I grandi non muoiono mai e anche se Roberto De Simone ci ha lasciati il 6 aprile a 91 anni, il cantore della tradizione partenopea vivrà nelle sue opere e nelle emozioni che ci ha regalato. Maestro immenso e uomo riservato, a tratti difficile. Da tempo conduceva una vita ritirata circondato dagli amici più cari. Ma non ha mai smesso di lavorare e creare, fino alla pubblicazione del suo l’ultimo libro pubblicato per Colonnese e dedicato a Giovanna d’Arco.
Il genio di Roberto De Simone è stato precoce. La sua famiglia vantava più di una vena artistica: il nonno attore nella compagnia di Salvatore De Muto, l’ultimo grande Pulcinella. Il padre suggeritore nelle sceneggiate. La zia mezzosoprano. In casa c’era un pianoforte, a sei anni il piccolo Roberto ne impara i rudimenti. Ma la guerra lo spinge con la famiglia lontano da Napoli, a Somma Vesuviana. È il primo impatto con le tradizioni popolari della cultura contadina, alla quale attingerà a piene mani ricreandola e reinventandola nelle forme contemporanee del capolavoro «La gatta cenerentola». Nel 1945 entra nel conservatorio di San Pietro a Majella. Sono anni di formazione e speranze, ma anche anni duri, spietati, volgari, come racconta lui stesso in «Napoli Satyricon 44», una sorta di malapartiana “Pelle” alla rovescia, dalla prospettiva del basso napoletano. Anche in questo romanzo del 2014 De Simone non tralascia di graffiare, per esempio quando racconta del miracolo di San Gennaro e osserva che «non c’erano affatto Benedetto Croce, Giuseppe Galasso, né Raffaele La Capria o Giorgio Napolitano, né Antonio Ghirelli, o lo stesso Eduardo De Filippo». Gli pare di scorgere solo, scrive, Renato Caccioppoli, il matematico geniale dal talento pianistico che gli capitò di conoscere in gioventù. In quegli anni fumosi, il giovane Roberto suona nei night club, cavallo di battaglia la Rapsodia in Blu di Gershwin.
Il dopoguerra lo riporta a una carriera concertistica, ma anche alle ricerche sull’espressività popolare in Campania, nel solco degli studi demartiniani, che rimarcano la solidità delle strutture culturali delle culture arcaiche meridionali e ne riportano alla luce il tessuto magico religioso. Di fronte a questo patrimonio immenso e inesplorato, De Simone opta per la composizione e lo studio di quel repertorio, con la sua gestualità, i suoi riti, i suoi ritmi, mettendo da parte la musica classica.
Il miracolo della Nuova Compagnia di Canto Popolare si verifica nel 1967.
Siamo alla vigilia della contestazione, venti nuovi arrivano anche a Napoli. De Simone incontra un gruppo di giovani interessati come lui a una musica popolare rinnovata e riproposta, tra loro ci sono Eugenio Bennato, Giovanni Mauriello e poi Beppe Barra, Patrizio Trampetti, Fausta Vetere. Ci vorranno nove anni per arrivare alla Gatta Cenerentola, opera scritta e musicata da De Simone, che debutta il 7 luglio 1976 nell’ambito del Festival dei due Mondi di Spoleto; è destinata al successo e a numerosissime repliche e varie versioni, fino a che qualcosa si incrina nei rapporti con alcuni componenti della Nccp. Conclusa l’esperienza, il maestro De Simone avvia una nuova collaborazione con il gruppo di artisti Media Aetas, nel quale c’è Virgilio Villani, già attore della Gatta.
La sua produzione è sterminata: come compositore firma il Requiem in memoria di Pier Paolo Pasolini (1985), Eleonora (1999), opera per il bicentenario della Rivoluzione partenopea del 1799. Cura regie liriche per i maggiori teatri mondiali. Per esempio, il suo Flauto magico inaugura la stagione della Scala nel 1990. Dal 1981 al 1987 è direttore artistico del San Carlo, nel 1995 viene nominato direttore del Conservatorio di San Pietro a Majella dove lui stesso ha studiato. Nel 1998 è Accademico di Santa Cecilia ed è insignito del Cavalierato delle Arti dal presidente della Repubblica francese. Nel 2019 riceve il titolo Cavaliere di Gran Croce dal presidente Sergio Mattarella.
