MOVIE/ MARINA CICOGNA CHIC E RIBELLE PIONIERA DELLA CINEMATOGRAFIA IN ITALIA NON C’E’ PIU’ MA IL GRANDE PATRIMONIO DEI FILM DA LEI PRODOTTI E’ PER SEMPRE

Marina Cicogna, chic e ribelle, storica produttrice cinematografica, la prima donna ad affermarsi in un ambiente prevalentemente maschile ci lascia all’età di 89 anni. Da tempo malata, la sua ultima intevista, proprio ieri su Repubblica. Difficile delineare una personalità così poliedrica, eccentrica, libera. per lei però, parlano i film che ha prodotto, alcuni dei capolavolri del cinema mondiale, che senza Marina non avremmo mai potuto vedere. Ed eccone l’elenso, a significare il suo senso della vita e l’ordine delle cose.

La lista dei grandi film prodotti è lunga, da Teorema a Medea di Pasolini, a Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto e La classe operaia va in paradiso di Elio Petri a Uomini contro di Rosi a Mimì metallurgico ferito nell’onore e Film d’amore e d’anarchia di Lina Wertmuller a Fratello sole, sorella luna di Zeffirelli a C’era una volta il West di Sergio Leone. Vinse un Oscar per Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Petri, premiato nel 1971 come miglior film straniero, e più tardi l’onorificenza di Grand’Ufficiale al merito della Repubblica italiana. Dopo il suicidio del fratello Bino a Rio de Janeiro e la crisi finanziaria della Euro, era passata per un breve periodo alla Paramount (che le rifiutò Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci e Il portiere di notte di Liliana Cavani) prima di trasferirsi negli Stati Uniti. Quest’anno ha ricevuto il Premio alla carriera nel corso della 68/a edizione dei David di Donatello. Nella sua vita ha amato uomini e donne, Alain Delon, Warren Beatty ma è stata anche compagna per oltre vent’anni dell’attrice Florinda Bolkan.

Nella vita è stata una contessa, al cinema è stata una regina, con il titolo di “prima grande produttrice cinematografica italiana” e “una delle donne più potenti del cinema europeo”, secondo l’incoronazione del New York Times. Marina Cicogna, erede delle dinastie Cicogna Mozzoni, da parte di padre, e Volpi di Misurata per parte di madre, è stata aristocratica chic e ribelle, icona di stile e paladina dell’anticonformismo sul grande schermo e nel mondo del jet-set.

“Il cinema è nella mia vita da sempre, è stato il folle amore della mia vita”, amava ripetere “la contessa di Cinecittà”, ricordando che suo potente nonno, il conte Giuseppe Volpi di Misurata (1877-1947) – governatore della Tripolitania, ministro delle finanze, presidente della Biennale di Venezia e presidente di Confindustria – era stato l’artefice del primo Festival del Cinema al mondo, la Mostra d’Arte Cinematografica al Lido di Venezia, da lui creata nel 1932.

La sua straordinaria esperienza e carriera sono state raccontare nel 2021 nel film documentario Marina Cicogna. La vita e tutto il resto di Andrea Bettinetti, presentato alla Festa del Cinma di Roma, e nell’autobiografia Ancora spero, uscita quest’anno per Marsilio. Quest’anno le è stato conferito il David di Donatello alla Carriera.

 

Indiscussa icona di stile, creatività e indipendenza, Marina Cicogna era nata a Roma il 29 maggio 1934 dal conte Cesare Cicogna Mozzoni e dalla contessa Annamaria Volpi di Misurata ed era nipote del conte Giuseppe Volpi di Misurata, veneziano, che nel 1932 fondò la Mostra del cinema di Venezia. Laureata in Arti al Sarah Lawrence College di New York, dopo la maturità classica, aveva sempre sempre avuto una grande passione per il cinema. La Euro International Films, acquistata dalla famiglia, le aveva affidato il compito di scegliere i film da distribuire in Italia. Dopo i grandi successi di L’uomo del banco dei pegni di Sidney Lumet e Bella di giorno di Luis Bunuel molti altri, decise di produrre il suo primo film Metti, una sera a cena.

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