Nella mia personalissima tradizione sono i tre i cibi che non possono mancare sulla tavola di Pasqua: la pastiera napoletana, i cannoli alla siciliana e l’insalata russa…Naturalmente non sono i soli. La tradizione romana suggerisce la torta di formaggio e i salumi piccanti oltre ai formaggi stagionati perchè si sa: paese che vai, usanze che trovi… A Napoli impera il casatiello…
E comunque un ricco menù di Pasqua inizia sempre dagli antipasti che rappresentano il biglietto da visita che lascia prefigurare quello che verrà dopo… sia l’insalata russa che la torta o pizza di formaggio possono essere serviti come Antipasto…
NATURALMENTE UN RICCO MENU’ DI PASQUA NON PUO’ NON TENERE CONTO DEI VINI IN ABBINAMENTO…
A ROMA L’ANTIPASTO DI FA CON LA PIZZA AL FORMAGGIO MOLTI ANNI FA ERA IL MENU’ DELLA PRIMA COLAZIONE … NELLA TRADIZIONE CALABRESE SI ASSAGGIANO I SALUMI PREPARATI IN INVERNO: SOPPRESSATA E SALAME, BRUSCHETTE A BASE DI ‘NDUJA, NEI TEMPI REMOTI ANCHE LA CARNE SALATA… UNA PANCETTA TAGLIATA A QUADRATI E CONSERVATA SOTTO SALE E PEPERONCINO… BEATO CHE LA FA ANCORA OGGI… TUTTO ANNAFFIATO CON DEL BUON VINO A BASE DI GAGLIOPPO… OGNI REGIONE HA I SUOI COSTUMI…L’IMPORTANETE E’ CHE SIA RESURREZIONE…
LA TORTA DI PASQUA TRADIZIONALMENTE SI CONSUMA CON LA PRIMA COLAZIONE CON UOVA SODE SALUMI E FORMAGGI…. MA E’ BUONA SEMPRE ANCHE IN SOSTITUZIONE DEL PANE…
Torta di Pasqua al formaggio
ingredienti:
6 uova
600 gr di farina 00
un pizzico di sale fino
un pizzico di pepe nero
120 gr di lievito di birra
200 gr di burro
200 gr di formaggio (mix di parmigiano e pecorino)
2 bicchieri di latte
PREPARAZIONE:
Montare le uova con sale e pepe in una ciotola ampia e unire al composto il lievito (sciolto nel latte tiepido), il burro fuso, il parmigiano e il pecorino. Aggiungere gradualmente la farina continuando a mescolare. Una volta amalgamato il tutto versare il composto su un piano e iniziare a lavorarlo a mano, in maniera energica (tipo pane), per circa 20-25 minuti. Metterlo quindi in una teglia precedentemente imburrata e infarinata. Tenere a riposo per tre ore e prima di infornare, spennellare le parti superiori della Torta con l’uovo sbattuto.
Cuocere a 170 gradi per 60-75 minuti. Per controllare la cottura, infilare uno stuzzicadenti nel centro della torta ed estrarlo. Se risulterà asciutto allora la cottura è ultimata.
Da accompagnare con un vino rosso di media intensità con riflessi purpurei, corposo, rotondo come il Brunello: profuno armonico con note di prugne e di mora, equilibrato al gusto.
VINO IN ABBINAMENTO: UN CALICE DI BRUNELLO DI MONTALCINO COL DI LAMO DI GIOVANNA NERI
INSALATA RUSSA
VINO IN ABBINAMENTO: UN CALICE DI CHARDONNAY CASALE DEL GIGLIO IGT 2019
Uno Chardonnay per cominciare dal colore dorato che esprime i tipici aromi di ginestra, pesca, melone ed agrumi, avvolti da sfumature minerali. Pieno e morbido al palato, è attraversato da una vivace spina acido-sapida e chiude su ricordi vagamente fruttati.
Con l’insalata di mare e il carpaccio di polpo, con le linguine allo scoglio e i cannelloni ricotta e spinaci, con il rombo in crosta di patate e con le scaloppine di pollo al latte. Un vino laziale, versatile, che va bene per l’aperitivo ma anche per i piatti di pesce e che viene prodotto da Casale del Giglio di Antonio Saltarelli nell’agro pontino romano.
