WINE/ CRESCE LA PASSIONE PER IL VINO GRADITO ALL’89% DEGLI ITALIANI MA DIMINUISCE IN TERMINI DI VALORE A 13,8 MLD IL CONSUMO NEL BELPAESE RISPETTO AL 2019

 

Effetto Covid sul vino: nell’ultimo anno l’89% degli italiani ha bevuto vino e si è assistito ad una impennata della platea di giovani maggiorenni, protagonisti di un approccio moderato e consapevole, ma il valore di mercato del vino consumato in Italia, oggi pari a 13,8 miliardi di euro, registra il 7% in meno di quanto raggiunto nel 2019″. Lo dice l’ultima indagine “Gli italiani e il vino”, presentata oggi a Roma alla conferenza stampa della 54/a edizione di Vinitaly dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor.

Rispetto a tre anni fa, l’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor segnala diversi i caratteri di novità anche legati alle tipologie preferite. Secondo l’indagine, presentata a 10 giorni dal ritorno di Vinitaly (10-13 aprile a Veronafiere), il trend di crescita più marcato riguarda i consumi di vini mixati – principalmente gli spritz – che incontrano una penetrazione del 63% della platea (vs il 56% del 2019). Incrementano bene anche tutte le altre tipologie, con gli spumanti, i rossi e i bianchi, tutti all’81% (erano al 77%) e i rosati al 63% (vs il 57% nel 2019). Ma numerosità non fa sempre rima con quantità: lo spumante, ma anche i rosati e lo spritz sono infatti oggetto di consumi saltuari in particolare da parte degli under 40, con una quota di chi li beve settimanalmente sotto il 20%. Diverso l’approccio sul vino rosso, che rimane lo zoccolo duro degli abitudinari con circa il 60% dei Baby Boomers che lo consuma 2-3 volte a settimana e addirittura 1/3 tutti i giorni. Per il responsabile di Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini: “La crescita dei vini premium in Gdo, a partire dagli spumanti, è un’eredità che il Covid ci lascia e che, unita alla ripresa dei consumi fuori-casa, può condurre a un incremento nel valore di mercato del vino consumato in Italia”.

Consumare vino moderatamente nell’ambito di uno stile di vita sano non fa male alla salute. La tesi, a dibattito in corso sulle politiche dell’Ue (e dell’Organizzazione mondiale della Sanità) in materia di consumi di alcol e alimentari, è condivisa dalla stragrande maggioranza degli italiani, con solo il 5% che non si trova d’accordo con tale affermazione. Inoltre, solamente 1 consumatore su 10 (13%) sa cos’è il Nutriscore, il nuovo sistema di etichettatura a semaforo che potrebbe trovare spazio sugli scaffali italiani ed europei nei prossimi mesi. Lo rivela l’ultima indagine “Gli italiani e il vino”, presentata oggi alla conferenza stampa della 54^ edizione di Vinitaly a Roma dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor.

Secondo l’indagine dell’Osservatorio realizzata su un campione nazionale rappresentativo, anche l’ipotesi di aumentare le tasse sugli alcolici – e quindi sul vino – auspicata dal Parlamento europeo, trova d’accordo solo il 27% dei consumatori contro il 53% che ne contesta l’eventuale messa in atto. Nel suo complesso, su una scala di valori da 1 a 5, alle accise sul vino gli italiani attribuiscono un punteggio di 2,46 mentre condividono l’ipotesi di inserire in etichetta messaggi che invitano al consumo responsabile (voto: 4,04). Il punteggio più alto riguarda l’affermazione che il consumo moderato di vino abbinato a uno stile di vita sano non faccia male alla salute (4,18), seguita dal vino associato alla Dieta mediterranea (3,81).

 

 

 

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