DA TVSVIZZERA.IT
Il peso dell’industria bellica italiana 41 MILIARDI DI FATTURATO
Con il piano di riarmo da 800 miliardi di euro presentato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, gli occhi sono puntati anche sull’Italia e sulla sua industria bellica. Le TempsCollegamento esterno dedica un articolo ai “giganti dell’armamento europeo”. Se il colosso britannico BAE Systems è l’unico gruppo continentale a figurare nella Top 10 dei principali fabbricanti mondiali, l’italiana Leonardo ha registrato negli ultimi anni una notevole progressione e dall’alto di un giro d’affari di quasi 18 miliardi di euro nel 2024 (in aumento del 16,2% rispetto all’anno prima) è ormai tra i pesi massimi del settore. “Le sue attività si basano principalmente sulla produzione di elicotteri (civili e militari), ma anche di prodotti elettronici per la difesa e la sicurezza – rileva Le Temps. Ma negli ultimi mesi, Leonardo ha moltiplicato le alleanze. Già coinvolta nel progetto Eurofighter, MBDA, l’azienda ha annunciato nell’ottobre 2024, la creazione di una joint venture con la tedesca Rheinmetall per la produzione di nuovi veicoli da combattimento”.
A osservare da vicino l’industria bellica italiana è anche la Neue Zürcher Zeitung Collegamento esterno. Con 41 miliardi di euro di fatturato, è uno dei più importanti settori economici del Paese, rileva il quotidiano. Se il piano di riarmo da 800 miliardi si concretizzerà, “gran parte degli ordini potrebbe però andare a beneficio delle aziende statunitensi”, perché “quelle europee di solito non sono in grado di produrre da sole”, osserva il giornale.
L’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, sostiene la necessità di una maggiore cooperazione tra le diverse componenti dell’industria europea della difesa, attualmente molto frammentata. È necessaria una massa critica per creare strutture competitive e “accelerare il nostro piano di sviluppo, completando le nostre capacità industriali e tecnologiche”, afferma Cingolani.