NATALE/ LIBRI SOTTO L’ALBERO

COSA C’E’ DI MEGLIO CHE REGALARE UN BUON LIBRO A NATALE? CERTO, NON E’ UN REGALO ORIGINALE PENSERA’ QUALCUNO MA UN LIBRO APRE NUOVE ORIZZONTI TRASCINA IN LUOGHI SCONOSCIUTI RACCONTA COSE MAI VISTE E PUO’ FAR BENE ANCHE AL CUORE..

 

Libri da non perdere, libri da regalare, libri che ci fanno pensare. Libri che ci fanno capire. Libri che amiano tutta la vita. Libri che ci accompagnano anche solo per qualche indimenticabile ora. 

Per chi ama leggere, per chi anche quando parte all’ultimo minuto prende un libro con sè per non essere mai solo, libri per chi magari non ha un camino ma un calice di vino rosso e un plaid caldo per coccolarsi un pò, libri anche per chi parte stando fermo muovendosi magari solo con l’immaginazione. Libri tra scorribande in cucina, immersioni nel mondo del cinema, viaggi fotografici e romanzi d’amore. Libri per chi ama le parole e a volte non trova quelle giuste “per dirlo”. Libri ma anche divertissment …

 

 

ALLORA ANDIAMO IN LIBRERIA… NO AMAZON PLEASE…

 

ECCO UNA BREVE LISTA DI LIBRI CHE HO TROVATO INTERESSANTI O DIVERTENTI…

 

PAOLO RUMIZ UNA VOCE DAL PROFONDO, FELTRINELLI 2023

 

 

Appena uscito va ad aggiugersi ad un elenco di meravigliosi libri che fanno sognare, ti portano un pò ovunque in giro per il mondo e non setti mai di scoprirlo. Paolo Rumiz è uno scrittore e giornalista triestino, inviato speciale del «Piccolo» di Trieste ed editorialista de «La Repubblica». I suoi libri sono sempre delle splendide esperienze in paesi lontani in cui mischia con disinvoltura e consapevolezza eventi storici e bellezze maturalistiche. Esperto del tema delle Heimat e delle identità in Italia e in Europa, dal 1986 segue gli eventi dell’area balcanico-danubiana. Nel 2001 come inviato prima da Islamabad e poi da Kabul, segue l’attacco statunitense all’Afghanistan. Vince il premio Hemingway nel 1993 per i suoi servizi dalla Bosnia e il premio Max David nel 1994 come migliore inviato italiano dell’anno.

Quasi tutti i suoi libri sono pubblicati da Feltrinelli. Confesso che anche di recente ho acquistato per il compleanno di un mio amico il suo ultimo libro:La Voce dal Profondo, perchè con Rumiz vai sul sicouro, lui non sbaglia un colpo. Quel che scrive è di un interesse storico e letterario sorprendenti per la sua capacità di trascinare il lettore nelle storie che racconta che in un modo o nell’altro è sempre la nostra storia, ci appartiene, o ci sfiora, ci avvolge mentre la sua capacità letteraria ci fa immergere nella corrente narrativa che sapientemente parola dopo parola disegna, mentre il lettore dà vita all’immaginazione dei suoi miti, dei suoi eori che ha incontrato e immaginato nelle scorribande dei reportage di Rumiz in giro per il mondo, fino a creare in chi legge quasi una visione fotografica dei paesi che ha visitato per gioco o per lavoro e che descrive liberando un interesse inarrestabile verso i suoi scritti. Così da portarci una volta in Cina (Maledetta Cina 2012), un’altra a Gerusalemme (Gerusalemme perduta 2005) o sulla via Appia (Appia, 2016). Nell’ultimo suo lavoro racconta la Sicilia e la Calabria. L’autore sente una voce rauca che lo chiama dal fondo di un vulcano spento. Quel suono, simile a un lamento, gli ricorda che c’è una crepa che squarcia l’Italia dalla Sicilia al Friuli: quella dei terremoti. Rumiz decide di seguirla, di entrare “con la lampada di Aladino” nel mondo del Minotauro. Un viaggio, il suo, nelle fondamenta del Paese, in un inferno di linee di faglia, crateri, fiumi sotterranei, miniere, catacombe e fondali marini; in un mondo senza stelle che accende le vibrazioni più intime degli italiani, una Terra Incognita che ci porta dritto negli inferi dell’Umano e apre vertiginosi itinerari in noi stessi. Ne nasce una storia segnata “da incursioni piratesche, litanie, scongiuri, frane, abbandoni e malaffare; un’epopea di naufragi, invasioni, inaudite capacità di rinascita e paure da fine del mondo”. Uno sterminato affresco, dove il Terribile della natura è una normalità contro la quale attrezzarsi e non un’emergenza su cui speculare; una storia visionaria che, da Selinunte al santuario di Oropa sulle Alpi, incontra l’ombra di Grandi Madri, sibille e madonne, e ha per baricentro Napoli, la metropoli più sotterranea, instabile, stratificata, magmatica e contemporaneamente più teatrale d’Europa. È lì che Rumiz, ascoltando scienziati, poeti, musicisti, antropologi e abitanti di quei luoghi, approfondisce un suo approccio “geologico” all’identità nazionale.

 

Questi i suoi libri:

Danubio. Storie di una nuova Europa (1990), Vento di terra (1994), Maschere per un massacro (1996), La linea dei mirtilli (1993), La secessione leggera (2001), È Oriente (2003), Gerusalemme perduta (2005), La leggenda dei monti naviganti (2007), Annibale. Un viaggio (2008), L’italia in seconda classe, con i disegni di Altan e una Premessa del misterioso 740 (2009), La cotogna di Istanbul (2010), Il bene ostinato (2011), A piedi (2012), Trans Europa Express (2012), Morimondo (2013), Maledetta Cina (2012), Il cappottone di Antonio Pitacco (2012), Come cavalli che dormoni in piedi Ambra sulla corrente (2014), Appia (2016), Dal libro dell’esodo (con Cécile Kyenge), Il filo infinito (2019), Il veliero sul tetto (2020), Canto per l’Europa (2021) e La voce dal profondo (2023).

