Un atto beneaugurante di Primavera: regala un libro. Ai tuoi amici, o ai tuoi familiari oppure a te stesso. Abbiamo selezionato alcuni libri di nuova pubblicazione senza tralasciare libri in vendita da tempo che vale la pena leggere almeno una volta nella vita. Ed ecco che cosa ne è emerso…
L’URLO STRAZIATO DELLE COMPAGNE DI GIORGIANA MASI, PH TANO D’AMICO 12 MAGGIO 1977
TANO D’AMICO I NOSTRI ANNI, MILIEU 2025
Le immagini vengono prima. Il testo può solo accompagnarle. Tano D’Amico, uno dei maestri della fotografia italiana, le cui opere sono esempio di potenza etica e forza poetica è uscito a gennaio in libreria con I nostri anni (Settanta/Milieu, pp. 120, euro 14,90) e non è un libro di fotografie. Ci sono, nelle ultime pagine, alcune delle storiche foto di Tano che raccontano l’anno che di fatto chiuse il Novecento, ma questo libro è fatto di testi. O meglio è una sequenza di testi che si richiamano a vicenda, che incedono a spirale, e che a loro volta evocano e precipitano in immagini. Questo è un libro di immagini raccontate e di parole che disegnano avventure, non è solo un libro sul Settantasette: è un trattato sul rapporto tra comunicazione e rivoluzione, sullo scontro delle immagini col potere.
(Tano D’Amico e il suo stampatore e fotografo Claudio Bassi, ph Simonetta Ramogida
Le foto di Tano sul Settantasette sono famose, documenti imprescindibili per raccontare quell’anno. Eppure, pochissime uscirono sui giornali in diretta, durante quei giorni. Questa contraddizione contiene la prima lezione: «Nelle immagini cercate dai giornali – racconta Tano – i giovani dovevano sembrare una strana specie di scimmie assetate di violenza e di sangue, le donne che scendevano in strada dovevano essere di una bellezza esposta e consumabile». I movimenti delle donne sono imprescindibili per cogliere questo scarto tra rappresentazione e realtà, tra potere e vita: «La bellezza femminile fu splendida e luminosa quell’anno – prosegue – Una bellezza nuova che non voleva compiacere nessuno. Cambiò il sorriso, lo sguardo, il gioco. Anche il pianto e il lutto, che vennero presto». Il riferimento è alla terribile giornata del 12 maggio, quando venne uccisa Giorgiana Masi. Tano scatta la celebre immagine del poliziotto travestito da manifestante con pistola. Nel libro racconta di come venne a sapere cosa accadde: un agente lo rintracciò per raccontargli il retroscena. E traccia un suggestivo parallelismo tra la sua vicenda e le sorti di Francesco Cossiga, ministro dell’interno nell’anno fatidico poi destinato alla più alta carica ma per sempre malinconicamente segnato dalla scia di morte seminata in quegli anni. Quel giorno rese immortali anche le scene strazianti del dolore delle compagne di Giorgiana: «Le donne non urlarono, aprirono la bocca ma le grida non uscivano. Due ragazze con la maschera della tragedia, la bocca spalancata, senza suono, senza voce, senza grida andarono verso il fotografo».
MASSIMO RECALCATI, LA LUCE DELLE STELLE MORTE, FELTRINELLI 2023
Al centro di questo libro c’è il rapporto della vita umana con l’esperienza traumatica della perdita. Cosa accade dentro di noi quando perdiamo chi abbiamo profondamente amato? Quale vuoto si spalanca? Quale lavoro ci attende per ritornare a vivere? E cosa avviene quando questo lavoro risulta impossibile e ci sentiamo persi insieme a chi abbiamo perduto?
Il lavoro del lutto e la nostalgia sono due esempi di come possiamo restare vicini a ciò che abbiamo perduto senza però farci inghiottire dal dolore. Mentre il nostro tempo esalta il futuro, il progetto, l’intraprendenza, il lutto e la nostalgia ci ricordano che lo sguardo rivolto all’indietro non è sempre segno di impotenza, ma può anche alimentare le risorse che servono per essere davvero capaci di non smettere mai di nascere.
Può la luce arrivare dal passato? Può esserci luce nella polvere?
“Esiste anche una seconda forma della nostalgia che assomiglia di più a una specie di visitazione. E la nostalgia-gratitudine. In questi casi il passato ci visita e ci porta luce, ci ricorda non qualcosa che è morto e impossibile da avere, ma la bellezza e lo splendore di ciò che abbiamo vissuto e dal quale possiamo continuare ad attingere linfa vitale. È la nostalgia al servizio della vita e non della morte.”
(Massimo Recalcati, La luce delle stelle morte, Feltrinelli 2023)
Fatin Abbas
Black Time. Scritti sull’invisibile, afterwords, 2025
In Black Time. Scritti sull’invisibile (wetlands books), Fatin Abbas trasforma Venezia in un luogo di riflessione sul nostro presente, intrecciando memoria, geopolitica e identità. Il volume, secondo della collana afterwords curata da Maaza Mengiste si muove tra calli e lagune per esplorare questioni urgenti come il colonialismo, la guerra, il patriarcato e la crisi ambientale, con un’attenzione particolare alla percezione del tempo. Il tempo sospeso dell’attesa, il tempo della diaspora, il tempo spezzato dai conflitti. Abbas, scrittrice sudanese cresciuta tra New York e Berlino, offre un saggio che è al contempo una meditazione filosofica e un atto politico, dando voce a una nuova generazione di intellettuali africani. Un libro di grande sensibilità e potenza, che ci invita a vedere ciò che spesso rimane invisibile.
Fatin Abbas, Black Time. Scritti sull’invisibile, afterwords, 2025

