PHOTO/ E TU SEI MAI STATO RAPITO DALLA FOTOGRAFIA DI MONTAGNA? A BRESCIA UNA MOSTRA PER CELEBRARLA CON GLI SCATTI DI VITTORIO SELLA ALPINISTA E FOTOGRAFO

 

A Vittorio Sella va certo riconosciuto il merito di aver inventato la fotografia di montagna, ed è ancora ricordato come forse il più grande fotografo di montagna di tutti i tempi. Il suo nome è sinonimo di perfezione tecnica e raffinatezza estetica. L’alta qualità delle foto di Vittorio Sella è in parte dovuta al suo utilizzo di lastre fotografiche da 30×40 cm, nonostante le difficoltà che comportava il trasporto del relativo equipaggiamento, pesante e fragile, in luoghi remoti. Per poter trasportare le lastre in sicurezza, dovette sviluppare dell’equipaggiamento apposito, compresi delle sacche da sella e degli zaini modificati. Le sue fotografie ebbero ampia diffusione, sia sulla stampa che in mostre, e ricevettero molti plausi. Ansel Adams, uno dei piu’ grandi fotografi di fama internazionale che ne vide 31 in un’esposizione che Sella aveva fatto al Sierra Club americano, disse che ispiravano “un senso di meraviglia di tipo religioso”. Molte delle sue fotografie ritraevano montagne di cui non esistevano precedenti rappresentazioni, ed hanno quindi sia valore artistico che valore storico; ad esempio, sono state utilizzate per misurare la ritirata dei ghiacciai del Ruwerzori in Uganda.

 

Nato a Biella dall’industriale Giuseppe Venanzio Sella e da Clementina Mosca Riatel, ereditò la passione della montagna dallo zio Quintino Sella, fondatore del Club Alpino Italiano. Portò a termine numerose ascensioni notevoli nelle Alpi tra cui le prime invernali del Cervino e del Monte Rosa e la prima traversata invernale del Monte Bianco. Partecipò a diverse spedizioni all’estero, tra cui: tre spedizioni sul Caucaso dove c’è ancora oggi un picco che porta il suo nome, la spedizione al monte Sant’Elias in Alaska del 1897, la spedizione al monte Ruwenzori in Uganda del 1906 e la spedizione al K2 nel 1909. Sella proseguì l’attività alpinistica fino in tarda età. Compì il suo ultimo tentativo al Cervino all’età di 76 anni: in quest’occasione dovette ritirarsi in seguito ad un incidente occorso ad una delle sue guide. La sua collezione fotografica è oggi gestita dalla Fondazione Sella. Gli è stato dedicato il Rifugio Vittorio Sella,  posto nel Parco Nazionale del Gran Paradiso.

 

AXEL HÜTTE, VITTORIO SELLA, MARTIN CHAMBI E ANSEL ADAMS GUIDANO IL PUBBLICO DEL MUSEO DI SANTA GIULIA ALLA SCOPERTA DELLA MAESTOSITÀ DELLE MONTAGNE, IL CUI EQUILIBRIO NATURALE OGGI È PIÙ CHE MAI IN PERICOLO

Dalle Alpi alle Ande, tra pareti di roccia e aspri sentieri, sulla neve o in mezzo a fitte radure, ai margini rarefatti del bosco, si snoda il racconto epico di Luce della Montagna, la mostra a cura di Filippo Maggia prodotta dalla Fondazione Brescia Musei e allestita al Museo di Santa Giulia.
Lo spettatore è guidato in una scalata avvincente e al contempo meditativa attraverso lo sguardo di quattro grandi interpreti della fotografia riuniti in un progetto originale che trova uno spazio d’onore in seno alla VI edizione del Brescia Photo Festival, dedicato quest’anno al tema Capitale, in omaggio al titolo conferito a Bergamo e Brescia di Capitale italiana della cultura 2023.

Martin Chambi, Tristeza andina, 1922 1925 circa © Asociación Martin Chambi
Martin Chambi, Tristeza andina, 1922 1925 circa © Asociación Martin Chambi

In dialogo con le visioni contemporanee e a colori rappresentate da Axell Hutte in mostra con venti scatti di grande formato (150×200 cm) realizzati in giro per il mondo e con la serie inedita delle Alpi bresciane commissionata da Fondazione Brescia Musei, troviamo, direttamente dal passato – ed esaltate dalla stampa in bianco e nero – le quaranta istantanee delle esplorazioni alpinistiche del fotografo biellese Vittorio Sella come l’ovale dei seracchi della Vedretta del Mandrone (1891), che si affiancano alle quaranta fotografie del peruviano Martin Chambie. Queste ultime, al netto di mille pericoli e difficoltà varie – basti pensare che le lastre fotografiche allora erano trasportate per i picchi a dorso di mulo –, presentano in esclusiva gli insediamenti Inca di Machu Picchu e la quotidianità delle comunità andine. L’avventura continua con trenta opere del maestro statunitense e pioniere dell’ambientalismo Ansel Adams che celebrano la natura e il West americano. “Le sue fotografie” – annota Filippo Maggia nel catalogo edito da Skira – “oggi, sono come un monito per l’umanità, immagini di un mondo naturale e selvaggio, puro e incontaminato che in futuro potremmo rischiare di vedere solo riprodotto. Complessivamente, 120 immagini straordinarie compongono un corpus articolato in quattro personali.

Vittorio Sella, Monte Ushba al levare del sole dal Monte Mesi a ovest di Mazeri Soanezia, 29 settembre. Courtesy Fondazione Sella, Biella
Vittorio Sella, Monte Ushba al levare del sole dal Monte Mesi a ovest di Mazeri Soanezia, 29 settembre. Courtesy Fondazione Sella, Biella

 

Clicca sotto per chiudere la ricerca