 

ITALO CALVINO

Come non ricordare il centenario dalla nascita di Italo Calvino che abbiamo celebrato lo scorso 15 ottobre? I suoi romanzi hanno fatto sognare milioni di ragazzi di ogni generazione e in occasione del centenario le visualizzazioni hanno formato una nuova classifica: i romanzi sul podio sono risultati ll barone rampante con 90.388 visualizzazioni, Il sentiero dei nidi di ragno con 88.590 e Il visconte dimezzato con 61.587 che è pure nei primi cento tra i bestseller della classifica di Amazon. La classifica prosegue con il quarto posto de Le città invisibili (60.680) e il quinto posto di Se una notte d’inverno un viaggiatore (44.325). Con Marcovaldo e le Lezioni americane sono tutti titoli che stazionano stabilmente in classifica nelle prime duecento posizioni dei rilevamenti di Gfk e di Nielsen. Italo Calvino è stato uno dei narratori che più ha plasmato la letteratura italiana contemporanea sia per le opere letterarie, sia per l’impegno politico e civile. L’autore cardine del secondo Novecento assieme, e per opposizione, a Pier Paolo Pasolini. Di lui ho molto amato Lezioni Americane, che ebbe all’epoca però molte critiche e di recente ampiamente rivalutato. Le opere di Calvino sono tutte in catalogo da Mondadori. Cosa leggere oggi di Italo Calvino? Tutto, direi perchè ogni libro è differente. Di lui, come di Alberto Moravia, di Pier Paolo Pasolini, di Dacia Maraini e personalmente di Gianni Celati credo si debba leggere tutto. Abbiamo tutta una vita per incontrare i loro racconti pagina per pagina.

 

MATTHEW MCCONAUGHEY GREENLIGHTS L’ARTE DI CORRERE IN DISCESA BALDINI+CASTOLDI 2023

“Sono in questa vita da cinquant’anni, ne scruto l’enigma da quarantadue, e da trentacinque tengo un diario pieno di idee su come risolverlo. Appunti su successi e fallimenti, gioie e dolori, cose che mi hanno stupito o che mi hanno fatto ridere di cuore. Appunti su come essere sereno. Come stressarmi di meno. Come godermela. Come fare meno male agli altri. Come fare meno male a me stesso. Come diventare un brav’uomo. Come dare un significato alla mia vita. Come essere più io. Solo di recente ho trovato il coraggio di riprendere in mano i miei diari: vi ho trovato storie del mio passato, lezioni apprese e dimenticate, poesie, preghiere, rimedi, convinzioni, alcune fotografie molto belle e un mucchio di adesividaparaurti (nel libro vi spiego cosa intendo). Ho trovato anche un filo conduttore, un approccio alla vita che mi ha dato soddisfazione allora e che funziona anche oggi: se sai come, e quando, affrontare le sfide, puoi sperimentare quello stato glorioso che io chiamo “greenlight”, semaforo verde. Così ho preso un biglietto di sola andata per il deserto, ed è nato questo libro: un album, una testimonianza, una storia della mia vita finora. Qui sono racchiusi cinquant’anni di cose che ho sperimentato, sognato, inseguito, dato e ricevuto; alcune valide, altre vergognose. Le volte in cui l’ho fatta franca, quelle in cui mi hanno beccato, e quelle in cui mi sono bagnato ballando sotto la pioggia. Spero che sia come una medicina con un buon sapore, come un paio di aspirine invece del pronto soccorso, come un’astronave verso Marte senza bisogno di avere la patente e come le risate tra le lacrime. È una lettera d’amore. Alla vita. (È anche un manuale per trovare più “greenlight” e su come imparare a gestire le delusioni. Buona fortuna.)”

Eccolo il libro di Matthew Mcconaughey, attore con un meritatissimo premio Oscar per un’interpretazione struggente (Dallas Buyers Club, nel 2014), un curriculum arricchito di film e serie (True Detective) che lo hanno posizionato tra gli attori «di qualità». Bello e bravo, capace anche di sorprenderci pubblicando un libro pieno di fotografie, della sua storia, delle sue emozioni messe lì per iscritto o  per immagini, che ne fanno un manuale su come gestire le delusioni e arrivare dritto all’obiettivo. A lui è riuscito. Nel libro sono racchiusi 50 anni di sogni, avventure, e le sperimentazioni, dice,  in cui “ho ballato sotto la pioggia”. Quanta saggezza, Matthew McConaughey! Chi l’avrebbe mai detto che il ragazzone che veniva continuamente fotografato senza camicia, con spettacolari pettorali in vista, sarebbe diventato scrittore,

 

Matthew McConaughey 54 anni il 4 novembre. Lattore premio Oscar originario di Uvalde Texas ha girato oltre 50 tra film e...

In Greenlights. L’arte di correre in discesa con grande umiltà e sincerità racconta la sua storia, i suoi viaggi avventurosi alla scoperta del mondo e dentro sé stesso. È stato un ragazzo ed è un uomo che non si è mai fatto scivolare la vita addosso, si è sempre battuto per trovare un senso, un suo posto nel mondo. In Greenlights raccontava la sua infanzia e la sua famiglia d’origine, descrive il percorso accidentato del matrimonio dei suoi genitori che hanno due volte divorziato e tre volte si sono sposati. Racconta di sua madre che diceva ai figli di non guardare la televisione, incitandoli sempre a fare, non a guardare gli altri fare, a essere sempre protagonisti, mai figure passive.

 

 

MARIA ROSA DI FAZIO IL CIBO CHE CURA IL CIBO CHE AMMALA MIND EDIZIONI 2019

Dimenticatevi quella logora battuta che in tanti si divertono a ripetere, ignorando però del tutto quello che dicono. Sì, ci riferiamo a quelle parole che avrete sentito o letto tante volte e che suonano più o meno così: “Non si può vivere da malati per morire sani”. Dimenticatevela perché è una battuta fondamentalmente sbagliata, oltre che poco rispettosa verso chi, seriamente malato, vorrebbe invece poter avere il dono di morire sano. Di conseguenza è una battuta anche un po’ stupida. Pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo, questo libro nato dall’esperienza professionale di più di un quarto di secolo di una grande oncologa italiana di statura internazionale vi rivelerà invece qual è la vera Verità. E cioè che mangiare in modo sano per investire sul bene più grande che abbiamo ― la Salute ― non comporta rinunce impossibili e al tempo stesso risulta gradevole tanto al palato quanto all’occhio, come scoprirete da voi in una ricca sezione finale dedicata alle ricette, dagli antipasti ai (pochi) dolci. Senza dimenticare che seguire i suggerimenti alimentari della dottoressa è anche più economico per il bilancio familiare: sia perché mangiando così si evita di acquistare tanti prodotti che nella migliore delle ipotesi sono del tutto inutili – se non addirittura dannosi – sia perché vivere in salute oggi significa anche meno spese mediche domani.

 

Nel libro, quindi, l’alimentazione è studiata come potente arma contro le malattie, un insegnamento di cui tutti dovremmo fare tesoro e stile di vita.vengono inseriti anche indicazioni alimentari innovative con precisi NO e altrettanti SI. Il libro in sostanza riunisce il meglio di due Best Seller della dottoressa  Di Fazio: Mangiare bene per sconfiggere il male” e “le ricette di mangiare bene per sconfiggere il male”.

