WINE/ RESTA IN CALABRA PER RILANCIARE IL VITIGNO AUTOCTONO “CASTIGLIONE” INTRODOTTO DAI GRECI E ORA IN VIA DI ESTINZIONE

Rilanciare il vitigno autocnono “Castiglione”, introdotto dai greci e ora in via di estinzione. In Calabria, un giovane visionario, archeologo del vino decide di inseguire il suo sogno e spiega che il territorio è ricco di possibilità ma bisogna avere un progetto. Un sogno, appunto. Si chiama Gabriele Bafaro il ragazzo che non ha potuto resistere al richiamo della sua terra.

Castiglione è una varietà autoctona esclusiva della Calabria. Una novità “antica” che riguarda il mondo del vino. Bafaro è un giovane archeologo di Acri, un piccolo paesino silano, in provincia di Cosenza. Lui è un appassionato del vino, uno studioso che è anche un viticoltore. Ora, il 16 febbraio a Roseto Capo Spulico, un luogo conosciuto soprattutto per il suo castello sul mare, si terrà un convegno sulla “riscoperta” dei vitigni calabresi autocnoni, ed in particolra s il Castiglione, dal titolo “Vino è Agri…Cultura”, sponsorizzato dalle Città del Vino, dal comune di Roseto capo Spulico e dall’Associazione Borghi Autentici d’Italia.

Uno di quei ragazzi che dopo gli studi ha decisodi restare in Calabria ed ha dato avvio alla realizzazione di un progetto. Avrebbe potuto andare via come tanti altri giovani ma i richiamo della terra è stato più forte. Quelle del Castiglione sono caratteristiche che non possono essere paragonate a nessun altro vitigno autoctono calabrese. I vini possono vantare una grande complessità nei profumi che resistono nel  tempo e vengono addirittura esaltati, si tratta di vini che possono competere con i grandi vitigni internazionali. Si tratta di un vitigno, che fa parte del patrimonio della biodiversità calabrese e che presenta grandi potenzialità.

 

 

Non si conoscono le origini esatte del Castiglione, si ipotizza si sia diffuso a partire dal Medioevo. In calabria si attestano soltanto 12 ettari di terroir coltivati con il vitigno Castiglione, un patrimonio a rischio estinzione, se si pensa che in tutto il mondo sono appena 136 gli ettari vitati con questo antichissimo vitigno. Il vitigno Castiglione ha grandi potenzialità che con questo nuovo progetto si vuole riportare ai fasti di un tempo, dando al pubblico la possibilità di riscoprire questo antico tesoro enologico di importanza mondiale. Lo scopo è quello di preservarlo e sperimentare varie tecniche di vinificazione ed affinamento. L’intento è quello di tramandare questo tesoro alle generazioni future, abbiamo anche pensato di sperimentare la coltivazione del Castiglione in altura per studiare gli adattamenti della pianta in differenti altimetrie. Il Castiglione è conosciuto anche come Cannella, Zagarolese e Zucchero, un vitigno rotondo, di grande armonia.

La vite è stata presumibilmente introdotta dai Greci, nell’VIII-VII secolo a.C. Dopo il crollo di Roma fu solo nel Medioevo che riprese la produzione di vini e probabilmente si data a quell’epoca la caratterizzazione del Castiglione come vitigno.

Si conosce veramente poco della storia di questo misterioso vitigno, tuttavia, non possiamo escludere che Roseto nel Medioevo importante centro templare con Il castello espugnato da Federico II di Svevia e la sua posizione nevralgica abbiano favorito anche la produzione del Castiglione. Ma queste sono solo delle ipotesi.

 

 

 

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