WINE/ COL DI LAMO, QUANDO L’AZIENDA E’ FEMMINA. UN BRUNELLO BIOLOGICO A MONTALCINO DA GIOVANNA NERI: DI MADRE IN FIGLIA

 

Quando l’azienda è femmina. Tre donne per una tenuta  bio tutta al femminile che si estende per ottanta ettari di terroir da cui si ricava in circa 9 ettari e mezzo vitati quel nettare degli Dei che si chiama Brunello. A Col di Lamo, pochi chilometri da Montalcino Giovanna Neri e sua figlia Diletta si dedicano completamente a questa passione per la terra e la produzione di vino che viene da lontano. La terza donna? L’agronoma … E poi c’è un “omone” – dice Giovanna Neri  – che ci fa i lavori  in vigna”. Il leit motiv dell’azienda vitivinicola è: “fai della tua vita un sogno e di un sogno la realtà”. Basta questo per entrare in punta di piedi nella cantina bio di una grande sognatrice che ha però i piedi ben piantati nella terra e di sua figlia.

 

 

“Quella del 2018 è stata una bella vendemmia, c’è stato qualche problema a primavera perché il tempo era un po’ piovoso, il clima caldo umido, ma poi l’annata si è risolta bene, una bella estate ha fatto il resto, siamo molto soddisfatti dei risultati: abbiamo prodotto 350 quintali di uve e imbottigliato il 68%. Tra il Rosso di Montalcino e il Brunello di Montalcino 32 mila bottiglie in tutto di cui la maggior parte in Brunello”.

 

Giovanna Neri, produttrice di Brunello di Montalcino nella sua tenuta a Col di Lamo che dà il nome anche all’azienda vitivinicola l’abbiamo incontrata a Vinitaly a Verona (7-10 aprile) ed ha raccontato la passione che nutre per le sue vigne. “Abbiamo 6 ettari di vitigni per la produzione di Brunello di Montalcino – spiega ad Askanews – 1 ettaro e mezzo per il Rosso di Montalcino e da altri 2 ettari si produce l’IGP. In tutto sono circa 9 ettari e mezzo di terroir vitato su una tenuta alle porte di Montalcino”.

 

 

Quella di Giovanna Neri, laurea in Giurisprudenza che tiene nel cassetto, e che ha ereditato dal padre la grande passione del vino, e l’ha trasmessa anche a sua figlia Diletta che lavora in azienda con lei, si può definire una cantina boutique che esporta in Svizzera, Regno Unito, Irlanda, Danimarca e Norvegia e da un pò anche in Germania, in particolare a Norimberga, dove ha aperto un’enoteca il cui titolare è fiorentino, mentre sua moglie è francese. E con perfetto accento toscano racconta che purtroppo “ i tedeschi girano con l’ultimo modello Audi ma fanno la spesa al discount, mentre i francesi li trovi ancora a spasso con la Deux Chaveaux, la mitica Citroen degli anni settanta, ma amano mangiare le prelibatezze e bere del buon vino”. Quindi i suoi referenti in Germania sono piccoli importatori, rappresentano una “nicchia”, dice. Ma lei di questo ne va fiera.E ancora sull’export dove va quasi il 70% della sua produzione, Giovanna Neri aggiunge: “mi piacerebbe lavorare di più in Usa. La produzione nel 2018 per fortuna è aumentata ma siamo ancora sotto i livelli pre 2017, anno in cui abbiamo perso circa il 40%”. In realtà il 2017 è stato l’anno horribilis per molte cantine, in Franciacorta alcuni viticoltori hanno perso addirittura il 60% del prodotto. E la Toscana ha oscillato tra un meno 30% e meno 40% in generale. Dal 2018 la cantina Col di Lamo è bio ed ha la certificazione ICEA.

 

 

Giovanna Neri considera i vini che produce sue creature: il Rosso di Montalcino, il Brunello di Montalcino, il Lamo e l’Acquavite, sono vini a cui si dedica in prima persona, guidando ogni fase della lavorazione. esattamente come suo padre le ha insegnato. Anche l’etichetta dei vini Col di Lamo è stata creativamente studiata con lo scopo di fare riconoscere il tocco femminile, il profilo delicato del volto di donna ed i colori, arancione e verde del lamo rappresentano l’immagine che Giovanna Neri ha voluto conferire alla sua azienda e ai suoi vini. E sull’impegno di sua figlia in azienda di cui è felicissima dice: ne ho fatta una, ma è IGP”.

 

Clicca sotto per chiudere la ricerca