 

E POI C’E’ LA MUSICA….

 

SIDNEY BECHET SUONA CON GENTILEZZA LA MIA STORIA QUODIILIBET CHORUS 2023

 

Con una Prefazione di Claudio Sessa,Introduzione di Marcello Lorrai, Con una nota di Roberto Ottaviano, Nota discografica di Stefano Zenni Traduzione di Giuseppe Lucchesini
In un’epoca in cui i sassofonisti jazz tendevano ad essere virtuosi superficiali, dai rapsodismi affannati e dall’esasperazione della tecnica dello steccato scoppiettante ed ironica (slap tongue), il lavoro di Bechet appare come una rivelazione di eloquenza, di profondità ed eleganza della frase musicale.
Realizzare poi queste idee su uno strumento come il sax soprano, che era impopolare principalmente perché era difficile da suonare intonato, quindi un vero problema quando si suonava in gruppo, lo poneva su un livello superiore come strumentista oltre che come improvvisatore

 

 

 

 

VERONICA RAIMO: NIENTE DI VERO, EINAUDI 2022

 

Un libro che lo scorso anno vince il Premio Strega, un’autrice capace di rallegrare il lettore anche di fronte la sprovvedutezza umana. La lingua batte dove il dente duole, e il dente che duole alla fin fine è sempre lo stesso. L’unica rivoluzione possibile è smettere di piangerci su. In questo romanzo esilarante e feroce, Veronica Raimo apre una strada nuova. Racconta del sesso, dei legami, delle perdite, del diventare grandi, e nella sua voce buffa, caustica, disincantata esplode il ritratto finalmente sincero e libero di una giovane donna di oggi.

Niente di vero è la scommessa riuscita, rarissima, di curare le ferite ridendo. “All’inizio c’è la famiglia. Veronica Raimo racconta che, specialmente se si è figlie, quell’inizio combacia con la fine” (Domenico Starnone).

“Leggere questo romanzo è una festa. Ma molte pagine sono ferite da medusa: bruciano alla distanza” (Claudia Durastanti).

Prendete lo spirito dissacrante che trasforma nevrosi, sesso e disastri famigliari in commedia, da Fleabag al Lamento di Portnoy, aggiungete l’uso spietato che Annie Ernaux fa dei ricordi: avrete la voce di una scrittrice che in Italia ancora non c’era. Veronica Raimo sabota dall’interno il romanzo di formazione. Il suo racconto procede in modo libero, seminando sassolini indimenticabili sulla strada. All’origine ci sono una madre onnipresente che riconosce come unico principio morale la propria ansia; un padre pieno di ossessioni igieniche e architettoniche che condanna i figli a fare presto i conti con la noia; un fratello genio precoce, centro di tutte le attenzioni.

Circondata da questa congrega di famigliari difettosi, Veronica scopre l’impostura per inventare se stessa. Se la memoria è una sabotatrice sopraffina e la scrittura, come il ricordo, rischia di falsare allegramente la tua identità, allora il comico è una precisa scelta letteraria, il grimaldello per aprire all’indicibile. In questa storia all’apparenza intima, c’è il racconto precisissimo di certi cortocircuiti emotivi, di quell’energia paralizzante che può essere la famiglia, dell’impresa sempre incerta che è il diventare donna. Con una prosa nervosa, pungente, dall’intelligenza sempre inquieta, Veronica Raimo ci regala un monologo ustionante.

 

 

 

ALBERTO MARIA MERLI SCHERZI RISATE E QUALCOSA DI SERIO LA NAVE DI TESEO 2019

 

“Nella mia vita, dice Alberto Maria Merli, ho avuto modo d’incontrare molti personaggi famosi e con loro ho condiviso grandi e piccole avventure. Molti di loro, ahimè, non esistono più, ma sono tuttora presenze vivissime nell’immaginario collettivo. Questo libro vuole ricordare cosa sono stati il cinema, il teatro, la televisione e la radio di alcuni anni fa. A volte con un po’ di nostalgia, perché alcune di quelle atmosfere non torneranno più, ma soprattutto con tanta ironia: aneddoti, scherzi, situazioni bizzarre, sono tante le cose da ricordare. Dalle tournée teatrali in giro per l’Europa ai set cinematografici in luoghi straordinari, dalle discussioni sull’arte e sul mestiere alle lotte per la tutela del cinema e della produzione televisiva italiani.” Un’autobiografia non convenzionale racconta di un mondo perduto e amatissimo: dalla Roma di Sordi e Mastroianni alla Parigi di Catherine Deneuve e Alain Delon, il memoir autentico di un uomo e di un attore che non ama prendersi troppo sul serio, ironico, caparbio. Piccolo capolavoro di aneddoti, racconti, segreti svelati riguardo un mondo, quello dello spettacolo e cinematografico soprattutto che tanto piace al pubblico. Attore e doppiatore Merli è interprete di molti film e sceneggiati per la televisione e la radio. La Nave di teso ha pubblicato anche il suo primo libro, MANGERETA nel 2018.

 

SIMONETTA RAMOGIDA LE MOLESTIE MORALI. SE INCONTRI IL CANNIBALE UCCIDILO GANGEMI 2020

Storia di Anna che incontrò il cannibale e lo divorò

TUTTI I TIPI DI VIOLENZE CONTRO LE DONNE UN GLOSSARIO E UN MANUALE GIURIDICO PER DIFENDERSI

Un romanzo che ha per tema le violenze morali e si snoda attraverso tre livelli di lettura mentre racconta lo stupore di una bambina, Anna, che non può comprendere a soli a otto anni, le richieste di don Mario nel confessionale e che neppure capisce che la sua compagna di giochi, Angela, è gelosa e proprio per questo la bullizza. La sua gioiosità non si esaurisce con lo scorrere del tempo, neanche quando dovrà difendersi da molestie ben più aggressive e devastanti nel mondo del lavoro. Anche adesso che è adulta, Anna stenta a riconoscerle perchè è difficile mettere in relazione quel sopruso, quelle umiliazioni, quelle offese subite, quei silenzi che minano la sua integrità fisica e psicologica, con le violenze, che sono sempre più complesse ma sempre uguali a se stesse che si chiamino mobbing, stalking, bulling, cyberbullismo, straining, gaslighting, fino alle persecuzioni psicologiche, al femminicidio, fino alla morte.