La lista dei lavori e degli onori è lunghissima, ma non basta a comprendere la potenza dell’ingegno multiforme di De Simone, che scelse di praticare un teatro epico, popolare, antiborghese, vivianeo e non eduardiano. Su De Filippo diceva che, pur essendo un grandissimo artista, aveva contribuito alla morte del teatro napoletano più autentico. Eduardo, insomma, aveva davvero ucciso Pulcinella. Di contro, De Simone cercava di tenerlo in vita, convinto che, come il suo amato Stravinsky (aveva sempre un suo spartito sul pianoforte), la maschera di Napoli coniugasse oralità e scrittura, vitalità plebea e sapere filosofico e, soprattutto, la vita, la morte e il loro mistero.
In questi anni inizia la collaborazione con l’Autunno Musicale Napoletano in qualità di maestro sostituto e clavicembalista dell’Orchestra Scarlatti.
Nel 1967 l’incontro con un gruppo di giovani interessati ad una nuova proposta della musica popolare, Giovanni Mauriello, Eugenio Bennato e Carlo d’Angiò, determina la nascita della Nuova Compagnia di Canto Popolare, della quale è l’elaboratore dei materiali musicali. A questo primo insieme si aggiungono, in un secondo momento, Patrizia Schettino, Peppe Barra, Patrizio Trampetti e in seguito Fausta Vetere che sostituisce la Schettino.
Dopo un periodo di esclusiva attività musicale, il gruppo accentua progressivamente il carattere teatrale delle proprie esibizioni, così nel 1974 esso presenta al Teatro San Ferdinando di Napoli una rilettura della Cantata dei Pastori di Andrea Perrucci e nel 1976 nasce La gatta Cenerentola, opera scritta e musicata dallo stesso De Simone che determinerà il vero successo ma anche la rottura dei rapporti con alcuni componenti della Nuova Compagnia di canto Popolare. Successivamente De Simone continua la sua opera di rinnovamento attraverso una sempre più stretta collaborazione con il gruppo di artisti “Media Aetas”, nel quale ritrova Virgilio Villani, già protagonista della Gatta e di Masaniello; con Media Aetas la ricerca non parte più dal folklore della cultura orale ma da basi storiche.
Oltre a La gatta Cenerentola, tra il 1976 e il 1998, diretta da Domenico Virgili e L’Opera Buffa del Giovedì Santo, nel 1980, poi ripresa nel 1999, tra gli altri ha messo in scena anche gli spettacoli Masaniello (1975), Mistero Napolitano (1977), Le cantatrici villane di Valentino Fioravanti (1998) e L’impresario in angustie (2001).
Come compositore scrive, tra le altre, l’album Io Narciso Io (1985), il Requiem in memoria di Pier Paolo Pasolini (1985), la Festa Teatrale, composta per il 250º anniversario del Teatro di San Carlo (1987), le musiche corali per l’Agamennone di Eschilo (1995), Eleonora, opera composta per il bicentenario della rivoluzione napoletana (1999). Collabora anche alle musiche dell’album Non farti cadere le braccia di Edoardo Bennato.
Cura anche la regia di svariate opere liriche per i maggiori teatri mondiali. Gli assi portanti del suo repertorio in questo settore sono costituiti dagli allestimenti delle opere di Mozart, come Idomeneo e Il flauto magico che hanno inaugurato la stagione lirica del Teatro alla Scala di Milano nel 1990 e nel 1995, di Giuseppe Verdi come il Nabucco, che ha aperto la stagione scaligera del 1986, opere di Gioachino Rossini e di Pergolesi.
Gli studi e le ricerche compiute da De Simone sulle tradizioni campane confluiscono in testi e antologie di dischi. Fra le sue pubblicazioni sono da ricordare i volumi Chi è devoto (1975), Carnevale si chiamava Vincenzo (in collaborazione con l’antropologa Annabella Rossi; 1977), “Canti e tradizioni popolari in Campania”, edito dalla Lato Side, Il segno di Virgilio (1982), La tarantella napoletana nelle due anime del Guarracino (1991), Fiabe Campane (1993), Il Presepe popolare napoletano (1999), La cantata dei Pastori (2000).