RAVIOLI CACIO E PEPE
Fare i ravioli può essere più semplice di quanto si possa supporre. Basta fare la sfoglia (o comprarla già pronta per esempio in un negozio di pasta all’uovo) e riempirla con un ripieno a scelta. Oggi optiamo per le cipolle di Tropea e un condimento cremoso cacio e pepe ma si possono riempire con ricotta e spinaci, con l’ortica e la ricotta, con il radicchio e lo speck, con un misto di carne e in tanti altri modi. Ed ecco la ricetta…
VINO IN ABBINAMENTO: UN CALICE CIRO’ ROSSO CLASSICO SUPERIORE 2020 DELLA CANTINA TENUTA DEL CONTE PER RIMANERE IN CALABRIA…
Il Cirò Rosso Classico Superiore di Tenuta del Conte è un vino caldo e territoriale, ravvivato dal consueto grip tannico del Gaglioppo. Quello di Cirò Marina è diventato, giustamente, un nome noto ai bevitori più attenti, merito soprattutto di una cerchia di produttori che ha saputo rilanciare un territorio, la cui fama era stata compromessa da produzioni dozzinali, votate a soddisfare la grande distribuzione. Tra i volti della cosiddetta Cirò Revolution, spicca quello di Mariangela Parrilla, che seguendo le orme del papà, ha preso le redini della cantina di famiglia, che conta ad oggi 15 ettari vitati in biologico e adibiti a Gaglioppo e Greco. I liquidi imbottigliati da Marianna uniscono tradizione, come questo Cirò, e voglia di sperimentare, come nel caso del ”Diversamente”, raro esemplare di Greco calabrese macerato sulle bucce. I vini, tutti giocati in sottrazione, riconducono in maniera netta alla zona d’appartenenza, e lo straordinario rapporto qualità prezzo li rendono imperdibili.
INGREDIENTI:
PER LA SFOGLIA:
300 gr di farina doppio 00
2 uova
due cucchiai di olio evo
un pizzico di sale fino
PER IL RIPIENO:
400 gr di cipolle di Tropea fresche
mentuccia
olio evo
100 gr di pancarrè sbriciolato
punte verdi di cipollotto di Tropea
100 gr di cacio/fiore
pepe nero
100 gr di latte
sale fino
100 gr di parmigiano reggiano
una noce moscata
chicchi di pepe nero per guarnire
PREPARAZIONE:
Per la sfoglia fatta in casa, mettere su una spianatoia o un ripiano tipo tagliere la farina a pioggia, fare una buchetta al centro e adagiarvi le uova, aggiungere l’olio un pizzico di sale fino e amalgamare impastando il tutto fino a che la sfoglia non sarà liscia. A questo punto metterla in un canovaccio e farla riposare in frigorifero per mezz’ora circa. Successivamente stenderla con il mattarello o con macchina con l’avvertenza di non farla troppo alta, il n.2 in genere va bene. Nel frattempo preparare il ripieno. Tagliare le cipolle di Tropea che in questo periodo sono fresche e si presentano con le code verdi, alla julienne, nel senso della lunghezza e farle rosolare in padella con l’olio evo. Metterle in una ciotola e aggiungere il pan carrè sbriciolato il pecorino, il pepe nero, un pizzico di sale fino e la mentuccia. Amalgamare tutto per qualche minuto prima di far raffreddare e iniziare a riempire i nostri ravioli aiutandoci con una rotella oppure in alternativa con un accessorio da cucina quadrato, in modo da realizzare tante parti uguali della stessa misura. Riempirli al centro e chiuderli in diagonale in modo da avere una specie di triangolo oppure sovrapporre un quadrato sull’altro. Chi ha maggiore manualità può, aiutandosi con i rebbi di una forchetta, disegnarli all’estremità. Un’altra possibilità e’ quella di utilizzare il bicchierino da caffè capovolto per ricavare tanti cerchi da riempire e da sovrapporre uno sull’altro.
Frullare quindi il cacio/fiore con il latte tiepido, la cremina che si ricaverà servirà per il condimento.
Mettere la pentola con l’acqua a scaldare sul fuoco, aggiungere il sale e cuocere i ravioli. Scolarli al dente, ripassare con un po’ di olio in un saltapasta e poi condire con la crema di cacio/fiore, aggiungere una spolveratina di noce moscata puo’ fare la differenza, quindi impiattare mettere del pepe nero e aggiungere su ogni pietanza ancora una parte di crema, ed eventualmente del parmigiano. E buon appetito!