Di quante forme possono essere fatte le molestie morali? Sempre diverse ma sempre uguali a se stesse che si chiamino mobbing, bossing, straining oppure stalking, gaslighting, fino alle persecuzioni psicologiche, alle violenze sessuali, fino alla morte. Anna attraversa questo campo minato e ripensa a quel confessionale, a don Mario. Poi tutto intorno si fa più opaco, i contorni sfumati fino all’incontro che salva la vita, diventa di nuovo tutto trasparente, nitido, la messa a fuoco precisa consente finalmente la rinascita. Anna apre la sua mente e il cuore ad un’esperienza che non avrebbe mai considerato. La dottoressa Ilaria che viene da lontano la accompagna alla ricerca del sé in un viaggio a ritroso nei luoghi in cui senza saperlo si era persa. Prefazione di Laura Muscardin.

MASSIMO LOPEZ FRANCESCO MARIA SPANO’ ERMINIA GERINI TRICARICO VERY IMPORTANT PEPERONCIN GANGEMI 2019

Ripropongo un bellissimo libro edito da Gangemi in italiano e inglese. Attenzione: questo non è un libro ma il libro sul peperoncino che, pur ispirandosi anche ad altre pregevoli pubblicazioni sull’argomento, ha voluto fare un passo avanti e ritiene di esserci riuscito. È l’allegro vociare, in una immaginaria Agorà, di autori che lo raccontano e si raccontano con la speranza di incontrarsi fuori di queste pagine e di conoscersi tra loro. Il Covid -19, un inaspettato elemento di novità, ha fatto da aiuto regista nella compilazione del libro. A causa sua il ricordo diventa nostalgia e il passato recente ha il sapore di una ricerca del tempo perduto e fame di futuro senza confini: la libertà ha la sua piccantezza. Ma un piccolo seme di peperoncino fiorisce anche nel cuore più spaventato e come un pifferaio magico ha chiamato a scrivere, a sognare, a guardare oltre le pareti di cristallo. Ha regalato emozioni e fantasia, perché Lui è mito e rito, sentimento, eros, nostalgia, storia e filosofia, prosa e poesia, che gli autori hanno riversato in queste pagine, con un valore aggiunto: anzi due. E lo hanno generosamente offerto June di Schino, storica dell’alimentazione, con uno studio accurato, privo però della gravitas a favore di una narrazione-reportage di piacevolissima lettura; e Lucia Antico, che si è improvvisata detective in quel dei Paesi Bassi, e offre su un piatto d’argento i risultati della sua ricerca. Tra queste pagine di ‘tranquilla’ lettura irrompe Franco Ferrarotti con un blitz al calor bianco, scritto con caustica saggezza. Ma il peperoncino è soprattutto una promessa – più volte mantenuta – di benessere e salute. Ed è per questo che navigando tra le lusinghe dei vari capitoli, non ha mai perso di vista la rotta prefissata per trovare una risposta alla domanda: chi è veramente il peperoncino per l’Umanità? La dà Massimo Lopez, che dedica a questa opera ‘minore’ la stessa attenzione e l’assoluto rigore scientifico dei suoi studi di più ampio respiro.

                       

 

Il peperoncino, esaminato nella sua intima essenza, studiato, sperimentato per anni in laboratorio e sull’uomo, esce dalla cucina e forse dalla camera da letto, per offrire rimedi alla sofferenza, ad alcune malattie e speranza nella cura del cancro. E c’è ancora molto da scoprire su questo lui che – c’è da scommetterlo – avrebbe potuto indurre il poeta leopardi a esclamare, almeno per una volta: o benigna natura!

 

 

 

MARIO AVAGLIANO MARCO PALMIERI PAISA’ SCIUSCIA’ E SEGNORINE – MILITARI ITALIANI NEI LAGER NAZISTI – STORIA DELLE ORIGINI DEL FASCISMO – 1948 GLI ITALIANI NELL’ANNO DELLA SVOLTA, IL MULINO

 

 

L’elenco potrebbe continuare ma proviamo as attraversare solo alcuni dei libri di Mario Avagliano e Marco Palmieri. Loro sono due storici pieni di passione nel raccontare l’Italia del dopoguerra, l’origine del fascismo, le storie dei militari italiani rinchiusi nei lager nazisti. Il loro è un lavoro di ricerca storica attraverso i documenti e gli eventi che si sono susseguiti, attraversando con meticolosa precisione gli anni del dopoguerra e tutto quello che ha originato il fascismo e gli anni bui che la popolazione ha dovuto subire fino alla rinascita. prendiamo per esempio, I militari italiani internati nei lager nazisti:

«Di molti saggi, per nobilitarli, si dice che sembrano romanzi. Non è quasi mai vero. Questo è uno dei rari casi… È un libro bellissimo, necessario»: Luca Bottura.

La storia degli IMI (internati militari italiani) è la storia dei circa 650.000 soldati che, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, furono catturati e deportati dai tedeschi. L’offerta di aderire alle SS o alla repubblica di Salò ed essere rimpatriati fu accettata solo da una piccola parte; la massa scelse di rimanere prigioniera nei lager, come autentico atto di resistenza. Grazie a una ricchissima mole di diari, lettere e testimonianze dirette, edite e ancor più inedite, il libro ne racconta la vicenda complessiva, dalla cattura alla liberazione e al ritorno, scoprendo anche aspetti poco noti della violenza nei lager, nei campi di lavoro coatto e di punizione, del loro bagaglio di ideali e di umanità, del rapporto con la popolazione civile e con le donne. Una pagina a lungo trascurata e sottovalutata recuperata qui, attraverso le voci dei protagonisti, in un quadro vivido e dettagliato.

 

 

 

1948 GLI ITALIANI NELL’ANNO DELLA SVOLTA, IL MULINO 2018

 

«Un tumulto, un’agitazione, un ondeggiare di folle sempre maggiore, da una piazza all’altra, da un comizio all’altro, e blaterare di altoparlanti, e sbocciare di manifesti l’uno sull’altro, e gualdane di attacchini arditi e petulanti come guerrieri d’assalto…» – Paolo Monelli

Per l’Italia repubblicana le vicende del 1948 hanno sancito la fine della travagliata transizione dal fascismo alla democrazia e l’inizio di una fase politica nuova. Il voto del 18 aprile rappresentò anche una netta scelta di campo nel bipolarismo della guerra fredda, scelta che non fu messa in discussione neppure dalla grave crisi dell’attentato a Togliatti, che in quello stesso anno portò il paese sull’orlo di un’insurrezione e ai una nuova guerra civile. Come vissero gli italiani quel passaggio tumultuoso? Quali ideali li animarono? Quali stati d’animo, passioni e condizionamenti ne indirizzarono l’orientamento politico? Diari, lettere, interviste, relazioni delle autorità e di pubblica sicurezza, carte di partito, documenti internazionali, giornali, volantini permettono di ricostruire il quadro complesso dell’Italia dell’epoca, illuminando anche molte questioni che hanno caratterizzato i decenni successivi, fino ai nostri giorni.

