprire le tradizioni artigianali locali, come la lavorazione della seta a San Floro o della ceramica a Squillace. ma c’è molto di più. A Sant’Andrea Jonio, è presente una chiesetta rupestre, tstimonianza del passato bizantino di questi luoghi, a Squillace, l’antica Scolacium conserva intatto il fascino della storia antica che nei secoli ha caratterizzato questo luoghi con il passaggio dei Greci, dei Normanni, il Castello Svevo ne è testimonianza, fino a noi. Il borgo di Badolato è forse il borgo più interessante dell’area, assunto alla cronaca nazionale quando negli anni ottanta si parlo’ di un paese in vendita. ma il fascino delle case arroccate una sull’altra in collina non ha eguali tra i paesi interessati dallo spopolamento. La resistenza di chi ha comunque deciso di vivere qui ha fatto si che nel tempo il borgo si rivitalizzasse attraverso esperienze di ospitalità di profughi curdi, e successivamente divenendo il buen retiro di artisti intellettuali e sceneggiatori.

La Riviera e Borghi degli Angeli offre anche la possibilità di praticare sport all’aria aperta, in mezzo alla natura. Si possono fare escursioni a piedi o in bicicletta lungo i sentieri che attraversano il Parco Regionale delle Serre. Una visita a Serra San Bruno e alla Certosa è d’obbligo per onorare la spiritualità di questi luoghi. Fondata da San Brunone, nel medioevo, ogni anno accoglie nel suo Museo migliaia di visitatori.

 

Infine, non si può lasciare la Riviera e i  Borghi degli Angeli senza aver assaggiato i sapori della gastronomia calabrese, famosa per la sua varietà e qualità. Si possono gustare i  piatti a base di pesce fresco, come il baccalà alla badolatese o il pesce spada alla ghiotta, o piatti tipici della cucina contadina, come la pasta con le sarde o i maccheroni al ferro, o scilatelle, o fileja, fatte con il sugo di capra, e più di recente con il pomodoro fresco e basilico, con le cozze, o con i frutti di mare. Ci si può deliziare anche con i formaggi locali, come il pecorino crotonese o il caciocavallo silano, o con i salumi del liogo per finire con i dolci tradizionali, come i mostaccioli.Famoso nel catanzarese “u morseddu”, altro non è che la trippa cucinata con il pomodoro che serve a farcire un panino. Antesignano dello street food, rappresenta una goduria cui non si può rinunciare.

 

 

 

ANZITUTTO UN TAGLIERE DI SALUMI E FORMAGGI DEL TERRITORIO CHE ARRIVANO DA OGNI PROVINCIA CON SAPORI E GUSTI CHE CAMBIANO DI ZONA IN ZONA.

TAGLIERE DI SALUMI E FORMAGGI

Qui si apre l’impero della tradizione gastronomica calabrese, perchè venire in Calabria vuol dire concedersi un bel tagliere misto di salumi di suino, dalla salsiccia stagionata piccante, la soppressata tagliata spessa, al capicollo. Ma per iniziare una bruschetta con la ‘nduja, che deve essere quella originale di Spilinga in Provincia di Vibo Valenzia da accompagnare magari con un bel vino Cirò.

I formaggi sono un punto di forza, dal caciocavallo silano DOP, al pecorino crotonese fresco, stagionato e semi stagionato, formaggi primo sale e anche le mozzarelle realizzate dai tanti caseifici artigianali del territorio, ma c’è un “must”: i butirri o burrini, sono una specie di caciottine più lunghe che rotonde con all’interno dal burro squisito. Provare per credere.Inoltre i formaggi vengono spesso aromatizzati al peperoncino o con le bucce degli agrumi di Calabria, come bergamotto, arancia o limone.

LA PITTA RIPIENA

Non è una pizza, neanche un comune pane ma bensì ina specie di ciambella di pane schiacciata con poca mollica, grande quanto una pagnotta, con il buco, croccante fuori e morbida all’interno. La si può trovare nei forni a volte anche profumata con semi di finocchietto selvatico oppure con fiori di sambuco. Ogni zona della Calabria ha una “pitta” caratteristica, nella zona reggina grecanica si chiama lestopitta, è priva di lievito, mentre la “pitta china”, cioè piena, diventa una sorta di “pizza rustica”cotta con la farcitura all’interno.

