Sulla costa tirrenica alla ricerca dei vini Bolgheri tra cantine e territori verdeggianti anche in autunno nella Toscana che non delude mai. I vini Bolgheri sono il meglio che c’è tra la produzione vitivinicola della Toscana. Non a caso il Sassicaia Bolgheri della Tenuta San Guido è sempre in testa alle classifiche dei miglior vini.Ma sono tante le cantine che meritano una visita e, naturalmente, una degustazione.
Negli anni venti, studente a Pisa, Mario Incisa della Rocchetta sognava di creare un vino di razza. Il suo ideale, come per l’aristocrazia dell’epoca, era il Bordeaux. Così lo descrive in una lettera a Veronelli del 11/6/1974.
”…l’origine dell’esperimento risale agli anni tra il 1921 e il 1925, quando, studente a Pisa e spesso ospite dei Duchi Salviati a Migliarino, avevo bevuto un vino prodotto da una loro vigna sul monte di Vecchiano che aveva lo stesso inconfondibile “bouquet” di un vecchio Bordeaux da me appena assaggiato più che bevuto, (perché a 14 anni non mi si permetteva di bere vino) prima del 1915, a casa di mio nonno Chigi.” Essendosi stabilito con sua moglie Clarice nella Tenuta San Guido sulla costa Tirrenica, sperimentò alcuni vitigni francesi (le cui barbatelle aveva recuperato dalla tenuta dei Duchi Salviati a Migliarino, e non dalla Francia) e concluse che il Cabernet aveva “il bouquet che ricercavo”. Nessuno aveva mai pensato di fare un vino “bordolese” in Maremma, una zona sconosciuta sotto il punto di vista vinicolo. La decisione di piantare questa varietà nella Tenuta San Guido fu in parte dovuta alla somiglianza che egli aveva notato tra questa zona della Toscana e Graves, a Bordeaux. Graves vuole dire ghiaia, per il terreno sassoso che distingue la zona, proprio come Sassicaia, in Toscana, denomina una zona con le stesse caratteristiche. Dal 1948 al 1967, il Sassicaia rimase dominio strettamente privato, e fu bevuto solo nella Tenuta. Ogni anno, poche casse venivano messe a invecchiare nella cantina di Castiglioncello. Il marchese ben presto si rese conto che invecchiando il vino migliorava considerabilmente. Come spesso accade con i vini di grande levatura, quelli che prima erano considerati difetti, col tempo si trasformarono in virtù. Ora amici e parenti incitavano Mario Incisa ad approfondire i suoi esperimenti e perfezionare il suo stile di vinificazione rivoluzionario per quella zona. L’annata del 1968 fu la prima ad essere messa sul mercato, con un’accoglienza degna di un Premier Cru Bordolese. Negli anni seguenti la cantina venne trasferita in locali a temperatura controllata, tini d’acciaio rimpiazzarono i tini di legno per la fermentazione, e le barriques francesi vennero introdotte per l’invecchiamento.
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Un Trekking nel cuore della verdeggiante costa di Marina di Bibbona fra i pini secolari e i profumi del bosco può essere un’idea simpatica per mettere assieme i sapori e gli odori di un territorio vocato alla viticoltura e i tanti itinerari da percorrere nel Ponte dell’Immacolata per godersi una giornata all’aria aperta in compagnia di piccole cascate e paesaggi mozzafiato che si nascondono tra i fitti rami delle riserve naturali, svelandosi poco alla volta, gustandosi la quiete mattutina e potendo contare tutti i giorni su un percorso diverso alla scoperta della “Bolgheri Coast”. La tenuta Donne Fittipaldi, val bene una visita: una donna esplosiva e simpatica, e le proprie quattro figlie, hanno messo a punto una cantina che non delude, che anche nel brand evoca la loro esperienza. La tenuta Argentiera organizza visite e degustazioni di due ore circa, un tempo “giusto” per avvicinarsi alla storia dell’azienda vitivinicola ed assaporare il terroir inn un calice di buon vino. La cantina di Michele Satta è disponibile per visite guidate dalla vigna in cantina fino alla barricaia. Il suo amore per il vino Bolgheri inizia quasi per caso, quando giovanissimo trascorre qui le vacanze insieme ai suoi genitori. Un giorno un piccolo produttore locale gli propone di partecipare ad una vendemmia e lui, da poco iscritto alla facoltà di Agraria di Milano, accatta con vero interesse. Da quel momento Bolgheri e il suo territorio, i suoi vini e i suoi paesaggi entrano nella sua vita e non se ne separerà più. Il miracolo di un luogo come Bolgheri infatti, sono le sue colline che scivolano verso la costa e la presenza del mar Tirrena a pochi chilometri conferisce ai suoi vini qualcosa in più che ha a che fare con il terroir circostante di grande diversità tra mare e collina. Tra le più belle cantine dell’area attorno a Bolgheri, sull’Aurelia a pochi minuti d’auto da Le Macchiole c’è quella proprietà di Guido Folonari, discendente di una famiglia che del vino ha fatto la sua fortuna. Guido ha scelto di investire in alcuni dei territori vinicoli più prestigiosi d’Italia.