 

 

Giornalisti e storici, Mario Avagliano e Marco Palmieri con il Mulino hanno pubblicato «Vincere e vinceremo! Gli italiani al fronte» (2014), «L’Italia di Salò» (2016), «1948. Gli italiani nell’anno della svolta» (2018, Premio Fiuggi Storia), «Dopoguerra. Gli italiani tra speranze e disillusioni» (2019), «Paisà, sciuscià e segnorine. Il Sud e Roma dallo sbarco in Sicilia al 25 aprile» (2021).

 

PAISA’ SCIUSCIA’ E SEGNORINE, IL MULINO 2021

 

Attingendo a lettere, diari, corrispondenza censurata, relazioni delle autorità italiane e alleate, giornali, canzoni, film, il libro compone un racconto corale, colorato, drammatico e curioso, e in tanti dettagli inedito, di quell’Italia che per prima si affacciava al dopoguerra.

«La forza di questo libro è la ricchezza di storie individuali che catturano e avvincono, ricostruendo in presa diretta la vita del Mezzogiorno e del Centro Italia dopo la liberazione» – Aldo Cazzullo

È stato chiamato «l’altro dopoguerra» il periodo vissuto dall’Italia meridionale e da Roma tra il luglio del 1943, quando gli alleati sbarcano in Sicilia, e il maggio del 1945, quando la guerra finisce. Un lungo periodo, segnato dal procedere lento della linea del fronte verso nord, con combattimenti accaniti, violenze ai civili da parte dei tedeschi, atti di resistenza (spesso sconosciuti, ad eccezione delle quattro giornate di Napoli). Ma anche un vitale, caotico, difficile ritorno alla pace e alla libertà. La presenza ingombrante degli alleati, il ritorno dei partiti, delle radio, della stampa libera, la voglia di normalità e di divertimento, e poi la fame, la prostituzione, il banditismo, la criminalità, le marocchinate, gli sciuscià. Attingendo a lettere, diari, corrispondenza censurata, relazioni delle autorità italiane e alleate, giornali, canzoni, film, il libro compone un racconto corale, colorato, drammatico e curioso, e in tanti dettagli inedito, di quell’Italia che per prima si affacciava al dopoguerra.

SIMONETTA RAMOGIDA ROMA CITTA’ APERTA VITO ANNICCHIARICO RACCONTA IL SET CON ANNA MAGNANI ALDO FABRIZI ROBERTO ROSSELLINI GANGEMI 2015
Un libro di cinema, ma anche di storia, di fotografia, ricco di documenti inediti e di aneddoti e racconti grazie alla memoria ferrea di Vito Annicchiarico che in Roma Città Aperta interpretava Marcello, il figlio della Sora Pina, Anna Magnani.
Proprio quest’anno sono stati celebrati i 50 anni dalla scomparsa di Nannarella, e questo libro svela ricordi e segreti della maggiore attrice italiana, che non fu mai diva anche se la sua stella risplende ad Hollywood avendo vinto nella storia del cinema il primo Oscar ad una attrice italiana per l’interpretazione del film La Rosa Tatuata, con Burt Lancaster.

 

“Sul set ero il piu’ piccolo e Roberto Rossellini mi spiegava con molta calma quello che dovevo fare eio lo facevo con grande facilita’, come spesso accade ai ragazzini di quell’eta'”. Vito Annicchiarico si racconta per laprima volta a 70 anni dall’uscita del film “Roma citta’ aperta”dove all’eta’ di dieci anni interpreto’ Marcello, il figlio di Anna Magnani, la “sora Pina” della pellicola forse piu’ nota e importante del Neorealismo. A condurre per mano il lettore alla scoperta di un capitolo inedito della storia del cinema italiano e’ Simonetta Ramogida, giornalista e fotografa, con il libro “Roma citta’ aperta” (Gangemi Editore). “Perchè si parla ancora oggi di Roma citta’ aperta? Perche’ un film riesce ad essere vivo e a commuovere, emozionare, far riflettere sul passato con straordinaria freschezza anche molti anni dopo?Chiede Laura Delli Colli nella prefazione al volume di Ramogida. La riposta, ancora una volta – osserva Delli Colli – è  in queste pagine scritte come un fiume in piena di ricordi,testimonianze, preziosa ricostruzione. Pagine che riaprono di nuovo con lucidita’ ma anche con palpabile trepidazione, un cassetto ancora pieno di immagini e parole che questa lunga carrellata ci restituisce come un lungo piano sequenza, conbl’immagine di Anna Magnani sempre sullo sfondo”. E allora ecco il nostro Vito-Marcello che parla della sua grande ‘mamma’cinematografica. “Ricordo la splendida Anna Magnani che mi accolse e amò proprio come un figlio… E’ un film che non mi stanco mai di guardare e ogni volta ritrovo l’emozione che honsentito la prima volta, quando fu proiettato al Quirino il 24settembre 1945. E’ un film che ha un ritmo costante, non ha pieni e vuoti. E mi commuove sempre”. L’autrice nel libro,denso non solo di ricordi e testimonianze ma anche di immagini,ci porta nelle strade del Pigneto, il quartiere dove fu girato il film, in un viaggio che rivela, attraverso documenti spesso inediti, emozioni e ricordi del piccolo attore che dopo Rossellini lavorerà ancora con registi del calibro di Vittorio De Sica calcando anche le scene teatrali. “Il libro e’ stato realizzato in un arco temporale di cinque anni. – spiega Simonetta Ramogida, che ha utilizzato dichiarazioni, interviste e molto materiale d’archivio – Il mio grande impegno e’ stata una ricerca minuziosa negli archivi di biblioteche, cineteche, presso le Teche Rai e Rai Storia, la Fondazione Ente dello Spettacolo, la Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia, la Rivista il Cinematografo, l’Istituto Cinecittà-Luce. Ci sono stati giornali e riviste, mostre fotografiche, rassegne cinematografiche”. Poi la parola di Vito Annicchiarico, la cui cstoria personale e professionale, da Roma citta’ aperta e fino agli anni ’50, si e’ intrecciata con quella del Neorealismo.

