Giugno al Reale. Il ristorante dello chef tristellato Niko Romito riapre infatti i battenti a Castel di Sangro e abbassa anche i prezzi. Dopo una “parentesi di tempo che ha segnato uno dei momenti storici più complessi della storia dell’uomo, ha condotto ad una profonda riflessione sull’evoluzione della cucina, sulla centralità del cibo e dell’alimentazione nella collettività e sul significato del ruolo sociale e antropologico dell’alta ristorazione”. Tra le proposte un menu di 15 portate, di cui 10 inedite, a 150 euro. Una “scelta inclusiva” quella del ristorante gestito da Romito e dalla sorella Cristiana, basata sulla consapevolezza che “il cibo deve prima di tutto educare, deve diventare ambasciatore di un cambiamento culturale che promuove conoscenza e consapevolezza in un pubblico quanto più ampio possibile”.
Per lo chef abruzzese il cibo deve diventare sempre più inclusivo e la sua ristorazione sempre più accessibile, consolidando un percorso intrapreso sin dagli esordi e portato avanti in 20 anni di lavoro.
“Ognuno di noi è figlio della propria esperienza che, più o meno consapevolmente, determina l’atteggiamento e l’approccio verso le scelte che scrivono il nostro futuro. Dopo questa lunga pausa sento ancora più forte il bisogno di un confronto con i miei ospiti – spiega lo stesso Romito – di condividere il mio pensiero gastronomico con i nostri clienti storici, che percepiranno un’evoluzione decisa ma coerente e con gli appassionati di tutto il mondo, che speriamo di accogliere di nuovo presto. Ma anche con un pubblico nuovo che ha voglia di fare per la prima volta una esperienza gastronomica al Reale e con i giovani, protagonisti del mondo che verrà”.
Quanto al menu e ai piatti, Romito prosegue nel suo percorso alla ricerca “dell’essenza, della pulizia estrema in tutti i nuovi piatti, attraverso un processo creativo che è stato insieme sfidante, divertente e a volte persino un po’ audace. Il menù degustazione si compone di 15 piatti, una dichiarazione autobiografica che racconta e spiega cosa vuol dire per me, oggi, mangiare bene e far mangiare bene: il gusto netto, preciso e a tratti ‘prepotente’, di ingredienti trasformati e distillati per arrivare alla quintessenza del sapore”.
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