Passeggiare nel bosco, lontano dai rumori, in cerca di tracce, colori, suoni di una natura incontaminata in cui perdersi che profuma di mare e che riesce a risanare mente e corpo. Fare trekking tra le verdi aree che circondano Marina di Bibbona e dintorni è un’esperienza unica per chi non teme di avventurarsi in sentieri sterrati e percorsi sulla sabbia che costeggiano il Mar Tirreno: da rilassanti passeggiate immersi nella pineta a vere e proprie scalate per giungere nel punto più alto e godersi la bellezza di un panorama unico che sorprende ed emoziona. La natura toscana si svela passo dopo passo, lasciando a chi passeggia la scelta dei chilometri da percorrere avvolti semplicemente dalla bellezza.
L’avventura inizia nel parco mediterraneo che abbraccia la struttura offrendo scorci di natura intatta. Una distesa infinita di pini, oleandri, piante di alloro, lecci, palme, cipressi e grandi vasi colmi di gerani, begonie, buganvillea e rose. Da qui si può partire anche alla scoperta della Macchia della Magona che, con i suoi 1600 ettari di verde, è una meta perfetta per gli amanti del trekking e del nordic walking: un’area naturale protetta, un tempo riserva di legname, da cui partono 16 diversi itinerari che si sviluppano in 50 chilometri, tra boschi di pini, ginestre, aceri e olmi in cui si rifugiano molte specie animali. Qui è possibile ammirare gli animali del luogo nel loro territorio naturale: dai cinghiali, ai caprioli, fino ad arrivare ai daini, agli scoiattoli, alle volpi e ai tassi. La Macchia della Magona è un habitat perfetto persino per molti uccelli migratori che decidono di fermarsi per una sosta, tra cui ad esempio la poiana e la beccaccia. Oltre ad allenare i muscoli e le gambe, questo paradiso immerso nel verde, che un tempo forniva il legname alle Ferriere della Real Magona di Cecina, consente di risvegliare i sensi e riscoprire il territorio. Si può partire dai campi della pianura e spingersi verso la vetta il Poggio al Pruno, a 610 metri di altezza: tra i sentieri da percorrere si può arrivare alle cascate dell’Antico Mulino, alimentate dalle acque del Botro di Campo di Sasso, o avvicinarsi ai confini della vicina riserva naturale di Caselli, oppure lasciarsi andare al percorso ad anello che porta fino al punto panoramico del passo delle Golazze Aperte, dal quale ammirare sia la costa sia la lunga e suggestiva fila dei cipressi di Bolgheri.
Per chi preferisce invece passeggiare accompagnato dalla brezza marina, l’ideale è immergersi nella pineta di Cecina da cui prendere una lunga via ciclopedonale di circa 6 chilometri: tutto intorno solo il rumore delle onde e il fruscio della natura che in inverno sono ancora più suggestive. Il percorso nella pineta collega Cecina a Bibbona, ma ci sono anche varianti più lunghe che arrivano fino a Rosignano per un tratto di 22 chilometri, costeggiando il mare.
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