Ma la pitta si può anche mangiare stile panino, magari con un filo di olio, pomodoro, aglio “stricatu”, cioè strofinato, e origano, oppure più sostanziosa con pip’e patate, ovvero peperoni e patate che ovviamente vengono fritti. Buona anche con la soppressata. E anche se non fa parte della tradizione, gustosissima con la mortadella…

LA PESCA MERENDELLA

La pesca è uno dei frutti più dolci e rinfrescanti dell’estate. Sebbene in molti credano il contrario, non è un frutto autoctono della nostra Penisola, bensì fu importata, in epoca antichissima, da Alessandro Magno che ne apprezzò le caratteristiche grazie a cinesi e persiani. In Italia ha trovato il suo habitat ideale al punto da diventare una delle principali coltivazioni in alcune zone, principalmente del sud. In particolare c’è una varietà detta Merendella che cresce principalmente in Calabria. La pesca Merendella presenta una tipica colorazione della buccia bianca e verde, con polpa soda e aderente al nocciolo.Questo frutto è ancora poco conosciuto anche in Calabria. La pesca Merendella, infatti, è coltivata quasi esclusivamente nella fascia ionica del Catanzarese. E’ famosa per il suo gusto paradisiaco, di una dolcezza tale da non essere paragonabile a nessun frutto simile a questo. La pesca merendella è ottima da mangiare così com’è, anche con la buccia, ma se volete esaltarne ulteriormente il sapore, potrete immergerle in un fresco vino bianco per creare una sorta di sangria, oppure preparare delle marmellate o degli sciroppi. C’è chi le usa anche come ingrediente per un’insalata. Anche l’Università di Reggio Calabria si è, ultimamente, interessata alla pesca Merendella e, dopo un accurato studio, sono state individuate tre diverse qualità.

 

QUANDO SI HA UN PO’ DI SETE PUO’ VENIRE IN SOCCORSO LA GASSOSA AL CAFFE’, UNA BEVANDA CHE HA RADICI IN CALABRIA LA CUI INVENZIONE RISALE AI PRIMI DEL ‘900

GASSOSA LA CAFFE’

In Italia ancora non tutti la conoscono, quindi diventa una grande sorpresa per stranieri e turisti quando viene loro propostoqualcosa “di tipico”. Ma chi ha inventato per prima la bibita al caffè? Le aziende di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria si contendono il primato, ma poco importa, tutto si basa sul gusto personale che somiglia un po’ alla Brasilena.

 

 

FRESA CUNZATA

Niente di più semplice e tradizionale,il piatto contadino per eccellenza proprio perché preparato con pochi ingredienti e poveri.La fresa cunzata è un piatto freddo, veloce e pratico, che nasce dalla realizzazione della fresa all’interno dei panifici calabresi. Praticamente priva di lievito e con una lavorazione diversa dal pane, in cottura diventa secca e croccante. Infatti prima di essere “farcita” sopra, la fresa viene bagnata con l’acqua e normalmente farcita con pomodori tagliati a cubetti, olio extravergine d’oliva, basilico e sale. Questa è la ricetta classica, ma esistono le varianti. Una delle varianti amate in Calabria è la fresa cunzata, con l’aggiunta di alici fresche, oppure con pezzetti di caciocavallo silano Dop.

MELANZANE RIPIENE

Viva le melanzane ripiene, un piatto sostanzioso, spesso rivisitato usando zucchine o peperoni. Le melanzane vengono tagliate a metà, svuotate dalla polpa che verrà impastata con carne tritata, pangrattato, formaggio pecorino e uovo. Quindi l’impasto verrà inserito all’interno delle melanzane ed in superfice aggiunta la passata di pomodoro e pezzi di caciocavallo silano. Invece della passata di pomodoro è preferibile prepare il sugo, una variante suggerisce di prepararle con la sola melanzane e pane raffermo bagnato senza utilizzare la carne. Sono piu’ digeribili e forse anche più buone. La differenza con quelle napoletane è che non si cono le uova sode, neppure la soppressata… Una bontà indescrivibile.

SCILATELLE AL SAPORE DI MARE

Il piatto tradizionale che più di ogni altro identifica la regione. In principio era il condimento di spezzatino di carne bovina a fare da re per condire questo gustosissimo piatto calabrese, una pasta con solo acqua e farina, antico, dal sapore delicato. Anche chiamata fileja, questa pasta si fa a mano con un ferreto, tipo quelli che si usano per fare le calze. Successivamente si è provato a condirle con il pomodoro e basilico, e poi con i frutti di mare. Buonissime anche solo con le cosse, anzo no… da leccarsi i baffi.

