Oblunga, rossa, quasi viola, liscia, profumata, la cipolla di Tropea prende il volo, esce dalla cucina e s’inerpica là dove l’innovazione e la ricerca la reclamano per formulare una nuova crema terapeutica, contro le ulcere, antidolorifica, senza effetti collaterali.
Il prodotto sarà lanciato sul mercato. Parola di Francesco Aiello, a capo del gruppo di ricerca che ha messo a punto il progetto.
Tutto allora è pronto per lo star-up. Con buona pace per le la cipolla gialla… quella bianca…
Eravamo abituati alla mousse da spalmare sui formaggi per rendere più accattivante alle papille quel sapore fresco e seducente che produce. D’ora in poi invece la spalmeremo come una crema sul corpo.
Furono i Fenici e i Greci ad introdurre in Calabria l’uso della cipolla, appreso, a loro volta, da Assiri e Babilonesi. L’area storica di produzione in Calabria è il territorio di Capo Vaticano nel Comune di Ricadi, ma il nome “Rossa di Tropea” deriva dal tipo di spedizioni delle cipolle in tutto il mondo, che avvenivano appunto dalla stazione di Tropea. Anticamente, il trasporto delle famosissime cipolle rosse dai campi alla stazione di Tropea, avveniva tramite somari o tramite carri trainati dai buoi, percorrendo sentieri a ridosso del mare. Quella dop è allungata, più sottile di quella rossa e tondeggiante.