MOVIE/ UN ANNO SENZA L’ULTIMO TESTIMONE DI ROMA CITTA’ APERTA IL PICCOLO MARCELLO VITO ANNICCHIARICO HA SVELATO ANEDDOTI E NUOVE RIVELAZIONI SU ROMA CITTA’ APERTA ANNA MAGNANI E IL GRANDE REGISTA DEL NEOREALISMO ROBERTO ROSSELLINI

Era il 5 agosto 2022 e a Roma ci lasciava il piccolo Marcello, Vito Annicchiarico, ultimo testimone del film Roma Città Aperta di Roberto Rossellini. Premio Nastro d’Argento Speciale 2016, Vito Annicchiarico ha lavorato con Anna Magnani, Aldo Fabrizi e Aroldo Tieri oltre ai più grandi registi come Vittorio De Sica, Gennaro Righelli, Antonio Gambino e Mario Soldati. Non solo Rossellini quindi anche se fu lui a portarlo sul set per la prima volta a 11 anni, ma presente anche in teatro, in una pièce di Luigi Pirandello, L’uomo la Bestia e la Virtù e ancora con Aldo Fabrizi e Anna Magnani, di cui interpreva il figlio anche nei film Abbasso la miseria! e Abbasso la ricchezza.

Vito Annicchiarico

Nato a Grottaglie nel 1934, dopo la Liberazione con il padre disperso in Etiopia per aiutare la madre, che solo qualche anno dopo sarrebbe andata a lavorare al Poligrafico dello Stato, nel dopoguerra come tanti altri ragazzini, faceva lo sciuscià. A via Capo le Case, una piccola traversa rispetto vi del Tritone avvenne l’incontro magico con Roberto Rossellini, proprio l’incontro che cambia la vita. Vito Annicchiarico era in attesa di incontrare qualche soldato americano che volesse farsi pulire le scarpe, era li’ con la sua cassettina, le spazzole e il lucido quando il regista lo vide per la prima volta. E con la scusa di pulirgli 40 paia di scarpe lo portò con sè negli uffici della Contessa Chiara Politi non lontano da lì, dove lo aspetteva anche quello che sarebbe stato lo sceneggiatore del film assieme allo stesso Rossellini e a Federico Fellini, Sergio Amidei. L’episodio è stato poi raccontato nel libro di Simonetta Ramogida “Roma Città Aperta Vito Annicchiarico il piccolo Marcello racconta il set con Anna Magani Aldo Fabrizi Roberto Rossellini ” edito da Gangemi, 2015. Come pure la tenerezza di Nannarella che avrebbe voluto adottarlo e l’affetto del regista che diceva sul set: Oh, ‘sto ragazzino è un fenomeno”… Ma sono tanti gli aneddoti, le curiosità, i segreti svelati dal piccolo Marcello, perchè è  proprio lui che conduce Rossellini nei luoghi in cui fu girato il film. Il maestro del Neorealismo, gli dice: Fammi vedere dove vivi, portami nella chiesa dove vai a fare il chierichetto, perchè Marcello-Vito il chierichetto lo faceva nella vita vera, fammi vedere l’Oratorio dove vai a giocare a pallone: questi luoghi sono i luoghi del cuore di Vito, è il Pigneto a Roma dove viveva con la madre e i sui fratelli, Liliana e Aldo.

 

2014, Vito Annicchiarico su per le scale del palazzo di via Raimondo Montecuccoli ricordando la scena del film in cui Anna Maganni lo chiamava e lui era andato da Romoletto, (ph Simonetta Ramogida)

 

(la scena del film Roma Città Aperta)

 

Rossellini lo porta con sé anche durante le riprese di Paisà, tra Napoli, Maiori, Minori. Avrebbe dovuto girare alcune scene, ma – racconta – “Come succede ai ragazzi attorno all’età della pubertà improvvisamente ero cambiato. Non avevo più l’aspetto di un ragazzino, magari smagrito dalla povertà”, e la parte fu quindi affidata ad Alfonsino Pasca, ma lui rimase legato a Rossellini di cui diceva: “era un pezzo di pane”, espressione tipica romanesca per rimarcare la sua generosità. L’idillio per Anna Magnani durò per sempre. Quando parlava di quel periodo cinematografico e pensava al film si commuoveva sempre.

 

