“Un classico vino bianco con fiori di acacia, da forti sensazioni floreali, ma la bellezza del nostro vino è che con il tempo cambia e fa trovare i profumi della frutta tropicale”. E’ “un vino vulcanico, che ci accomuna a quello dei castelli romani, che si producono tra Marino e il lago di Albano”, non è un caso che si tratta di un’altra area vulcanica”. Il presidente del Consorzio del Soave, Sandro Gini, appena nominato alla guida dei produttori del primo vino italiano ad essere riconosciuto come vino tipico nel 1931, quando contemporaneamente ne venne delimitata l’area di produzione, è soddisfatto dell’identità e del valore del suo vino. Del resto lui stesso è produttore a Monteforte, poco distante da Soave, sulle colline appena fuori Verona, La sua azienda è infatti alla quindicesima generazione di produttori, i suoi avi iniziarono a produrre vino nel 1500, ora è proprietario di 30 ettari di vigneto, ed è fiero di possedere solo vigne vecchie, dai 70 anni ai 150 anni, perchè – spiega – “non ho mai estirpato nessun vigneto”. In confidenza, afferma poi di non essersela mai sentita di buttare via il lavoro dei suoi genitori e dei suoi nonni. Ora produce 200 mila bottiglie di vitigno garganiga in prevalenza, più un 5% di trebbiano di Soave. Esporta in Giappone, usa soprattutto, Germania, e nei paesi nordici, la Cina è agli albori, l’export rappresenta solo il 2%, ma – aggiunge – “si sta lavorando”. E in effetti al Soave Preview che chiude i battenti oggi, sono presenti molti giapponesi, vuol dire che evidentemente apprezzano questo, vino. Anche cinesi, e per una denominazione Doc, che coinvolge territori per 7 mila ettari e 3500 famiglie, in un paese che conta 11 mila anime, è già un successo… Così a Soave tra le famiglie che producono vino, e tutto l’indotto che gira attorno alla fine, si calcola che il 100% dell’economia viene fatta dal vino. Unico caso in Italia. Anche i soci della Cantina Soave sono oltre 2200, pr oltre un milione di quintali di uva, che vuol dire idealmente la produzione di una regione come la Lombardia, o come tutto il Friuli, o il Trentino. In Italia ci sono in tutto 123 Consorzi, si producono 3 miliardi di bottiglie, per un valore complessivo di 8 miliardi ed un export che vale 5 miliardi.
Il Soave ha una storia profonda che affonda le sue radici nel medioevo, ma sono le persone, i viticoltori i creatori di questo magnifico paesaggio, caratterizzato dalla presenza degli alberi in quantità veramente sorprendente, soprattutto ciliegi, ulivi. Qui infatti si produce anche un’ottimo olio extravergine d’oliva. la storia della cantina di Soave è la storia di un territorio che già nl 1899 capisce che l’unione fa la forza, il vino che produce si esporta con facilità, questo territorio da 120 anni dà benessere a chi lo abita, perchè proprio tutto ruota attorno al vino Soave. “Il vigneto Soave – conclude il presidente del Consorzio Gini – rappresenta da solo il 3% del sistema produttivo a denominazione in Italia”.