 


Prefazione
di Laura Delli Colli

Grazie, Marcello…

Perché si parla ancora oggi di Roma città aperta? Perché un film riesce ad essere ‘vivo’ e a commuovere, emozionare, far riflettere sul passato con straordinaria freschezza, anche molti decenni dopo? La risposta, ancora una volta, è in queste pagine scritte come un fiume in piena di ricordi, testimonianze, preziosa ricostruzione. Pagine che riaprono di nuovo, con lucidità ma anche con palpabile trepidazione, un cassetto ancora pieno di immagini e parole che questa lunga carrellata ci restituisce come un lungo piano sequenza, con l’immagine di Anna Magnani sempre sullo sfondo…

Sì, leggendo queste pagine è come se da quell’ultima immagine di Pina, da quel bianco e nero ormai quasi sfocato nelle ultime proiezioni possibili che hanno preceduto il restauro del film, si materializzino forme, contorni, particolari che aggiungono alle certezze altre domande, alla Storia altre storie, alla dignità eroica dei non-eroi che Roberto Rossellini ha consegnato

al manifesto del Neorealismo nel mondo, un’umanità che rende ancora più incisivo il senso di riscatto e di orgoglio che quelle immagini hanno impresso negli occhi e nel cuore, non solo nella memoria, di intere generazioni di spettatori.

Anna Magnani aveva voluto fortissimamente quel film: possibile, diceva, che non si possa fare un film su una donna qualunque, che non sia bella, che non sia giovane, che non sia l’immagine falsa di una diva?

Quando Roberto Rossellini arrivò da lei col copione, la vera storia di Teresa Gullace le sembrò subito cucita a misura della sua forza, della sua capacità di essere appassionata e passionale, nel grido che la lasciò, davvero, stremata a terra, dopo la mitragliata che fermava la sua corsa; ma anche nel semplice gesto, nell’emozione di accarezzare la testa a un bambino.

E quella mano, quella leggerezza così protettiva, i suoi abbracci sofferti come l’ansia febbrile e divorante di una donna, una madre che, come dissero all’epoca, riusciva a chiudere “una perfetta equazione tra verità e poesia” e che a giudicare da quanto si legge in questo libro ha lasciato un’impronta forte nei sentimenti e anche nello sguardo di un bambino, attore per caso.

I bambini del cinema restano bambini per sempre. Ma soprattutto hanno un destino speciale: c’è chi, come Jean Pierre Lèaud, resta prigioniero per sempre del suo Antoine Doinel e di un mondo, di una professione in cui grazie a un maestro come Truffaut, la sua avventura cinematografica si è specchiata come nell’incantesimo della favola, per tutta la vita. Chi, come il piccolo Salvatore “Totò” Cascio di Nuovo Cinema Paradiso ha perso presto, invece, la strada del cinema e forse per sempre la magia sulla quale Giuseppe Tornatore, allora semplicemente ‘Peppuccio’ sul set, gli aveva simbolicamente aperto gli occhi. E c’è chi invece, come ‘Marcello’, che queste pagine ci fanno ritrovare nel cuore e nella semplice memoria di quei giorni, è riuscito a rimanere ‘Marcello’.

Questo piccolo libro che ricostruisce la storia di una grande emozione, ancora viva e riconoscente, ha il pregio, credo, di portare per mano ogni lettore, ogni spettatore nel cuore ma anche nel ventre di un film ‘partorito’ come un figlio da una donna straordinaria.

Un film irripetibile, proprio come è irripetibile ogni nascita. “Non posso più vederlo, non piango, però torno a casa e sto male” diceva la Magnani “Non mi invitate, non mi chiedete di intervenire, non mi va più”.

Ecco, forse se ‘Pina’ avesse avuto la possibilità di leggerlo, oggi avrebbe abbracciato forte ‘Marcello’, con quello sguardo lucido di emozione che, oltre il cinema, Anna ci ha lasciato per sempre. E certo avrebbe detto grazie a Vito e agli amici che lo hanno convinto a fissare qui i suoi ricordi per l’emozione di una storia ritrovata.

 

vito annicchiarico, il piccolo marcello di Roma città aperta

Vito Annicchiarico, il piccolo Marcello in Roma Città Aperta

Vito Annicchiarico nasce a Grottaglie (Taranto) il 26 febbraio 1934, approda al cinema nel 1944 dopo l’incontro magico con Roberto Rossellini, che lo fece debuttare nel film Roma Citta’ Aperta, nel ruolo del  piccolo Marcello, il figlio di Anna Magnani. Da questo  momento e fino al 1950 la sua attivita’ cinematografica si  intreccia con la storia del neorelismo: partecipa ad ”Abbasso la miseria!” di Gennario Righelli, e ad  ”Abbasso la ricchezza”, di Vittorio de Sica, con il quale gira pure  il film ”Cuore” (1948) e successivamente ”Domani e’ troppo tardi”. Con Cesare Zavattini e Mario Soldati  partecipa al film documentario ”Chi e’ Dio?”.

Successivamente nel 1947 viene scritturato sempre da Gennaro  Righelli, per ”Un mese d’onesta”’, e per ”Ok John!”,  mentre a teatro lavora con Anna Magnani e Aldo Fabrizi, in  ‘Tor di Nona’, al teatro Quirino a Roma, e nel 1949 con  Aroldo Tieri in ”L’uomo la bestia e la virtu”’, una piece di Luigi Pirandello. Nel 1953  consegue il  diploma di perito tecnico. Nel 1954 svolge il servizio di  leva nell’aeronautica militare. Nel 1955 inizia a lavorare  in una multinazionale americana come tenico informatico hardware, dove rimane fino alla fine della sua carriera. Nel  2005 partecipa al docu-film ‘I figli di Roma Citta’  Aperta’  di Laura Muscardin, per Nuvola Film di Amedeo Bacigalupo. Nel 2011 partecipa  al docu-film ‘Voi siete qui’, di Alberto Crespi. Con l’uscita del libro Roma Città Aperta Vito Annicchiarico racconta il set nel 2015, l’anno successivo il Sindacato dei Giornalisti Cinematografici (SNGCI) gli riconosce il Nastro d’Argento “Speciale”.

Di Roma Citta’ Aperta dice: ”E’ un film che non mi stanco mai di  guardare e ogni volta provo l’emozione che ho sentito la  prima volta, quando fu proiettato al Quirino a Roma il 24 settembre 1945, e io mi vidi per la prima volta sullo schermo. Solo allora ho capito perche’ Roberto Rossellini  mi  diceva ”viene su per le scale!”, oppure ”Corri verso il prete!”, o anche ”Vai da Romoletto!”. Io non sapevo  come si girasse un film avevo solo undici anni, e Roberto Rossellini non rivedeva il girato. Quindi fino al doppiaggio alla Tecnostampa non avevo visto ancora  la pellicola. Roma Citta’ Aperta e’ un film che ha un ritmo costante, non ha pieni e vuoti. E mi commuove sempre”.

