LIFESTYLE/ ANCHE LE PORCELLANE HANNO LA LORO RICETTA A MILANO UNA MOSTRA SULLA RICHARD GINORI

Anche le porcellane hanno la loro ricetta. Scoperta in Europa attorno al settecento le porcellane per secoli adornarono le tavole e i palazzi degli aristocratici d’Europa, per poi fondersi con lo stile Art Déco di Gio Ponti. La loro storia viene disvelata a Milano nell’ambito di una mostra che ne racconta il percorso storico artistico al Museo Poldi Pezzoli. Prima di allora, questo segreto era stato privilegio degli artigiani dell’Estremo Oriente: terra da cui i manufatti erano stati importati per anni. Finalmente, a inizio Settecento, la tecnica fu scoperta anche in Germania, alla corte di Augusto II. Nel 1710, a Meißen, in Sassonia, cominciò una fiorente produzione di porcellane; il marchese Carlo Andrea Ginori seguì a ruota poco tempo dopo.

 

In collaborazione con il Museo Ginori di Sesto Fiorentino la mostra ripercorre tutta la produzione della maison, dai primi anni di Carlo Ginori alla direzione artistica di Gio Ponti.

Fu nel 1737 che la Manifattura Ginori aprì i battenti nel piccolo borgo di Doccia, presso Sesto Fiorentino. Accanto alla villa di famiglia, Carlo Ginori costruì quello stabilimento che si occuperà di condurre per tutta la vita. Da esperto di chimica quale era, il marchese supervisionava di persona la scelta delle materie prime; utilizzava solo le terre migliori, provenienti da Vicenza e Montecarlo. La stessa attenzione era riservata alla decorazione di ciascun pezzo. Dai forni uscivano tanto sculture e opere d’arredo, quanto utensili e ornamenti per la tavola. Si trattava di veri capolavori d’arte manuale, finemente modellati o dipinti sulla superficie. L’ideale qualitativo della produzione era così elevato, da spingere Carlo a istituire una vera scuola di arti decorative in loco, con l’obiettivo di formare i futuri operai e artigiani addetti alla produzione.  Successivamente, con la scomparsa di Carlo, l’attività passò nelle mani degli eredi, che portarono avanti la Manifattura con analoga passione e intuito imprenditoriale. La fama delle porcellane Ginori si diffuse oltralpe, raggiungendo (e imitando) le corti europee. In epoca napoleonica, lo Stile Impero divenne fonte di ispirazione per i motivi decorativi, che rinnovarono i ricami floreali tradizionali. Lo stesso si può dire del gusto per i paesaggi campestri e per le rovine classiche proprio dell’Arcadia: un ulteriore nuovo soggetto iconografico.  Dopo più di un secolo e mezzo di attività indipendente, la Manifattura di Doccia si fuse con la fabbrica milanese di ceramiche Richard, portando alla nascita della Richard-Ginori nel 1896. L’epoca d’oro della nuova società fu tra il 1923 e il 1930: periodo sotto la direzione artistica di Giò Ponti, che seppe fondere il gusto classico alla moda contemporanea dell’Art Déco. Le porcellane da lui firmate entrarono nella storia del design italiano, arrivando anche a essere presentate all’Expo Universale di Parigi del ‘25.

 

 

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