Libri da non perdere, libri da regalare. Consigli per l’estate, per chi ama leggere anche sotto l’ombrellone, per chi quando parte anche all’ultimo minuto prende un libro con sè per non essere mai solo, per chi rimane in città, per chi parte stando fermo viaggiando solo con la fantasia. Libri tra scorribande vignaiole, immersioni in rock, viaggi fotografici e romanzi di non amore.
MISERICORDIA E TRADIMENTO di Tano D’Amico
C’è il fotografo e c’è la misericordia, dentro e fuori le immagini. Ci sono i miseri – che siamo noi com’eravamo nel corpo dei movimenti che non si arrendevano, che, anzi, avanzavano – e c’è il loro tradimento. C’è il coraggio dell’amicizia e dell’amore che immancabilmente si oppone e ci sono le fotografie: immagini che ci abbracciano tutti e che, respinte, rifiutate, gettate via, poi si fanno ritrovare, si lasciano riscoprire. In questo libro, Tano D’Amico ci racconta l’Italia di Misericordia e tradimento, dagli anni ’60, dove si mostra, presente, la misericordia. Le sue immagini tratteggiano un’umanità sfumata tra il bianco e il nero della pellicola, coraggiosa nelle rivendicazioni e nel dissenso, ed è di questa intensità che le immagini del fotografo nutrono la memoria. Una memoria che non si rivolge al passato, ma al cuore. Al cuore dei miseri trovati sulla strada, nelle piazze, agli angoli delle periferie, e al cuore di chi, nel tradimento, si è fatto testimone della forza di quelle immagini.
CUCINA SICILIANA DI POPOLO E SIGNORI di Martino Ragusa
Queste 216 ricette sono frutto di una ricerca ossessiva di Martino Ragusa che le ha provate e riprovate, le ha assaggiate, le ha offerte agli amici, infine le ha fotografate per il libro. Le ricette sono perciò genuine, le quantità degli ingredienti sono quelle esatte, le preparazioni sono esposte in modo semplice e razionale. Oltre alle ricette tradizionali della cucina siciliana sono presenti alcune ricette innovative dell’autore che testimoniano la contemporaneità della cucina siciliana. Numerose ricette sono anche per vegani e vegetariani: non si tratta di adattamenti, semplicemente si fanno così. Ogni preparazione è introdotta da una premessa che racconta la storia della pietanza, i suoi risvolti culturali e sociali. La cucina siciliana è una cucina funambolica, in bilico tra passato e futuro, opulenza e povertà, aristocrazia e popolo, tradizione e innovazione. La Sicilia si trova al centro di quel Mediterraneo a cui tutto il mondo ormai guarda come fonte di cibi e di saperi capaci di regalare al tempo stesso salute, tradizione e gusto.
NIENTE DI ANTICO SOTTO IL SOLE, di Luigi Ghirri
Figura centrale nel panorama internazionale della fotografia del secondo Novecento, Luigi Ghirri non è stato soltanto un prolifico autore di immagini, ma anche critico, curatore, saggista e promotore di una nuova cultura fotografica che pone questo linguaggio al centro del dibattito dell’arte contemporanea. Nel volume che presentiamo sono raccolti tutti i saggi di Ghirri e una selezione di interviste rilasciate lungo l’intero arco della sua carriera. Si tratta di un fondamentale nucleo di testi che, realizzato tra il 1973 e il 1991, contribuisce in maniera sostanziale alla letteratura del settore in un momento di grandi cambiamenti e vivacissimo fermento intorno allo stesso mezzo fotografico. Di carattere alternativamente storico e tecnico, personale e teorico, dedicati al proprio lavoro e a quello di altri protagonisti italiani e internazionali della storia della fotografia, gli scritti di Ghirri sono apparsi originariamente su libri, cataloghi, riviste e quotidiani dell’epoca. Raccolti in un’unica pubblicazione, consentono di ripercorrere l’articolato intreccio tematico, concettuale e poetico che sta alle spalle dell’opera ghirriana, costituendo allo stesso tempo una complessa impresa di scavo sulla natura della fotografia. Introduzione di Francesco Zanot.