La sua carriera cinematografica si interrompe nel 1950, dopo il diploma inizia infatti a lavorare in una multinazionale americana, dove rimarrà fino alla pensione, come tecnico hardware, paradossalmente è tra i primi ad avere a che fare con i computer.
La madre non aveva voluto che andasse in America dove una grossa produzione di Rod Geiger, il soldatino che aveva portato la pellicola di Roma Città Aperta in America, e attraverso la quale gli americani scoprirono attraverso il cinema italiano, che il popolo in Italia subiva il nazifascismo, non era fascista. La produzione gli avrebbe assicurato gli studi, e l’avrebbe fatto continuare a lavorare nel cinam. Ma la madre non voleva lasciarlo andare, e nel frattempo anche il cinema di Rossellini era cambiato: il ciclone Ingrid Bergman l’aveva travolto. Mamma Linda desiderava che suo figlio studiasse.
Poi di colpo nel 2005 lo cerca dopo tanti anni Claudio, il figlio di Aldo Venturini, che finanziò alla fine il film di Rossellini che procedeva con stop and go, e gli permise di terminarlo. Voleva proporgli un nuovo progetto: girare con Laura Muscardin “I figli di Roma Città Aperta”. Ancora i docu-film non avevano la diffusione di oggi e Vito Annicchiarico ripercorre così con questa giovane regista tutti i luoghi in cui fu girato il film raccontando aneddoti ed episodi legati a quel periodo storico. Il docu-film della produzione Nuvola film di Amedeo Bacigalupo, vinse un premio al Tribeca Film Festival di Robert De Niro a New York, fu un vero successo. Il piccolo Marcello ancora una volta passeggia nei suoi luoghi del cuore e mostra la chiesa dove faceva il chierichetto veramente, il cortile dell’oratorio. Incontra dopo oltre 40 anni la famiglia Venturini che aveva frequentato assieme a Rossellini quando giravano Roma Cittò Aperta. Aldo e la moglie non ci sono più ma rivive con i quattro figli una storia piena di affetto. I bambini Sandro, Claudio, Vito, Letizia e Paola si ritrovano da adulti ed è tutto un ricordare papà Aldo, un commerciante di lane, produttore del film, il regista, i litigi tra Anna Magani e Aldo Fabrizi: “Anna Magnani mi voleva bene e mi volva adottare”, diceva Vito, “ma mia madre disse no”.

Roma Città Aperta Anna Magnani

 

 

Ado Fabrizi invece “mi rincorreva sempre quando dovevamo girare qualche scena insieme e non mi trovava mai perchè io andavo a trovare i miei compagni sciuscià che continuavano a lavorare ai quattro lati di largo del Tritone, e mi diceva “se ti prendo te sghilombo! Ma io non ho mai capito cosa volesse dire”… Però, aggiungeva: “era un vero professionisa, lui girava le sue scene e poi andava via”, tacendo su quanto rilevato col tempo da alcuni esperti registi come Carlo Lizzani sul fatto che Fabrizi cercasse sempre di far girare il volto al bambino, perchè non fosse troppo visibile in quel ciak a suo scapito, perchè come sottolineava Mario Monicelli: quando un attore gira con un bambino o con un cane, l’attore passa in secondo piano, è rovinato, perchè il bambino o il cane suscita subito simpatia, empatia… Vito, non ha mai voluto avallare questi rilievi, in cuor suo però sapeva che erano veri…

Vito Annicchiarico con Aldo Fabrizi

Con la pubblicazione di “Roma Città Aperta” Vito Annicchiarico racconta il set con Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Roberto Rossellini”, vengono svelati aspetti, documenti, testimonianze ancora inediti di quel periodo intensissimo del Neorealismo di cui il piccolo Marcello prese parte anche a film come Abbasso la Miseria! Ed Abbasso la Ricchezza, Domani è troppo tardi, e infine, Chi è Dio.
Partecipa anche al film “Cuore”, con Vittorio De Sica, e interpreta la parte di Coretti, e a “Un mese di onestà” di Domenico Gambino. Di Rossellini, dirà: “Per me era come un padre”. Il suo, di padre mentre girava il film era in Etiopia a combattere nell’esercito italiano. La sua grande umanità lo porta a intrattenere un rapporto epistolare con Mario Gullace, il figlio di Teresa Gullace, la martire cui Rossellini si ispira per girare il film, e successivamente con l’altro figlio: Umberto Gullace che vedrà per la prima volta in occasione della presentazione del libro su Roma Città Aperta a Roma. I documenti, le lettere sono tutti pubblicati nel libro di Simonetta Ramogida.

Vito Annicchiarico davanti il portone di via Raimonedo Montecuccoli

Con grande emozione, nel 2015 il piccolo Marcello, incontra il bambino “vero” di Roma Città Aperta, Umberto Gullace che accompagnò la madre, Teresa Gullace la mattina in cui fu trucidata dalle forze nazifasciste sotto la Caserma di Viale Giulio cesare dove era andata per vedere suo marito che era stato rastrellato. La cronaca così incrocia la vita vera… Una pagina di storia cinematografica, girata col cuore.
Nel 2016, in occasione della ricorrenza dei 70 anni del Sindacato dei Giornalisti Cinematografici (Sngci) presieduto da Laura Delli Colli gli viene assegnato il Nastro d’Argento “Speciale” che proprio nel 1946 fu riconosciuto ad Anna Magnani e a Roberto Rossellini. Nel 2011 Alberto Crespi lo aveva voluto nel docu-film “Voi siete qui” con la regia di Francesco Mattera. Anche a Grottaglie viene ricordato con affetto e con la consapevolezza di avere dato i natali ad un uomo che è entrato nella storia del cinema mondiale senza volerlo, in punta di piedi, ma lasciando un ricordo bellissimo in tutti noi. Nel 2022 lo cerca la produzione di Spike Lee per offrirgli una parte in un nuovo progetto. Peccato non abbia neppure potuto saperlo.

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