WINE/ L’UVA BUONA FA IL VINO BUONO IL SAGRANTINO DEI FRATELLI PARDI A MONTEFALCO SECONDO GLI INSEGNAMENTI DEL NONNO E UNA VERTICALE STORICA

Noi, siamo fermamente convinti che non si possa arrivare a vini che abbiano una ‘personalità caratterizzante’, che esprimano il territorio e l’annata senza fare un lavoro scrupoloso nel vigneto. Nei nostri vini ricerchiamo la pulizia al naso, l’equilibrio, la tipicità del territorio e dell’annata”.

 

 

 

Undici ettari di vigna per quattro generazioni. Una produzione di circa 60 mila bottigli all’anno ed una azienda di tessuti che affianca quella vitivinicola in una delle aree maggiormente vocate all’enologia. E’ questa la fotografia della Cantina Fratelli Pardi che ha Montefalco produce Sagrantino, il vino “sacro”, portato dai mnoaci in Umbria in fuga dalle perseuzioni in Oriente. E’ una storia bellissima quella del vitigno che arriva vicino Perugia e fa di Montefalco un luogo che si identifica con il suo vino. E’ il 1919 quando Albertino Pardi mette a terra la sua azienda e dopo un periodo di inattivtà nel 2003, Gianluca e Alberto decidono di dare nuova linfa alla lunga storia familiare e vinicola che risale al loro bisnonno, che quando iniziò a mettere gli acini nel palmento, in Umbria oltre a lui, c’era solo un’altra grande azienda, quella di Lungarotti. Cominciarono insieme. E la loro fu una bellissima avventura portata avanti dalle generazioni che si rinnovano. La volontà è sempre stata quella di produrre del vino che abbia una sua precisa identità e freschezza, che gli viene conferita dal vitigno, dal territorio e dall’annata, mantenendo eleganza e pulizia. Il vino deve essere armonioso e mantenersi beverino, nonostante la gradazione alcolica.

“Noi cerchiamo di produrre un vino raffinato, garbato, equilibrato e bevibile – continua Pardi- anche al momento dell’entrata in commercio, cercando di superare così il difficile impatto iniziale. Noi siamo una piccola cantina, ciò nonostante, cerchiamo di valorizzare il nostro territorio con i nostri vini dando un’interpretazione diversa”. Nei terreni, quasi tutti argillosi, i vitigni sono stati piantati in epoche diverse: nel 1998 il rosso e sagrantino, nel 2003 il sagrantino, nel 2005, sagrantino, sangiovese, merlot e cabernet rossi, e poi il grechetto, chardonnay e trebbiano spoletino bianchi. Le vendite vanno per l’80%  in Italia e per il restante 20% all’estero.

 

 

 

 

La verticale storica al ristorante al Ceppo a Roma ha interessato vini, di diverse annate: 2019, 2018, 2016, 2014, 2006 per quanto riguarda il Montefalco Sagrantino. le annate che secondo il produttore sono risultate essere le più buone sono la 2016 e la 2014 che si colloca al top. La 2006 invece lascia il buon umore in bocca, e non è un caso che le 2014 e 2006 sono state realizzate su terreno argilloso e sabbioso, diversamente dalle altre che sono figlie di un terreno solo argilloso. Inoltre le annate 2014, 2016 e 2006 soo annate con maggiore abbondanza di acqua. Abbiamo inoltre degustato un Trebbiano Spoletino Spoleto, un vino molto interessante per gli enologi spoletini perchè si può invecchiarem che la cantina produce in circa 5 mila bottiglie dal 2015 e infine, Spoletino 2022 per poi passare al passito, Montefalco Sagrantino Passito docg 2018. L’abbinamento gourmet tra vini della Cantina Fratelli pardi e i piatti dello chef sono stati un matrimonio andato ben oltre i canoni classici del wine&food. A sfidarsi tra i calici e le forchette le diverse annate di Montefalco Sagrantino, un vino rosso importante atamento alcolico si situa infatti sui 15,5 gradi.  La prima “Riserva” Montefalco Sagrantino è arrivata nel 2016. Noi abbiamo degustato l’annata 2020, mentre per il Montefalco rosso doc la 2021. La “Riserva” necessita di un anno di invecchiamento in più, mentre la doc risale al 1972 e la docg al 1995. I fratelli Pardi, Alberto e Gianluca, producono anche l’olio extravergie di oliva. Quest’anno la quantità si è arrestata a 15 ettolitri di olio circa. Il menu’ degustazione ha visto una entrèe a base di baccalà in pastella con composta di cipolla rossa e maionese al lime, per poi passare ad un risotto mantecato al parmigiano con meringa al timo, rapa rossa e funghi porcini.

