WINE/ STEFANO BILLI RACCONTA I SUOI VINI FORNACELLE A BOLGHERI 2 KM DAL MARE E I RESTI DI UN’ANTICA FORNACE IN CANTINA

 

La regione vitivinicola di Bolgheri, attualmente è una delle più rinomate della Toscana. La zona specifica di Bolgheri, dove nasce l’azienda Fornacelle prende il nome proprio dalla presenza di numerose ed antiche fornaci, i cui resti si trovano ancora sotto la cantina aziendale. Siamo in una zona marina, con rilievi di modesta altezza a circa 2 km dal mare. Il tipo di terreno è eterogeneo, varia anche a minime distanze. Si presenta sassoso e calcareo, di medio impasto con presenza di ciottoli, ma anche franco sabbioso. Questa varietà di composizione conferisce ai vini una notevole complessità, e li rende intensi, di grande carattere e ricchi di variegate sfumature. A Bolgheri c’è una realtà di 85 imbottigliatori-produttori. Il Consorzio di tutela della denominazione ne raggruppa una sessantina. Ma i vini Bolgheri nel tempo si collocano sempre più al top della produzione nostrana perchè la particolarità delle territorio regala ai vini una notevole complessità, e li rende intensi, di grande carattere e ricchi di sfumature.

 

 

 

In questa zona la vocazione enologica affonda le sue radici nell’antichità, già gli etruschi producevano vino in queste aree.

L’esplosione di notorietà, però si è avuta negli ultimi 50 anni grazie ad un’intuizione del marchese Incisa della Rocchetta Tanaro (Sassicaia) e del suo enologo Giacomo Tachis, che dettero il via alla rivoluzione ampelografica bolgherese, sostituendo la coltivazione di Sangiovese,  il vitigno più diffuso in Toscana, con le varietà tipiche della zona di Bordeaux  (Cabernet e Merlot).

Il terroir gode di un clima particolare, per la maggior parte dell’anno mite, grazie all’efficace protezione di una catena di colline che corre parallela al mare verso nord/est,   e grazie all’influenza del mare, che con le sue brezze estive, impedisce un eccessivo innalzamento termico, oltre che portare una preziosa salinità, che rende il vino molto particolare.

 

 

Anche l’escursione termica, tra giorno e notte è ideale e contribuisce a rendere una maggiore intensità aromatica.

Siamo in una zona marina, con rilievi di modesta altezza. Il tipo di terreno è eterogeneo, varia anche a minime distanze. Si presenta sassoso e calcareo, di medio impasto con presenza di ciottoli, ma anche franco sabbioso. Questa varietà di composizione conferisce ai vini una notevole complessità, e li rende intensi, di grande carattere e ricchi di variegate sfumature.

 

 

Fino dalla fine del 1800 il bisnonno di Stefano Billi, Giulio Batistoni, mezzadro dei conti Della Gherardesca, lavorava i vigneti di Zizzolo e Guarda Boschi, nella zona bolgherese. Nel 1945, grazie alla prima riforma agraria a Giulio venne data la possibilità di riscattare il Vigneto di Zizzolo e divenirne il proprietario, erano 1,6 ettari. Giulio, agricoltore da sempre, voleva fortemente avere finalmente della terra tutta sua da poter coltivare e quando fu il momento in cui i conti della Gherardesca gli dettero la possibilità di scegliere tra la villa sul Lungomare di Castagneto Carducci e il vigneto, Giulio non ebbe esitazioni. Questa vocazione ha seguito tutte le generazioni che sono succedute, che nel tempo hanno continuato non solo a coltivare quel vigneto ma ad acquisire terreni accrescendo la proprietà fino agli odierni 15 ettari.

 

Nel 1995 le cose si evolvono con Stefano Billi, quarta generazione dell’azienda Fornacelle, portandola nella filosofia di qualità della Nuova Bolgheri come la conosciamo ai giorni d’oggi. Si compie così per la prima volta un lavoro di zonazione e seleziona i vitigni più adatti rapportandoli al tipo di suolo all’esposizione e al microclima specifico per ogni vigneto, ricercando il connubio perfetto e la qualità.

 

 

Abbiamo incontrato Stefano Billi a Roma per una degustazione dei suoi vini al ristorante Il Ceppo.

Un calice di Zizzolo Bolgheri doc Vermentino 100% 2021 come benvenuto ha aperto l’incontro conviviale, piacevole e sapido, fruttato è ottimo come aperitivo anche perchè è frutto di tre diversi cloni di Vermentino, arricchito da un tris di olive ascolane: “Abbiamo il secondo vigneto più vecchio di Bolgheri”, ha detto Billi a questo proposito e ha aggiunto di essere soddisfatto per come è andata la vendemmia 2022, una annata di qualità meglio delle aspettative anche se conta un meno 5% nella produzione.

 

 

Nel complesso conta 80 mila bottiglie l’anno ed un export orientato verso il Giappone, Taiwan, Usa, Canada, Onduras e in Europa soprattutto Spagna, Svizzera e Germania. “Da noi – ha osservato – ha piovuto a fine agosto e la bella pioggia  lava, pulisce il grappolo e questo ha fatto bene”. E’ stata poi la volta dell’antipasto: con un flan di Castelmagno in riduzione di vino rosso con radicchio tardivo e pere e un calice di 100% Sémillon Fornacelle Toscana IGT vinificato in barrique di rovere dove invecchia per almeno sei mesi. Un vino fruttato ma delicatamente sapido, puo’ invecchiare anche 10 anni, è un vino molto equilibrato di cui Fornacelle produce circa 4 mila bottiglie l’anno, come le quasi 25 mila di Vermentino.

 

 

 

Il primo rosso degustato è stato un Bolgheri Superiore del 2018 il Foglio 38 100% Cabernet Franc, vinificato in barrique aperte di rovere francese, con follature manuali. Fermentazione alcolica e macerazione della durata di 20 giorni. Invecchiato 18 mesi nelle stesse barrique, nuove, dove è avvenuta la fermentazione. Affinamento 18 mesi in bottiglia. Al naso risulta intenso. A questo proposito Billi ha ricordato che Fornacelle è stata la prima azienda vitivinicola a utilizzare il Cabernet Franc.

 

 

Nella tenuta di 15 mila ettari, circa 8 mila inoltre sono coltivati a ulivi , la metà degli ulivi – ha sottolineato – ha più di 200 anni di età, e Fornacelle produce un ottimo olio toscano. Questo vino è stato offerto con un piatto di ravioli ripieni di amatriciana con guanciale croccante ciauscolo. Si è passati poi al Guarda Boschi doc Superiore 2019 Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot che ha accompagnato le cotolette di abbacchio scottadito in letto di broccoletti ripassati.

 

 

Naturalmente abbiamo degustato anche lo Zizzolo Rosso doc, Merlot e Cabernet Sauvignon. Infine la degustazione è terminata con il vino chiamato come il più giovane elemento della famiglia Erminia IGT Toscana, 100% Merlot con fermentazione alcolica in barrique aperte, macerazione della durata di 20 giorni. Invecchiamento: 18 mesi nelle stesse barrique di Tronçais. Affinamento: 18 mesi in bottiglia. Un Merlot pregiato e di classe. Un dessert per concludere un incontro speciale: un gelato di castagno con squaglio di cioccolato caldo. Billi ha poi rivelato che Fornacelle produce anche un vendemmia tardiva da Fiano d’Avellino, e che non tutti i vini vengono prodotti tutti gli anni.

 

 

 

 

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