STOCCAFISSO ALLA MAMMOLESE

E’ UN PIATTO CARATTERISTICO CHE PORTA A MAMMOLA OGNI ANNO TURISTI GOURMET APPASSIONATI DEI TOUR ENOGASTRONOMICI PER ASSOPARARE UN PIATTO CHE CERTAMENTE IDENTIFICA UNA ZONA PRECISA DELLA CALABRIA CHE HA ESPORTATO LA RICETTA IN TUTTO IL MONDO: ECCOLA

INGREDIENTI:
1kg stocco di Mammola spugnato a pezzi, 
1kg di patate,
1kg pelati o salsa di pomodoro,
cipolla rossa di Tropea
4 peperoni essiccati,( a scelta)
olive in salamoia,
olio d’oliva extra vergine,
sale fino,
un pizzico di peperoncino macinato a scelta
PREPARAZIONE:
In un tegame di terracotta, quelle calabresi sono più propriamente delle “tiane”, soffriggere nell’olio la cipolla affettata, se di gusto un pizzico di peperoncino, mettere poi anche i pelati o la salsa e cuocere a fuoco lento per circa 5 minuti, salare e aggiungere le patate a spicchi e dopo pochi minuti lo stocco a pezzi, lasciare cuocere a fuoco lentissimo, per circa 20 minuti, dopo aggiungere le olive e i peperoni e mescolare con molta attenzione, agitando l’intero tegame, spegnere il fuoco e dopo aver fatto riposare per qualche minuto servire. Impiattare et Voilà… Lo stocco alla mammolese è pronto….

 

IL TARTUFO DI PIZZO

QUI SIAMO ALL’ECCELLENZA CALABRESE ESPORTATA ANCHE IN AMERICA

Il gelato nato a Pizzo Calabro, un dolce artigianale nato per caso quasi 100 anni fa. Il Tartufo di Pizzo vanta il marchio IGP. Ma chi è stato il primo a crearlo lo lasciamo alla storia, perché sono davvero tantissime le voci e le narrazioni in proposito. Ma ogni gelateria, laboratorio, lo realizza a modo proprio, mettendoci il tocco personale che lo rende speciale. Una sfera di gelato con un buco al centro, farcito nel cuore con cioccolato fondente fuso e ricoperto da altro gelato, completando la sfera. Le basse temperature penseranno a renderlo ermetico.Esistono davvero moltissime varianti del Tartufo di Pizzo, ad esempio al pistacchio, al cioccolato bianco, alla liquirizia, se ne trovano davvero di tutti i gusti e vale la pena provarli tutti. Il tartufo di Pizza sta alla cassata siciliana come la Calabria sta alla Sicilia…

I MOSTACCIOLI DI SORIANO

In provincia di Vibo Valentia, esattamente a Soriano Calabro nascono i mostaccioli, un dolce davvero semplice, genuino e ricco di tradizioni, fatto col miele e dalle forme mistiche che riportano a santi ed ex-voto, a figure mitologiche e animali sacri. Spesso associato alle tradizioni natalizie, ma ormai sono disponibili tutto l’anno, proprio perché è un dolce anche genuino e si trova sia sottoforma di biscotto morbido, oppure più duro a forma di animali. La origini di questo dolce arrivano dall’antica Grecia, quando Teocrito cita i “mustacea” negli Idilli. Impasto di farina, mosto di vino e miele, niente di più semplice. Le forme più comuni realizzate sono il gallo, il pesce, il cavallo, la donna, l’uomo, la palma e vengono decorati a fine cottura con dei piccoli ritagli di carta stagnola colorata, per dare maggior dettaglio al disegno finale.

 

CIPOLLA DI TROPEA IN AGRODOLCE

 

Parlare di Calabria vuol dire anche parlare dellaCipolla Rossa di Tropea IGP che si presta davvero a molti piatti della tradizione.Mangiarla in agrodolce permette di poterla abbinare sia negli antipasti che ai secondi piatti, di pesce e di carne. Preparazione non semplice, bisogna fare vari tentativi, e non esiste la ricetta perfetta, perché ognuno la prepara trovando il giusto equilibrio tra acidità e dolcezza. Gli ingredienti sono cipolla, zucchero e aceto, il tutto cotto sul fuoco fino al raggiungimento di una consistenza morbida e cremosa. Un gusto abbinato ai formaggi e ai piatti di arrosto di carne, puo’ essere cotta fino a farne una vera e propria muosse, si trova facilmente anche confezionata in vendita nei supermercati di zona.

LA STRONCATURA

Originaria della provincia di Reggio Calabria, la stroncatura rappresenta la cultura povera contadina, realizzata con prodotti di recupero, con gli scarti delle crusche della molitura. Sembrano delle fettuccine con crusca, farina di carrube, segale e acqua e farcita, da tradizione, con un sugo semplice da preparare: aglio, olio, peperoncino, olive, sarde, pomodori secchi, mollica di pane tostata in uscita. e’ forse il piatto che caratterizza meglio la cucina calabrese e la tradizione contadina. Un piatto eccellente che si trova solo nei migliori ristoranti e oggi, finalmente, anche nei supermercati locali. Un consiglio, se la trovate, fatene una scorta…

 

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