WINE/ BRUNELLO DI MONTALCINO: CITILLE DI SOPRA L’AZIENDA BOUTIQUE DI FABIO INNOCENTI OLTRE IL VINO C’E’ DI PIU’…

Un’azienda vitivinicola “boutique” quella di Citille di Sopra a Montalcino e che ogni anno produce 5 tipi di vino, più una grappa con le vinacce del Brunello e circa 27-28 mila bottiglie. Sono il Brunello di Montalcino, la Riserva, il Brunello Poggio Riconi, Rosso di Montalcino e il Toscana Rosso IGT. Situato in posizione strategica tra Montalcino, San Giovanni d’Asso e San Quirico d’Orcia, Citille di Sopra presenta delle caratteristiche climatiche e territoriali che ne fanno un luogo ideale per le produzioni agricole. L’impianto a cordone speronato di vigneti ne rende più agile le lavorazioni, permettendo anche di ottenere un vino che viene destinato alla produzione del Brunello di Montalcino.  Alla vigilia del benvenuto brunello in scena a Montalcino a partire da domani e fino al 27 novembre, siamo andati a trovare Fabio Innocenti che gestisce la tenuta, ormai alla terza generazione, e che nel 1997 decide di affiancare l’attività vitivinicola alla precedente esperienza di coltivazione dei cereali per cui l’azienda fondata da suo nonno era nata. Impianta così la vite per la produzione di Brunello di Montalcino in 5,5 ettari di terreno su una tenuta che ne conta 28 in tutto. Oggi gli ettari vitati sono diventati 7. Oltre al vino e all’olio estravergine d’oliva, produce infatti anche grappa, olio extravergine d’oliva, pasta e farina.

 

 

 

Nel 2000 inaugura ua nuova cantina, una sala degustazione e sviluppa nuovi progetti di filiera corta. La composizione del terreno, mediamente argilloso, ricco di calcare e con ampie zone tufacee, è ideale per la coltivazione, il clima e gli insegnamenti del padre Fulvio e del nonno Ferruccio sono stati il volano che hanno permesso all’azienda di crescere nel segno della sostenibilità. In quest’annata difficoltosa per via del clima e della peronospora che ha attaccato le viti “non siamo stati immuni, dice Innocenti, tuttavia quest’anno abbiamo avuto più uva che l’anno scorso.

 

 

 

La tenuta infatti ha una collocazione con una discreta altitudine e quindi le viti hanno sofferto meno che in altre aziende collocate più a valle, a causa dell’umidità che ha interessato di più le aree attorno a Buonconvento, aggiunge Innocenti. Inoltre, spiega, “noi non siamo andati a diradare, solo in alcune viti siamo andati a togliere, così la produzione è cresciuta. Di poco, siamo attorno ai 20 quintali, però è aumentata e soprattutto non è diminuita come accaduto per diverse altre aziende che producono Brunello”. Insomma, anche in un’annata complicata “sono soddisfatto, afferma Innocenti, considerando che siamo stati travolti in tutta l’area da un clima impazzito. Il grosso problema non è stata la pioggia, ma l’umidità insolita, inaspettata e ne hanno sofferto di più le aziende a fondo valle. Ma riuscire a capire che il problema era l’umidità non è stato facile, nè immediato. Chi ha avuto la possibilità di fare dei trattamenti si è salvato. Nella prima decade di giugno si è innescata infatti la malattia della peronospera, e anche i trattamenti con il rame e i fitosanitari, ridotti comunque al minimo nella nostra azienda, non si erano rilevati sufficienti. Bisognava trovare dei trattamenti che fossero sia curativi che retroattivi. Io mi sono salvato per questo, sottolinea Innocenti”.

 

 

 

Nella sua azienda ha comunque continuato a produrre cereali, pasta e farina, come gli aveva insegnato suo nonno, e oggi commercializza anche le paste lavorate con le farine di semola di grano duro, di sua produzione, come i pici e le pappardelle. Inoltre l’olio extravergine d’oliva, dagli oliveti presenti in azienda, principlamente della varietà Frantoio, Leccino e Moraiolo, dopo la raccolta che avviene nel mese di novembre, le olive vengono trasportate in frantoio per essere molite. L’olio viene estratto “a freddo” ed è di qualità superiore.

 

 

 

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