Food/ Gambero Rosso: in Calabria 28 luoghi dove mangiare bene 10 ristoranti e 3 trattorie raggiungono il punteggio più alto cresce la qualità

Cresce la qualità della ristorazione italiana in ogni sua forma

Le migliori insegne vanto della Calabria secondo Gambero Rosso

Sono 28 le migliori insegne vanto della Calabria. 10 i ristoranti che hanno ottenuto il punteggio più elevato come: Qafiz di Santa Cristina d’Aspromonte (RC); Ristorante La Tavernetta di Spezzano della Sila (CS); Abbruzzino di Catanzaro; Hyle di San Giovanni in Fiore (CS); Dattilo di Strongoli (KR); Pietramare Natural Food del Praia Art Resort di Isola di Capo Rizzuto (KR); Lapprodo di Vibo Valentia; Gambero Rosso di Marina di Gioiosa Jonica (RC); Taverna Kerkira di Bagnara Calabra (RC) e Luigi Lepore Ristorante di Lamezia Terme (CZ).

Le trattorie

A questi si aggiungono le 3 migliori trattorie decretate dalla Guida: Sapori & Saperi di Belvedere Marittimo (CS), parte del progetto sociale della Onlus presieduta da Maurizio Arci volto all’inclusione lavorativa di minori e giovani provenienti da situazioni disagiate. Nel progetto rientra anche la valorizzazione delle tradizioni e delle materie prime del territorio dando vita a una cucina tutta improntata in tal senso, che con equilibrio tra terra e mare creando piatti gustosi.

Magnatum La Degusteria di Longobardi (CS) che vale davvero la deviazione, sia per il borgo incantato con vista mozzafiato, sia per scoprire questa “bottega” di estrema qualità, incentrata sulla ricerca e la degustazione dei prodotti tipici: dalla cantina con oltre 400 etichette, per finire sulla cucina di Giovanna Martire, giovane chef autodidatta, interprete moderna dell’antica tradizione povera contadina.

La Taverna del Borgo di Mammola (RC) dove il pesce stocco, definizione locale dello stoccafisso, trova qui in un bel casale della piccola località posta tra l’Aspromonte e le Serre calabresi, una varietà di impieghi che ne testimoniano la versatilità in cucina soprattutto grazie alla buona conoscenza del prodotto.

Chi entra nella guida Gambero Rosso

Fanno capolino 3 insegne calabre che entrano di diritto all’interno della Guida di quest’anno:

Senzanomesiamo di Corigliano – Rossano (CS). Dopo gli anni di formazione all’Alma di Parma e tra le cucine blasonate degli Alajmo, la giovane Melania Luberto ha deciso di tornare a casa e mettere a frutto il proprio talento, aprendo il suo ristorante all’interno di un casale con camere, immerso tra gli ulivi secolari e non distante dal mare. Sulla tavola, i prodotti di una terra generosa – dal pesce alle carni ai porcini della Sila – valorizzati con estro personale e tocco contemporaneo.

Cura Cucina Contemporanea di Davoli (CZ), un ristorante elegante, dalle pareti in pietra e dettagli in legno che riscaldano l’ambiente, e dall’atmosfera accogliente e confortevole. Cucina contemporanea con piatti ben costruiti figli di felici intuizioni. Menzione per il cavolfiore, camomilla, parmigiano, limone e caffè, delicatissimo, e per il risotto con polpo, mirtilli e mandorla, molto equilibrato.

Il wine bar Di Sotto di Rende (CS), un locale grazioso in stile bistrot con una carta piuttosto vasta che riflette le scelte personali degli appassionati titolari, con ampio spazio al vino naturale da tutto il mondo senza dimenticare le piccole aziende del territorio. Tutte le etichette sono disponibili in mescita, e la cucina non è affatto comprimaria. Pane, focaccia e grissini sono fatti in casa, poi taglieri di salumi e formaggi di ricerca, e per proseguire c’è un menu con piatti come la seppia con polvere di piselli purea di patate al nero e salsa piccante.

Arriva puntale come sempre la fotografia più autorevole ed aggiornata della ristorazione italiana: è Ristoranti d’Italia 2024, la nuova Guida del Gambero Rosso giunta alla sua 34°edizione. Sono 2.485 le insegne recensite, con 324 novità. Migliori chef della ristorazione italiana sono Massimo Bottura e Niko Romito entrambi con un punteggio di 96 centesimi, raggiunti appena sotto da Heinz Beck e Enrico Crippa, mentre perde una forchetta, scivolando dall’empireo, Gianfranco Vissani.

Le Tre Forchette, con il partner TrentoDOC, sono 47contro le 44 del 2023, di cui sette nuove. Tutte al nord come Guido di Serralunga d’Alba, l’Antica Corona Reale di Cervere, Del Cambio di Torino (che fanno salire il palmares piemontese ai più alti livelli), l’Atelier Moessmer Norbert Niederkofler di Brunico, l’Harry’s Piccolo di Trieste con le due eccezioni del Kresios di Telese Terme in Campania e il Pashà di Conversano in Puglia.

(scilatelle con la ‘nduja)

Presidiatissimi i grandi centri urbani, con offerte molto differenti dal grande ristorante alla trattoria, dal bistrò al wine bar, così come le mete più raccolte e isolate, sempre più spesso illuminate – per turisti veri o clienti in cerca di nuovi esercizi da scoprire – da una ristorazione di alto profilo. La Guida è un caleidoscopio di proposte per tutte le tasche e per tutti i gusti, con diverse chiavi di lettura e un piccolo cruscotto in grado di evidenziare anche il rapporto qualità prezzo di ogni cucina. Primeggia la Lombardia per numero e qualità di insegna, mentre in Piemonte aumentano felici le Tre Forchette, così come in Puglia e si assottigliano le differenze tra Nord e Sud.

“All’indomani della candidatura della cucina italiana a Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco e dopo un’estate rovente tra scontrini fuori taglia e dibattiti sulla crisi del settore, nonostante i sold out” racconta Laura Mantovano, Direttore editoriale della Guida, “il compito della guida è quello di tirare le somme, cogliere tendenze, senza dimenticare di valorizzare solide realtà. Le difficoltà, a partire dalla sostenibilità economica, esistono, vanno studiati nuovi modelli, non è più tempo di formalismi ma certo è che la ristorazione d’autore dalla forte identità, in Italia, ha ancora molto da dire”.

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