SPACCA L’INFINITO di Piero Pelu’
Piero Pelù il rocker, l’attivista, l’anarcoide, il brado, Piero Pelù il cantante, “el diablo”, il pugile, il gigante: ebbene, dimenticatevi tutto questo e preparatevi a partire. Sì, perché in questo libro P. scende dal palco, spegne i riflettori e ci invita a viaggiare insieme a lui, con il coraggio di aprire la porta della memoria e di avventurarsi fino a dove tutto ha avuto inizio. E appena si ferma per un momento a riposare, ecco che accanto a lui appare un ragazzino intraprendente, originale, pieno di domande. Seguendo il dialogo tra l’uomo e il bambino attraversiamo la storia italiana – dalle trincee della prima guerra mondiale agli anni del fascismo, da quelli della Guerra fredda fino al disorientamento dei nostri giorni – e quella di un ragazzo pieno di sogni, che in uno scantinato sul Lungarno ha cominciato a credere in se stesso e da allora è andato lontano. A ogni pagina incontriamo personaggi indimenticabili, sorridiamo, ci commuoviamo, e ogni volta che cala la sera sentiamo di aver raggiunto una consapevolezza nuova: chi non si arrende riesce sempre a conquistare ciò che conta davvero; chi sa affrontare le difficoltà con determinazione e ironia non ne esce mai davvero sconfitto, e se anche imbocca una strada sbagliata, quella lo porterà a scoprire qualcosa di sorprendente. Ma soprattutto, questo libro ci racconta una vita vissuta al fianco di una delle innamorate più esigenti: la dea musica, che va amata e alimentata ogni giorno, perché la routine è la sua peggiore nemica. E perché la musica, come l’amore, è uno dei modi più strepitosi per cambiare il mondo. Al bambino che è stato P. confessa: “Se mi fossi dimenticato di te non sarei stato felice nemmeno un minuto”. Così “Spacca l’infinito” non è solo il verso di una canzone, ma anche l’invito rivolto a tutti a non perdere lo stupore e la fiducia in un universo dove tutto, a saperlo ascoltare, canta insieme a noi.
«Il viaggio è nel tuo sguardo, nelle tue parole, in ciò che sei. Non smettere mai di viaggiare»
VERSO LA FOCE di Gianni Celati
“Viaggiando nelle campagne della valle padana è difficile non sentirsi stranieri. Più dell’inquinamento del Po, degli alberi malati, delle puzze industriali, dello stato d’abbandono in cui volge tutto quanto non ha a che fare con il profitto, e infine d’una edilizia fatta per domiciliati intercambiabili, senza patria né destinazione – più di tutto questo, ciò che sorprende è questo nuovo genere di campagne dove si respira un’aria di solitudine urbana. Questi quattro diari di viaggio sono nati mettendomi a lavorare con un gruppo di fotografi, che si dedicavano ad una descrizione del nuovo paesaggio italiano, tra cui il mio amico Luigi Ghirri. Per come sono adesso, dopo essere stati riscritti e resi leggibili, li chiamerei racconti d’osservazione. I quattro viaggi qui presentati narrano dunque l’attraversamento d’una specie di deserto di solitudine, che però è anche la vita normale di tutti i giorni. Se hanno qualche rilevanza, almeno per chi li ha scritti, questa dipende dal fatto che un’intensa osservazione del mondo esterno ci rende meno apatici (più pazzi o più savi, più allegri o più disperati).” (L’autore)
AL CINEMA CON LO PSICANALISTA di Vittorio Lingiardi


«Il viaggio è nel tuo sguardo, nelle tue parole, in ciò che sei. Non smettere mai di viaggiare»
In che senso un vino profuma di ciliegia e riesco a comprendermi con il mio compagno di degustazione? Il termine “ciliegia” usato durante una degustazione possiede lo stesso significato di quando viene utilizzato nel linguaggio ordinario, oppure è implicitamente sottoposto a degli slittamenti e a delle riformulazioni? Il linguaggio della degustazione è insomma una semplice porzione del linguaggio ordinario, o è qualcosa di diverso? Non solo: cosa ci raccontano le etichette, le retro-etichette e le altre forme di comunicazione del produttore? Cosa significano termini ampiamente utilizzati come “terroir”, “minerale”, “industriale” e “naturale”? Con il suo linguaggio liminale, il vino esprime quel senso altro e ulteriore che ci permette di uscire dalla banalità, dall’insignificanza, dall’indifferenza, per riuscire a significare l’indicibile: un talento unico e inarrivabile. Alla pari del cinema, del teatro e di qualsiasi produzione culturale, il vino possiede, in realtà, un linguaggio proprio, attraverso il quale ci racconta storie, politiche, ideologie, sentimenti e interi sistemi culturali. “Il linguaggio del vino” è un testo che analizza in maniera rigorosa ma leggera la lingua della più grande bevanda mai creata dall’uomo.


Devi effettuare l'accesso per postare un commento.