ART/ A BRUXELLES SPLENDE DI NUOVA LUCE L’AFRICA MUSEUM

Riapre in Belgio un sito museale di interesse mondiale. E’ nel 2001 che Guido Gryseels è stato nominato direttore generale del Museo Reale dell’Africa Centrale, e il suo primo obiettivo è stato di capire e analizzare le problematiche e le potenzialità di una struttura che vanta più di un secolo di storia. Situato a Tervuren, a pochi chilometri dal centro di Bruxelles, l’Africa Museum risale all’Esposizione Internazionale di Bruxelles del 1897, l’anno successivo la mostra temporanea si trasforma in collezione permanente sul Congo, nel 1952 viene chiamato Museo Reale del Congo Belga fino all’attuale denominazione dopo l’indipendenza dello Stato africano.

L’obiettivo del direttore e del suo staff era di modificare l’immagine di Africa pre-decolonizzazione degli anni ‘50, rinnovando la collezione permanente e allo stesso tempo creando infrastrutture proprie di un museo del XXI secolo, come spazi di accoglienza, sale riunioni, un negozio e un ristorante, tutto con uno sguardo rivolto all’innovazione. Considerata la presenza di vincoli architettonici, la realizzazione di un nuovo corpo a cui destinare tutti i servizi, collegato all’edificio principale tramite una galleria sotterranea, si è dimostrata essere l’unica soluzione per consentire un ampliamento. Il progetto della nuova struttura è stato realizzato dallo studio belga Stéphane Beel Architects, mentre l’allestimento dello spazio museale è stato curato da Niek Kortekaas e Johan Schelfhout.

 

 

 

Non vogliamo più essere un museo dell’Africa coloniale. La nostra nuova esposizione permanente mira a dipingere un quadro dell’Africa moderna, quella nel presente e nel futuro, senza trascurare la storia comune del Belgio e dei paesi africani”, dichiara Guido Gryseels. “Ciò significa che affrontiamo anche temi contemporanei come le diaspore, la biodiversità e il cambiamento climatico, la vita quotidiana, le lingue e la musica, e il paradosso della ricchezza naturale: l’Africa infatti è un continente molto ricco di minerali, ma la sua popolazione è ancora molto povera. Abbiamo sviluppato una narrativa più critica sul passato coloniale, rispetto alla prospettiva unilaterale che eravamo soliti offrire, e vogliamo fornire una piattaforma per dibattiti. Abbiamo così deciso di creare una galleria Afropea, che al tempo stesso è spazio espositivo, un luogo di incontro e un centro di documentazione, dove le persone delle diaspore raccontano la loro storia. I visitatori sono invitati a suggerire correzioni e condividere documenti, foto e testimonianze, in modo da poter estendere ulteriormente le nostre conoscenze. Speriamo di diventare un vero punto d’incontro e un centro di dialogo per le persone che si interessano in modo appassionato all’Africa“.

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