Ad aziende come Tenuta del Travale, Antonella Lombardo, Barone Macrì o Benvenuto, che già si son ben distinte, si sono aggiunte cantine come Masicei, Brancati e Origini & Identità, capaci sin dall’esordio di proporre vini in grado di concorrere per i nostri Tre Bicchieri.
Fortunatamente non mancano novità di rilievo anche nelle altre zone della regione, a partire da Cirò, dove quest’anno si sono concentrati tutti i Tre Bicchieri assegnati alla Calabria, ovvero il Cirò Riserva ’17 di ‘a Vita, il Cirò Riserva ’20 Duca Sanfelice di Librandi, il Pecorello ’21 di Ippolito 1845 e il Grisara ’21 di Roberto Ceraudo. Cantine come Vumbaca, Borgo Saverona, De Mare, Cerminara e Vulcano tanto per citarne alcune, in pochi anni sono riuscite a porsi come valida alternativa di nicchia a storici e grandi produttori come Librandi e Ippolito, grazie a una gamma di vini di grande qualità e originalità.
Paradossalmente invece non crescono le tantissime cantine nate negli ultimi anni nel cosentino, anzi per qualcuna di queste non possiamo che a malincuore registrare una certa flessione: in questi anni di vorticoso progresso è comunque mancato un vino capace di conquistare il gradino più alto del nostro podio. Aumentano le aziende, e con esse il numero dei campioni che la nostra commissione regionale si trova a valutare; questo ci costringe a operare delle dolorose selezioni. Parliamo di aziende come Acroneo, ad esempio, ma anche Le Moire, Malaspina, Pacelli, Zito o Santoro.
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