Montaldo aveva cominciato la carriera di attore prima di passare dietro la macchina da presa, ma ha sempre continuato a recitare in diversi film, a cominciare da Achtung banditi (1951) e Cronache di poveri amanti (1954) entrambi di Carlo Lizzani, Il caimano di Nanni Moretti e Tutto quello che vuoi (2017) di Francesco Bruni nel ruolo di protagonista accanto al giovane Andrea Carpenzano.
A soli 14 anni Montaldo venne rastrellato dai nazifascisti in Liguria e deportato sul fronte al sud. Riuscì a scappare per poi unirsi alla Resistenza nel Gruppo di Azione Patriottica (Gap) della sua città.
Debuttò come attore nel 1951 in Achtung! Banditi! di Carlo Lizzani con Gina Lollobrigida e, sempre di Lizzani, in Cronache di poveri amanti con Marcello Mastroianni, interpretando successivamente nella sua carriera una ventina di film diretti, fra gli altri, da Luciano Emmer, Francesco Maselli, Elio Petri, Valerio Zurlini, Margarethe von Trotta, Nanni Moretti, Carlo Verdone e – per ultimo – da Francesco Bruni in Tutto quello che vuoi che nel 2018 gli valse un premio David di Donatello per la sua interpretazione.
Aiuto regista in numerosi film fra cui La lunga strada azzurra (1957) e Kapò (1960), e in seguito regista della seconda unità in La battaglia di Algeri (1966), tutti diretti da Gillo Pontecorvo, Montaldo esordì come regista nel 1961 con Tiro al piccione che, restaurato dalla Cineteca Nazionale, fu presentato nel 2019 alla Mostra del cinema di Venezia.
Oltre 20 film da lui diretti, 16 dei quali musicati da Ennio Morricone che rendono Montaldo il regista con cui il compositore ha collaborato più volte, entrati nella storia del cinema fra cui: Gli intoccabili (1969) con John Cassavetes; Sacco e Vanzetti (1970), con Gian Maria Volonté, e la celebre canzone cantata da Joan Baez che valse a Riccardo Cucciolla il premio per il miglior attore protagonista al festival di Cannes del 1971.
“Posso dirvi che vedendo Gian Maria Volonté capirete cosa vuol dire il mestiere dell’attore”, disse con convinzione Giuliano Montaldo tanto tempo fa e aveva ragione. Regista amatissimo, Montaldo si è spento nella sua casa romana a 93 anni. Lui che, decano del cinema italiano, non è stato solo regista ma anche sceneggiatore e attore, e che dal 1999 al 2004 è stato a capo dell’allora nascente Rai Cinema. Sacco e Vanzetti del 1971 e Giordano Bruno del 1973 sono i due suoi film simbolo, quelli che tutti ricordano e riconoscono, ma il suo percorso è stato lungo e interessante. Ha amato il cinema in tutte le sue forme e si è anche divertito nel farlo, con passione, intelligenza e profonda attenzione. Montaldo ha sempre avuto al suo fianco nel privato e nel lavoro l’amata Vera Pescarolo. Alla coppia è stato dedicato anche un documentario a firma di Fabrizio Corallo dal titolo Vera & Giuliano.
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