VINO IN ABBINAMENTO: PRIMITIVO SELVA DELLA ROCCA IGT 2019 CANTINE LE GROTTE
Piatto della tradizione, semplicissimo e appetitoso.
INGREDIENTI:
600 gr di agnello
sale
pepe nero
6 patate di montagna o silane
rosmarino
aglio
mezzo bicchiere di vino bianco
PREPARAZIONE:
Adagiare su una teglia un foglio di carta forno e mettere sopra la carne di agnello, salare, pepare, aggiungere l’olio evo e il rosmarino. A parte, lavare, tagliare a pezzetti le patate e passarle qualche secondo nell’acqua bollente. Farle raffreddare, condirle con olio evo, sale, pepe nero e rosmarino, adagiarle ai lati dell’agnello tutt’intorno. Cuocere in forno per circa un’ora, a circa metà della cottura irrorare la carne con il vino bianco. Impiattare e Buon Appetito!

VENIAMO AL DOLCE… NON E’ PASQUA SE NON C’E’ PASTIERA…

La Pastiera questa sconosciuta. Intrigante, magnetica, sembra una crostata, allestita in bella vista con le strisce di pasta frolla, ma è molto di più. C’è tutta la tradizione della cucina napoletana. C’è la festa in famiglia. Celebra la Resurrezione. Ma la Pastiera va bene sempre. Ancora ventenne ho imparato a fare la Pastiera, mi sembrava una sfida. Ora so che lo era. Ma veramente l’idea di miscelare tutti quegli ingredienti mi metteva un pò paura. Per fortuna ho una caratteristica: riesco meglio a realizzare le ricette, che leggo seguendo passo passo le istruzioni. Invece dimentico quelle che mi raccontano… Così fare la pastiera e’ veramente semplice. Seguitemi:
VINO IN ABBINAMENTO: UN BICCHIERINO DI LIMONCELLO PER RIMANERE IN CAMPANIA
Anzitutto, bisogna acquistare un barattolo di grano cotto. Si trova in tutti i supermercati.
INGREDIENTI: fare la pasta frolla, per la quale saranno necessari:
• 350 g di farina
• 175 g di burro o strutto
• 140 g di zucchero
• 2 uova intere
• scorza di 1 arancia, un pò di zucchero in polvere, macinato da aggiungere sopra la pastiera una volta terminata, a piacere
PREPARAZIONE:
Lavorare il burro e zucchero, quindi unire le uova con la scorza d’arancia grattugiata e successivamente la farina. Impastare fino ad ottenere un panetto compatto, quindi avvolgerlo nella pellicola o in un canovaccio di tela, e riporre in frigo per almeno mezz’ora. Quando sarà pronta prendere una teglia, imburrarla ai lati e sullo sfondo, adagiare sopra la pasta frolla, circa i tre quarti, precedentemente stesa con il mattarello per formare un cerchio grande quanto la base della teglia. Utilizzare quella che si apre renderà più facile togliele la torta una volta cotta dalla teglia stessa.
INGREDIENTI: per il ripieno
350gr di ricotta di pecora
250 gr di zucchero
500 gr di grano in barattolo (si compra al supermercato)
200 gr di latte
2 uova e un tuorlo
un pizzico di sale
scorza grattugista di 2 arance e 1 limone
150 gr di frutta candita
2 cucchiai di fiori d’arancio
zucchero a velo
Per fare il ripieno invece, mettere in una terrina:
350 g di ricotta (preferisco quella di pecora), 250 gr di zucchero, e mescolare bene con un cucchiaio di legno, in modo che tutto diventi una sola componente. A parte scaldare 500 g di grano precotto con 200 ml di latte. Quando sarà pronto, cioè sciolto, mescolare con gli altri ingredienti, dove saranno stati aggiunti anche le 2 uova, il tuorlo, un pizzico di sale e la scorza grattugiata di 2 arance e 1 limone, i 150 gr di frutta candita, 2 cucchiai di acqua di fiori d’arancio (le fialette si trovano al supermercato). E creare così un unico composto che sarà il ripieno della pastiera.
Se si ha l’impressione che il ripieno sia troppo liquido (perchè magari si è messo troppo latte, o la ricotta era poca) il consiglio è quello di aggiungere un cucchiaio di farina, servirà a fare in modo che la pastiera una volta cotta, non crei all’interno un vuoto tra la pasta frolla e il ripieno. Far riposare in frigo mentre si prepara la pasta frolla.