 

anna magnani nel film Roma città aperta

 

E ADESSO … DA LECCARSI I BAFFI ANDIAMO IN CUCINA 

 

LUCA PAPPAGALLO LA CUCINA PER TUTTI CASA PAPPAGALLO VALARDI EDITORE 2023

 

 

Di libri di cucina ce ne sono davvero tanti, ma questo chef ha il merito di rendere la cucina un gioco e il piatto gustoso quasi sempre con pochi gesti semplici. La cucina  è facile con Pappagallo, e questo è importante per chi si trova un pò spaesato tra i fornelli, perchè aiuta a riempire i vuoti e a far cresce l’amore per la preparazione dei cibi. Un libro, questo, per portare nella nostra cucina il gusto inconfondibile di Casa Pappagallo, un ricettario che celebra il cibo e la condivisione, per rendere ogni boccone un’esperienza indimenticabile. Con il suo gusto inconfondibile e il suo talento per la cucina, Luca Pappagallo esplora i sapori più autentici e genuini della tradizione italiana e internazionale. Antipasti sfiziosi, primi sontuosi, secondi golosi e dolci che fanno venire l’acquolina in bocca in un ricettario che trabocca di delizie per tutti i gusti, tutte le forchette e tutte le tasche: dalla tegamata di Pitigliano agli spaghetti all’assassina, dalle melanzane a scarpone al sofrito di Corfù, passando per lo zuccotto alla fiorentina e i biscotti all’anice per chiudere la cena in bellezza. Senza dimenticare il piatto che fa felici praticamente tutti: le polpette! Più di cento piatti per chi ama i sapori di casa ma anche le escursioni in terre lontane, per chi bada alla forma ma soprattutto alla sostanza e agli ingredienti genuini e… per chi non vuole passare ore ai fornelli. Nella migliore tradizione di Casa Pappagallo, una celebrazione della cucina in tutte le sue forme per tutti coloro che non rinunciano mai a leccarsi le dita!

 

DACIA MARAINI VITA MIA RIZZOLI 2023

È il 1943, Dacia Maraini ha sette anni e vive in Giappone con i genitori e le sorelline Toni e Yuki. Suo padre, Fosco, insegna all’università di Kyoto, sua madre, Topazia Alliata, è felicemente integrata nel tessuto della città. Il sogno è la pace, si pensa che la guerra finirà presto. Tutto precipita, invece, quando Fosco e Topazia decidono di non giurare fedeltà al governo nazifascista della Repubblica di Salò. La coppia e le figlie vengono portate in un campo di concentramento destinato ai traditori della patria. Per la famiglia Maraini iniziano gli anni più difficili della loro esistenza: con pochi grammi di riso al giorno, tra fame, malattie, attesa, gelo e vessazioni, dovranno imparare a sopravvivere rinchiusi in un luogo ostile insieme ad altri prigionieri. Una delle voci più importanti della nostra narrativa torna in libreria con il suo libro più intimo, il racconto di un tempo terribile tenuto chiuso per decenni in un cassetto della memoria. In una cronaca vivida, dolorosa, commista a pagine di speranza, di incredulo stupore, attraverso gli occhi di una bambina ripercorriamo i lunghi mesi della prigionia di Dacia e dei Maraini nel campo giapponese. Per non dimenticare gli orrori del Novecento, e per celebrare il coraggio, la fedeltà alle idee, il rifiuto del razzismo di una famiglia che ha lasciato il segno nella Storia, e di chi come loro ha lottato per la libertà di tutti.

 

NON PUO’ MANCARE LA FOTOGRAFIA

STEVE MCCURRY LE STORIE DIETRO LE FOTOGRAFIE MONDADORI ELECTA 2023

 

“Steve McCurry, Le storie dietro le fotografie” offre uno sguardo inedito sul “dietro le quinte” del lavoro di Steve McCurry, uno dei più coraggiosi creatori di immagini dei nostri tempi. Questo libro esplora il modo in cui il celebre fotografo trova, scatta e seleziona le sue famose fotografie. “Steve McCurry, Le storie dietro le fotografie” presenta un archivio unico e personale di materiali: 14 fotoreportage, realizzati in tutto il mondo nel corso della sua lunga carriera. Ogni storia è illustrata con appunti, immagini e oggetti raccolti da McCurry durante i suoi lunghi viaggi – e circa 120 tavole fotografiche con i suoi lavori più significativi. Le storie abbracciano una vasta gamma di temi e soggetti, tra cui le ferrovie indiane (1983), gli effetti del monsone (1984) e gli eventi legati all’11 Settembre (2001). Il volume presenta anche lavori meno noti, come quello sulle conseguenze ambientali della prima guerra del Golfo (1991) e sulla tribù hazara in Afghanistan (2007). Riportate in luce da nuovi saggi scritti per l’occasione, queste storie raccontano gli spunti, le idee sulla ricerca, l’esperienza e gli eventi che si nascondono dietro ogni scatto, svelando una nuova e affascinante visione del lavoro del fotografo e presentano una biografia per immagini di una vera leggenda vivente della fotografia moderna.

 

E A PROPOSITO DI FOTOGRAFIA CONTRASTO PUBBLICA MAGNUM MAGNUM 2023

 

Contrasto pubblica Magnum Magnum. Un’edizione rivista e aggiornata una pietra miliare nell’editoria fotografica. Questo libro celebra la visione, l’immaginazione e il talento di Magnum Photos, la leggendaria agenzia cooperativa creata nel 1947 dagli stessi fotografi o piuttosto, come affermava Henri Cartier-Bresson, da un “gruppo di avventurieri che erano mossi da un’etica”. Ogni fotografo di Magnum ha selezionato le sei migliori e più significative immagini di un altro “compagno di agenzia”, commentando la sua scelta con un breve testo. Alcuni tra loro sono i maestri riconosciuti della fotografia a del XX secolo – Henri Cartier-Bresson, Robert Capa, Eugene Smith, Eve Arnold, Marc Riboud, Werner Bischof, Martin Parr – altri sono talenti moderni come Olivia Arthur, Matt Black, Cristina de Middel, Susan Meiselas, Trent Parke, Alec Soth, Paolo Pellegrin, Donovan Wylie. Il risultato è questo libro: un omaggio a uno straordinario collettivo artistico, un’analisi, attraverso l’occhio critico dei fotografi, di ciò che rende indimenticabile uno scatto, e un archivio di 533 immagini-simbolo, accompagnate da aneddoti di vita, ricordi affettuosi e brandelli di storia raccontati dagli stessi protagonisti, i fotografi di Magnum Photos. Nessun libro come Magnum Magnum riesce a svelare i segreti della grande fotografia, mettere a fuoco i suoi protagonisti e raccogliere in un’unica opera le foto più forti e incisive del nostro tempo. Come ebbe modo di scrivere Stuart Franklin in occasione della prima edizione: “Ciò che traspare in quest’opera, nelle foto come nei testi, è il carattere, l’anima che difficilmente troverete in altri volumi”.

