WINE/ IL VINO VULCANICO “RITORNO” I VITIGNI ANTICHI E AUTOCTONI RECUPERATI ALLE PENDICI DELL’ETNA E “G.R.A.S.P.O.” CON L’UNIVERSITA’ DI CATANIA UN PROGETTO DI VENTIMIGLIA BENINI LORENZONI E BERTOLAZZO

Eravamo quattro amici al bar… Edoardo Ventimiglia e sua moglie Carla Benini, proprietari della Cantina Sassofondo in alta Tuscia tra Pitigliano e Sorano in Toscana, Aldo Lorenzoni, già direttore del Consorzio del Soave e Luigino Bertolazzo.Assieme all’Università di Catania mettono in piedi il progetto per il recupero dei vecchi vitigni alle pendici dell’Etna, precisamente a Milo, nel versante Est,  “dove, dice Ventimiglia, erano spariti tutti i vigneti”. Pertanto, spiega, “assieme a Lorenzoni abbiamo messo a punto il progetto dei vini vulcanici. Per me il vino Etna è bianco. E adesso vediamo che sta rinascendo qualcosa”. la sua famiglia ha origine proprio a Milo. Lui si è dedicato al vino dopo aver insegnato per tanti anni al Centro Sperimentale di cCinematografia. Il cinema, una passione che ha ereditato da suo nonno Gaetano. Proprio per questo è nato il progetto G.R.A.S.P.O  che recupera i vecchi vitigni, in via di estinzione e li vivifica: il vitigno si assaggia e si capisce cosa può ancora fare un vecchio vitigno. Per questo il nostro progetto è un vulcano di persone”, aggiunge. A Milo i vini hanno una gradazione di circa 11,50 gradi/12 gradi. Con un altitudine di 800 metri sul mare e una buona escursione termica i vini acquisiscono quella mineralità particolare che si riconosce nei vini vulcanici. La bottiglia di vino “Ritorno” è stata presentata a Roma, assieme al progetto G.R.A.S.P.O.  da Ventimiglia e Bertolazzo nel corso di una degustazione dei vini Sassotondo al ristorante Al Ceppo. L’etichetta deriva da un quadro dipinto da nonno Gaetano Ventimiglia, che era un artista e pioniere del cinema.

(Edoardo Ventimiglia, ph Simonetta Ramogida)

“Ritorno”, è un vino bianco, fresco, vulcanico che  parla di Storia, della Sicilia e di Catania. Una passione profonda che lega la storia di una famiglia alla sua terra di origine. A  questa si unisce la voglia di ricordare, e di fare finalmente qualcosa di concreto per un territorio ed i vitigni perduti dell’Etna. Si tratta di un Etna bianco Superiore a base di Carricante in purezza che nasce dai vigneti degli Eredi Di Maio. Sono state prodotte solo 200 Magnum, un vino che parla la stessa lingua di “Iddu”:  Siamo sul versante Esta dell’Etna, nel comune di Milo, e Federico Curtaz, l’enologo di prestigio nazionale ha dato il suo prezioso contributo. ma c’è un altro soggetto importante in questa avventura: la ricerca. Infatti l’università di Catania è intervenuta sulle cultivar autoctone da custodire, salvaguardare e far rinascere. Per Carla ed Edoardo il progetto “Ritorno” mira a ricordare la storia della famiglia che proviene proprio da Milo, ma soprattutto a parlare attraverso il vino della “nostra storia, del territorio, dando inoltre un contributo reale alla ricerca – dicono – e alla tutela di un patrimonio vitivinicolo legato all’Etna e quindi unico al mondo”. Co-fondatore di Graspo è Aldo Lorenzoni, che è anche co-autore del libro che ne traccia i significati e che rappresenta un manuale di conoscenza dei vitigni “reliqua” con interessanti note storiche, enologiche. Assieme a Luigino bertolazzi, Giuseppe Carcereri e Gianmarco Guarisse, gli autori raccontanole storie enoiche di un territorio vocato alla viticoltura, con il recupero e la salvaguardia dei vitigni che senza il loro apporto sarebbero stati abbandonati per sempre.

 

(Luigino Bertolazzi, ph Simonetta Ramogida)

 

E’ stato fatto un intenso lavoro da parte del gruppo di ricerca che hanno documentato attraversando le vigne di piccole dimensioni i territori abbandonati, scovando vitigni di grande interesse. L’enologo Luigino Bertolazzi ha raccontato come durante le esplorazioni dei territori sia stata rilevante la scoperta dell’azione di persone che avevano messo in salvo vitigni pre-fillossera, impedendone al contempo una vinificazione di massa. Tra le prime varietà scovate, quelle non espiantate a causa delle altitudini elevate, lì dove era più difficile gestire i vigneti. G.R.A.S.P.O si propone di portare a quote più basse i vitigni reliquia, affinché trovino una maggiore diffusione, senza comunque diventare prodotti dal grande rilievo quantitativo, ma sempre concentrandosi sulle loro peculiari qualità.

 

 

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(Carla Benini, ph Simonetta Ramogida)

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