Negli anni settanta insegna Storia del teatro all’Accademia di belle arti di Napoli e dal 1981 al 1987 è direttore artistico del Teatro di San Carlo. Nel 1995 diviene direttore del Conservatorio di San Pietro a Majella. Nel 1998 è nominato Accademico di Santa Cecilia di Roma, e successivamente insignito del Cavalierato delle Arti (Chevalier des Arts et des Lettres) dal presidente della Repubblica francese. Nel 2003 viene insignito del premio Roberto I Sanseverino, organizzato dal comune di Mercato San Severino e dall’associazione La Magnifica Gente d’o Sud.
Nel 2007 realizza Là ci darem la mano, dedicato al centenario di Mozart, utilizzando in scena per tutto il secondo atto un teatrino di burattini. Lo spettacolo viene premiato col premio E.T.I. Gli Olimpici del Teatro come migliore spettacolo musicale originale.
Nel 2010 partecipa alle prove del canto dei “Battenti” a Minori in costiera amalfitana. Curerà la composizione strutturale cameristica per lo spettacolo Memento/Momento per Sergio Bruni da Nino D’Angelo, che il giorno 21 ottobre 2013 debutterà al Teatro di San Carlo di Napoli per una serata/evento ad omaggiare i dieci anni dalla morte di Sergio Bruni.
Nel 2013 assume la direzione artistica per l’edizione del 2014 della Festa dei Gigli di Nola, divenuta “Patrimonio orale e immateriale dell’umanità”. Decide di dimettersi poco prima dell’inizio della kermesse a seguito di contrasti con l’organizzazione.
Malato da tempo, muore nella sua casa di via Foria a Napoli il 6 aprile 2025, all’età di 91 anni.[2]
- La gatta Cenerentola. Favola in musica in tre atti, Collezione di teatro n.214, Torino, Einaudi, 1977, ISBN 978-88-06-21923-9.
- Demoni e Santi. Teatro e teatralità barocca a Napoli, Electa Napoli, 1984.
- Disordinata storia della canzone napoletana, Valentino editore, 1994.
- Il presepe popolare napoletano, Collana Saggi, Torino, Einaudi, 1998-2004.
- L’opera buffa del giovedì santo, Collezione di teatro, Torino, Einaudi, 1999.
- La Cantata dei pastori, Collana Saggi, Torino, Einaudi, 2000, ISBN 978-88-06-15632-9.
- Il cunto de li cunti di Giambattista Basile nella riscrittura di Roberto De Simone (2 vol.), Collana I millenni, Torino, Einaudi, 2002, ISBN 978-88-06-14214-8.
- Prolegomeni al Socrate immaginario, Collezione di teatro, Torino, Einaudi, 2005, ISBN 978-88-06-17863-5.
- Novelle K 666. Fra Mozart e Napoli, Collana L’Arcipelago, Torino, Einaudi, 2007, ISBN 978-88-06-18685-2.
- Omaggio a Giovan Battista Pergolesi (1710-2010), Grimaldi & C., 2010, ISBN 978-88-89-87962-7.
- Cinque voci per Gesualdo. Travestimento in musica e teatro di un mito d’amore, morte e magia, Collezione di teatro, Torino, Einaudi, 2013, ISBN 978-88-06-21744-0.
- Satyricon a Napoli ’44. Fra Santa Chiara e San Gregorio Armeno, Collana L’Arcipelago, Torino, Einaudi, 2014, ISBN 978-88-06-21978-9.
- La canzone napolitana, Collana I Millenni, Torino, Einaudi, 2017, ISBN 978-88-06-23474-4.
- L’Oca d’Oro, Collezione di Teatro, Torino, Einaudi, 2019, ISBN 978-88-06-24049-3.
- Dell’Arco Giovanna d’Arco : Mystère cinematografico per musica, Collana I nuovi trucioli, Napoli, Colonnese, 2024, ISBN 9791281142282.
Curatele
- Il Cunto de li Cunti di Giambattista Basile nella riscrittura di Roberto De Simone (2 voll.), Collana I Millenni, Torino, Einaudi, 2002, ISBN 978-88-06-14214-8.
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