 

 

 

 

 

 

 

Per finire abbiamo assaporato uNa giancia di vitelle in purea di patate affumicate e cavolo viola. Il dessert, una zuppetta di vaniglia freddo di caki e crumble di cacao ha accompaganto il Passito dei Fratelli Pardi che avviene con appassimento naturale. Per quanto riguarda la vendemmia 2023, “è andata molto bene”, dice Pardi. Siamo riusciti a non prendere la peronospora, c’è stata inoltre abbondante acqua, ma tra settembre e metà ottobre non è mai piovito, e questo ci ha avvantaggiato”, diversamente da altre regioni come per esempio in Toscana”.

 

 

 

 

Pardi racconta di aver preso in mano l’azienda di famiglia nel 2003 con suo fratello dando al vino un gusto con meno struttura, più delicato, ottenuto con macerazioni  brevi e un svinatura al sesto giorno. E’ stato così che quando nel 2007 siamo andati sul mercato ci dicevano che il nostro non era Sagrantino. Oggi c’è una varietà maggiore, ogni produttore cerca uno stile diverso, un pò più morbido, un vino bevibile sin dai primi anni. Con circa un grado in meno di alcool, da 15,5 a 14,5 il vino presenta un aspetto più aromatico, ottimale al gusto. La deguzione di Montefalco Sagrantino della cantina Fratelli Pardi è partita dall’annata 2019, per poi passare alle 2018, 2016, 2014 e infine 2006. In ultimo sono stati degustati la “Riserva”, il Trebbiano Spoletino Spoleto e infine Spoletino 2022  e il passito Sagrantino di Montefalco Passito docg.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Montefalco Sagrantino Docg 2019
Rosso rubino intenso e profondo con profumi di frutta scura come ribes nonché confettura di prugne e di amarene sotto spirito che precedono sentori di noce moscata, tabacco, caffè e cacao. Il palato è caratterizzato da lunga persistenza. Un vino che lascia parlare il terroir del Sagrantino.

Montefalco Sagrantino Docg 2018
Con il suo bouquet floreale riesce a descrivere fedelmente l’annata di produzione. Colore rubino compatto e brillante. Profumi fruttati di amarena, mora e prugna. In bocca è un vino strutturato e con una trama tannica vellutata.

Montefalco Sagrantino Docg 2016
Colore rubino intenso con nuance granato. Profumo ricco di aromi fruttati e speziati come confettura di frutta rossa, liquirizia, pepe nero, In bocca è intenso e mostra grande equilibrio.

Montefalco Sagrantino Docg 2014
Tra i migliori della produzione con profumi di frutti rossi freschi come ciliegia, mora e ribes e un richiamo di note speziate. In bocca è sapido, fresco. Vino monumentale. Perfetto.

Montefalco Sagrantino Docg 2006
The best della degustazione e sicuramente un vino di un’altra epoca, il 2006, nella produzione entravano infatti le uve di tutte le vigne. Un vino ricco di tannini, sapido, che colpisce tutti i sensi.

Spoleto doc trebbiano Spoletino 2022
Trebbiano spoletino in purezza fermentato in acciaio,  un vino che al naso evidenzia note di incenso, cera e salvia. E’ un vino bianco molto strutturato con una bella sapidità e mineralità molto consistenti. Vino da grande potenzialità, preferito dagli enologi spoletini perchè può essere invecchiato.

Montefalco rosso doc Riserva 2020
La “Riserva” necessita di un anno in più di invecchiamento. L’uvaggio presenta Sangiovese (70%), Sagrantino (20%) e Montepulciano (10%) per questo vino che interpreta davvero bene il terroir di Montefalco. Di colore rosso rubino intenso con profumi di frutti rossi e che in bocca risulta polposo, caldo, ha una lunga persistenza. Vino da meditazione, anche fuori pasto.

Montefalco rosso doc 2021
Colore rosso rubino carico. Profumo di frutta nera e ribes, ciliegie nere e prugne, e richiami al pepe verde, cacao, liquirizia e chinotto. Vino di ottimo corpo e di lunga persistenza.

 

(Albertino Pardi)

 

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