LEFESTYLE/ A GENOVA IL FESTIVAL DELL’ECCELLENZA AL FEMMINILE PREMIA BOTTERI E KARIMI E DEDICA UNA GIORNATA ALLE DONNE IN AFGHANISTAN

IL FESTIVAL DELL’ECCELLENZA AL FEMMINILE, IN OCCASIONE DEL PREMIO IPAZIA, DEDICA UNA GIORNATA ALLA CONDIZIONE DELLE DONNE IN AFGHANISTAN

Quest’anno il Premio Ipazia – ideato nel 2010 da Consuelo Barilari – ha scelto di allargare con nuovo slancio il suo sguardo sul mondo, proponendo un focus dedicato alla condizione femminile in Afghanistan. Ad aprire la giornata – sabato 5 febbraio nella sala dell’Ex Chiesa San Salvatore di Genova (ore 16.00) – sarà la giornalista Carmen Lasorella, che ha accettato ufficialmente la Presidenza della Sezione Internazionale del Premio.

Il Premio Ipazia Nazionale sarà consegnato a uno dei volti più amati del giornalismo televisivo, Giovanna Botteri. Tra le prime corrispondenti di guerra italiane, Botteri ha lavorato in Afghanistan come inviato speciale Rai nel 2001 – subito dopo aver seguito il G8 a Genova – documentando tutte le fasi del conflitto, fino al rovesciamento del regime talebano. Più volte invitata dal Festival, ha scelto simbolicamente di partecipare proprio in questa occasione. Così la dedica voluta dal Comitato del Premio: “Alla donna e alla giornalista che, con il suo impegno e con le sue scelte, in ogni momento della vita e della carriera, chiamata in prima linea sui fronti di tutte le guerre, lottando contro i pregiudizi e le discriminazioni, ha saputo sempre sostenere la battaglia per i diritti, la dignità e la liberta delle donne. Con umanità empatia e coraggio oggi lei è la testimone del nostro presente e simbolo di eccellenza per tutte le donne.” Il Premio Ipazia Internazionale andrà invece alla regista Sahraa Karimi, prima donna afghana ad aver conseguito un PhD in cinema (all’Università di Bratislava) e ad aver guidato l’Afghan Film Organization. Il 13 agosto lanciò da Kabul un’accorata lettera aperta rivolta alla comunità cinematografica che ha commosso e mobilitato tutti: “Vi scrivo col cuore a pezzi e con la profonda speranza che possiate unirvi a me nel proteggere il mio bellissimo popolo…”. Due giorni dopo riusciva a fuggire fortunosamente dal paese, occupato militarmente dai talebani. Nel 2019 aveva presentato con successo alla Mostra del Cinema di Venezia il suo primo lungometraggio. Ora è visiting professor al Centro Sperimentale di Cinematografia – Scuola nazionale di Cinema.

 

La cerimonia di premiazione sarà preceduta da una tavola rotonda (ore 16.00) condotta da Maria Paola Profumo, già Pres. Musei del Mare del Mediterraneo, con la partecipazione della Pro Rettrice vicaria dell’Università degli Studi di Genova Prof.ssa Nicoletta Dacrema.  Aprirà gli interventi Marta Donzelli, Pres. della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia – Roma. Tra gli esperti e i giornalisti presenti: Francesca Mannocchi, giornalista e scrittrice, inviata speciale in Afghanistan; Nico Piro, inviato speciale RAI e profondo conoscitore del paese (Kabul crocevia del mondo è il titolo del suo ultimo libro, pubblicato da People in questi giorni); Ambasciatore Stefano Pontecorvo, già Alto Rappresentate civile NATO in Afghanistan; Didi Gnocchi, filmmaker e produttrice 3DVideo; Rahel Saya, giornalista afghana; Patrizia Rappazzo, Dir. Sguardi Altrove Film Festival; Sofia di Patrizi, Segreteria PD Genova; Arianna Cesarone, ANPI; Stella Acerno Amnesty International. Altri ospiti sono in via di conferma.

 

A seguire (ore 17.15), Carmen Lasorella dialogherà con Sahraa Karimi, introducendo la proiezione del suo ultimo film, Hava, Maryam, Ayesha (Afghanistan 2019, 86’ – Venezia 76). “Ho voluto raccontare la storia di tre donne del mio paese che cercano di cambiare la loro vita in una società tradizionale.” – dichiara la regista – “Storie vere che ho trovato viaggiando in molte città e villaggi afgani. Hava è l’esempio tradizionale di una casalinga afgana, Maryam è un’intellettuale, colta e di buona estrazione, Ayesha è un’adolescente della classe media. Tutte stanno cercando di non arrendersi alla società patriarcale imposta. Sono donne che non hanno avuto voce per molti anni e ora sono pronte a cambiare il loro destino.” 

 

“Una donna afghana oggi non può lavorare fuori casae nemmeno fare altre attività se non accompagnata da un mahram, un parente, come ad esempio il padre, il fratello o il marito. – Ricorda Consuelo Barilari – “È proibito trattare con negozianti uomini,essere visitate da dottori maschi o studiare in scuole e università, andare in bicicletta o in moto, portare tacchi alti, presenziare a trasmissioni radio e tv. Sono vietati lo sport e la musica. È obbligatorio il burqa, è vietato usare cosmetici, ridere ad alta voce. La violazione di qualsiasi di questi divieti può essere punita con la lapidazione e la morte. Tutte le donne del mondo in un primo momento si sono indignate, hanno protestato in solidarietà e si sono impegnate con progetti e azioni concrete di aiuto. Ma anche l’atroce destino di queste donne col passare del tempo viene dimenticato e passa in secondo piano: ci si abitua a tutto.  Il Festival dell’Eccellenza al Femminile – che quest’anno ha premiato per la Nuova Drammaturgia il testo teatrale Persefone nata a Kabul di Martina Zaccaro – ha voluto dedicare a loro questo giorno, con la partecipazione e la solidarietà morale della cittadinanza attiva, di associazioni culturali, organizzazioni politiche e della società civile.” 

La XVII edizione del Festival dell’Eccellenza al Femminile / Next Generation Women – di cui il Premio Ipazia fa parte – è sostenuta dal MIC – Ministero della Cultura, ha ricevuto il patrocinio e la Media Partnership di RAI Liguria ed è stata realizzato in collaborazione con il Teatro Nazionale di Genova.

 

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