Versare il ripieno che si è preparato, all’interno, della teglia antiaderente, quindi stendere la frolla restante e ricavare, delle strisce che serviranno per la decorazione. Come per qualsiasi altra crostata. Naturalmente, se si possiede una rotellina capace di creare una finitura lungo le strisce la pastiera sarà visivamente più bella.
Cuocere la pastiera in forno caldo a 180° per poco più di un’oretta controllando che non si bruci, una volta sfornata farla raffreddare (a temperatura ambiente o in frigo) per 12 ore. La pastiera infatti è sempre più buona il giorno dopo!
Un ultimo consiglio, non mettere troppo zucchero in polvere per la decorazione sopra la pastiera, io la preferisco addirittura senza, il rischio è che si assorbe troppo ma non in maniera uniforme, per cui alla fine il risultato non piace alla vista, perchè si sa che “si mangia con gli occhi”. E Voilà… Buon appetito!
Direi che oltre alla classica PASTIERA e alla TORTA DI RISO (Ricette su questo stesso sito, basta andare alla ricerca) di puo’ immaginare di preparare anche dei bei CANNOLI SICILIANI, che fanno Primavera e aria di … vacanze. Ecco la ricetta:
CANNOLI ALLA SICILIANA
PER I CANNOLI
farina 350 gr
burro 30 gr
zucchero 30 gr
mezzo bicchiere di vino bianco (oggi ho usato un vino Marsala che avevo in frigo)
una spolverata di cannella
abbondante olio di semi per friggere, oppure strutto
PER IL RIPIENO
500 gr di ricotta di pecora
1hg di frutta candida (un vasetto e mezzo circa)
gocce di cioccolato fondente ( a seconda dei gusti)
200 gr di zucchero vanigliato
PREPARAZIONE:
Mettere sulla spianatoia, oppure in una terrina, la farina, il burro precedentemente sciolto e fatto raffreddare, lo zucchero e il vino bianco, aggiungere una spolverata di cannella, e impastare. Deporre il panetto il frigo per circa 2 ore.
Nel frattempo per il ripieno, in una terrina disporre la ricotta, la frutta candida lo zucchero vanigliato e le gocce di cioccolato. Girare il tutto il modo che venga fuori una crema, disporre il tutto in frigorifero fino a che non si dovranno riempire i cannoli.
Per i cannoli bisogna disporre dei cilindri di metallo, o se si vive al mare, un’alternativa sono le canne. Si, esattamente le canne al vento quelle che crescono lungo gli argini dei rigagnoli e vicino le spiagge. Ricordo mio nonno che le raccolse per me in campagna, vicino al mare in Calabria, e poi tagliò le della misura che gli chiesi io, poco più di 7 cm. La prima volta che feci i cannoli alla siciliana, usai le … canne al vento. Forse è per questo che non li ho più dimenticati… Ci sono due misure di cilindri di metallo, quelli più grandi con un’apertura di circa 3,5 cm, e quelli più piccoli. Io uso quelli più grandi che danno il classico cannolo siciliano.
Quindi, una volta pronta la sfoglia, che va filata con la macchina oppure con il mattarello, preparare dei rettangoli di circa 10 cm. La sfoglia non deve essere finissima se no si rompe, e comunque il numero più basso della macchina tradizionale, Imperia, per intenderci, va bene. Sbattere un albume d’uovo in una piatto fondo, servirà per fare aderire al cilindro i due lembi del quadratino che abbiamo ritagliato. Prima di disporre in diagonale il quadratino di sfoglia sul cilindro, bisogna ungere il cilindro con l’olio. Servirà a togliere più facilmente il cannolo una volta cotto in abbondante olio di semi, dal cilindri di metallo.
I cannoli si friggeranno in pochi minuti, attenzione a non bruciarli, e soprattutto a lasciare scoperti i lati di ogni cilindro di metallo usato per agevolare una volta tiepidi la fuoriuscita del cannolo. Fare raffreddare e riempire i cannoli poco prima di essere serviti, con una sac a poche, cercando di non fare uscire la crema di ricotta dai lati, poi spolverare con un pò di zucchero a velo e guarnire con un’amarena per ogni lato. In alternativa va bene anche la frutta candida. Oppure le fragole, o ancora un pò di pistacchi di Bronte tritati grande. Con la ricetta esposta, sono venuti 21 cannoli! E voilà, il dolce è servito.
VINO IN ABBINAMENTO: PROSECCO VALDOBBIADENE SUPERIORE CREDE BRUT BISOL 1542
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