La prima edizione aveva riscosso un enorme successo e questo libro prezioso celebra la visione, l’immaginazione e il talento di Magnum Photos, la leggendaria agenzia cooperativa creata nel 1947 dagli stessi fotografi o piuttosto, come affermava Henri Cartier-Bresson, da un “gruppo di avventurieri che erano mossi da un’etica”. Ogni fotografo di Magnum ha selezionato le sei migliori e più significative immagini di un altro “compagno di agenzia”, commentando la sua scelta con un breve testo. Alcuni tra loro sono i maestri riconosciuti della fotografia del XX secolo – Henri Cartier-Bresson, Robert Capa, Eugene Smith, Eve Arnold, Marc Riboud, Werner Bischof, Martin Parr – altri sono talenti moderni come Olivia Arthur, Matt Black, Cristina de Middel, Susan Meiselas, Trent Parke, Alec Soth, Paolo Pellegrin, Donovan Wylie. Il risultato è questo libro. Un omaggio a uno straordinario collettivo artistico, un’analisi, attraverso l’occhio critico dei fotografi, di ciò che rende indimenticabile una fotografia, e un archivio di 533 immagini-simbolo, accompagnate da aneddoti di vita, ricordi affettuosi e brandelli di storia raccontati dagli stessi protagonisti, i fotografi di Magnum Photos.

Nessun libro come Magnum Magnum riesce a svelare i segreti della grande fotografia, mettere a fuoco i suoi protagonisti e raccogliere in un’unica opera le foto più forti e incisive del nostro tempo. Come ebbe modo di scrivere Stuart Franklin in occasione della prima edizione: “Ciò che traspare in quest’opera, nelle foto come nei testi, è il carattere, l’anima che difficilmente troverete in altri volumi”.

 

ALESSANDRO DE VIRGILIO PACCHETTO COLOMBO RUBBETTINO 2022

Il mito dell’industrializzazione in Calabria, la nascita delle cattedrali nel deserto, un fiume di denaro pubblico sprecato e l’emorragia di emigrazione a basso costo verso il nord che non frena. C’è tutto questo nel Pacchetto Colombo, da più parti etichettato come un raffazzonato compromesso, si rivelò un enorme spreco di denaro pubblico, un flop totale, una irrealizzabile chimera che ha indotto le successive classi politiche e imprenditoriali a non tentare più nell’impresa di portare l’industria pesante in Calabria, proprio per non cadere nell’acquitrino di un fiasco annunciato. L’unica opera prevista dal Pacchetto partita e tuttora in attività, di fatti, è il Porto di Gioia Tauro, costruito dalla seconda metà degli anni settanta a servizio di quel centro siderurgico mai realizzato.

Tra le pagine di Pacchetto Colombo Alessandro De Virgilio analizza questa serie di insuccessi ambientati sì in Calabria, ma originati nei palazzi del potere di quell’Italia cui la Calabria pare non appartenere mai fino in fondo. L’industrializzazione della regione rimase un sogno e il fallimento del Pacchetto, oltre a tradire le speranze di migliaia di lavoratori calabresi che contavano di potere costruire un futuro nella terra natia scongiurando l’emigrazione forzata, continuò e continua ognora a lasciare penosi strascichi, non solo con la irrimediabile deturpazione di pianure e litorali e la salda riluttanza dell’imprenditoria verso le periferie del Sud, ma anche fornendo linfa agli stereotipi, già comunque in ottima saluta, circa la scarsa operosità dei meridionali. Un volume che è frutto di ricerche negli archivi sia dei giornali che delle istituzioni pubbliche, da chi le ricerche, le fa per mestiere. De Virgilio è infatti un giornalista, scrupoloso, responsabile della redazione dell’Agi della Calabria e come tale conoscitore delle nefandezze politiche che negli anni hanno emarginato ancora di più una regione che aspettava solo di potersi aggrappare all’industrializzazione come motore di sviluppo economico. Sulla sua terra invece sono state sperimentate le politiche più irresponsabili e indegne come ci racconta De Virgilio in un saggio coraggioso.

 

LAURA IMAI MESSINA IL GIAPPONE A COLORI EINAUDI 2022

 

Di che colore è la vaghezza? E qual è la differenza tra il grigio sopra le nubi e il grigio lama smussata? Quanto è buio il nero cecità? L’indaco di montagna, il marrone vento d’inverno, il bianco cielo con luna: tutto in Giappone ha un suo colore, perché col colore si può dire ogni cosa. Laura Imai Messina racconta il Giappone in un modo unico ed emozionante: attraverso i suoi colori. In un caleidoscopio di storie, leggende, tradizioni, e con le splendide illustrazioni di Barbara Baldi, “Il Giappone a colori” ha la forza gentile e dirompente dei viaggi che ci cambiano lo sguardo. «Cade la pioggia, sulla riva rocciosa di Jogashima / cade una pioggia color Rikyu», scrive il poeta Hakushu Kitahara: ma Sen no Rikyu è un antico maestro della cerimonia del tè vissuto molti secoli prima, come può una persona indicare una precisa sfumatura del grigio? E perché a un certo punto alcuni colori divennero «colori proibiti» appannaggio esclusivo della corte imperiale e come reagì la popolazione a quel «furto»? O ancora: quante sfumature di un sentimento si possono comunicare attraverso la semplice scelta del colore della carta di un messaggio d’amore? Fra i tanti segreti che il Giappone tuttora conserva allo sguardo occidentale, c’è il suo straordinario rapporto con i colori. Color piume bagnate di corvo, color piume nere di gru, campo arido, cielo illuminato dalla luna, lama smussata: i nomi dei colori tradizionali del Giappone sono già un assaggio di poesia. Ma quando scopriamo le storie, le tradizioni o le leggende che si nascondono dietro questi nomi, la meraviglia si moltiplica. Ognuno di essi (a cominciare dai fondamentali: grigio, bianco e nero) si porta dietro una storia che è parte della Storia del paese, della sua letteratura e della sua arte. Una ricchezza che arriva fino al presente. Quando poi a raccontare questo universo di infinita varietà è la penna di una scrittrice come Laura Imai Messina, i colori del Giappone riescono a illuminare angoli bui del cuore di ognuno con imprevedibili risonanze. Unendo la sua competenza di studiosa (e la conoscenza di prima mano della cultura giapponese) con le sue doti di narratrice, Laura Imai Messina scrive un libro unico e prezioso, un invito al viaggio e all’immaginazione, un romanzo epico i cui protagonisti sono i colori.

 

E BUONA LETTURA A TUTTI…

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