CARLO CELLAMARE ROMA CITTA’ TERRITORIO ABITARE UN CONTESTO METROPOLITANO, quodlibet 2025
Il volume Roma città-territorio. Abitare un contesto metropolitano, a cura di Carlo Cellamare, offre un’inedita lettura dell’area metropolitana romana, superando l’immagine tradizionale di una Capitale isolata e dominante su un territorio periferico. Attraverso ricerche territoriali e ambientali, il libro ricostruisce un quadro complesso e articolato, in cui Roma si configura come un sistema di relazioni, attraversato da flussi e nuove modalità di abitare. Particolare attenzione è data alle periferie, non più interpretate come spazi subalterni, ma come elementi di una città diffusa, in continua trasformazione. Con un focus su temi cruciali come consumo di suolo, reti ecologiche e cambiamento climatico, il testo propone un approccio innovativo all’urbanistica, capace di cogliere le dinamiche del territorio romano nel loro insieme.
Roma città-territorio. Abitare un contesto metropolitano a cura di Carlo Cellamare
Quodlibet, 2025
pag. 144, € 24
ISBN 9788822922519

La psicologia della zia ricca e il mistero della sua immortalità in 25 racconti esemplari – Erich Mühsam
Con La psicologia della zia ricca e il mistero della sua immortalità, Erich Mühsam ci regala un’opera esilarante e pungente, che dietro il pretesto di una raccolta di racconti grotteschi cela una feroce critica alla società borghese d’inizio Novecento. Pubblicato nel 1905, il libro mette in scena il contrasto tra avidi nipoti e zie ricche dalla longevità inspiegabile, delineando una sorta di “immortalità capitalista” immune a ogni logica e a ogni attesa di eredità. Con una scrittura brillante e uno humour tagliente, Mühsam – anarchico, cabarettista e militante politico – trasforma queste storie apparentemente leggere in un atto d’accusa contro le ipocrisie della società del suo tempo ma ancora incredibilmente attuali.
Erich Mühsam, La psicologia della zia ricca e il mistero della sua immortalità in 25 racconti esemplari
Casagrande Edizioni, 2025

Il suo libro iconico porta semplicemente il suo nome: Helmut Newton, edito da Taschen.
Il mio lavoro come fotografo ritrattista è quello di sedurre, divertire e intrattenere”. È una delle frasi più famose e citate di Helmut Newton. Il 31 ottobre 2020 si è celebrato il suo centenario della nascita. Ed è incredibile come, anche a distanza di decenni, le sue fotografie riescano a trasmettere e soddisfare tutti i principi con cui sono state scattate.
20 anni di SUMO: libro illustrato di alta qualità in formato XL “Helmut Newton 20th Anniversary Edition” Taschen, con oltre 450 foto espressive. SUMO di Helmut Newton era un libro titanico che si ergeva metri sopra qualsiasi cosa fosse mai stata tentata prima sul mercato librario. Questa edizione XL, aggiornata dalla moglie June Newton in occasione del 20° anniversario, contiene 464 immagini e un nuovo libretto che ci ripercorre la storia della genesi di questo grande evento giornalistico. La 20th Anniversary Edition è uno straordinario tributo al fotografo più grande della vita. Helmut Newton (1920-2004) ha sempre avuto un sano grado di diffidenza nei confronti del semplice o del prevedibile. Quindi non sorprende che il SUMO fosse un progetto a cui non poteva resistere. L’idea di un libro che abbia le dimensioni di una mostra privata, con immagini mozzafiato, riprodotte e stampate secondo gli standard più moderni, è nata da un dialogo aperto e sperimentale tra fotografo ed editore. Con i 35,4 chili (poco meno di 80 libbre) che pesa il SUMO – comprese scatola e pellicola – Newton ha creato una pietra miliare nell’industria del libro che si ergeva metri sopra qualsiasi cosa fosse mai stata tentata prima sul mercato dei libri, sia in termini di stravaganza della sua concezione che di dati tecnici. Il SUMO, originariamente pubblicato in un’edizione di 10.000 copie firmate e numerate, è andato esaurito subito dopo la sua uscita e ha rapidamente aumentato il suo valore. Oggi, i singoli esemplari sono rappresentati in numerose importanti collezioni in tutto il mondo, tra cui il Museum of Modern Art di New York. La leggendaria copia numero uno di Sumo, firmata a mano da oltre un centinaio di personaggi famosi raffigurati nel libro, ha battuto il record per il libro più costoso pubblicato nel 20° secolo quando ha raggiunto un prezzo di acquisto di oltre 317.000 euro in un’asta a Berlino il 6 aprile 2000. Questo numero XL celebra ora i 20 anni di SUMO. Il libro, accuratamente rivisto dalla moglie June Newton, contiene tutte le 464 immagini e un nuovo libretto che ci accompagna attraverso la genesi di questo importante evento giornalistico: un tributo mozzafiato al fotografo più grande della vita, ora in un formato più gestibile. Le sue foto incarnano l’erotismo più seducente. L’attrattiva irresistibile di sguardi, tacchi a spillo, sigarette a fior di bocca, nudi statuari e gambe infinite. Il suo inconfondibile bianco e nero carico d’ombre e d’eleganza. La sua contestatissima idea di femminilità, per cui lui ha sempre rivendicato ideali di libertà, emancipazione e controllo. I corpi sospesi delle sue donne, come incastrati nel frame di un film che lasciava immaginare. L’innato humor che lo contraddistingueva e che faceva emergere da ogni suo lavoro
Helmut Newton nacque a Berlino il 31 ottobre 1920. È morto a West Hollywood, schiantandosi con il suo SUV Cadillac contro la parete dello Chateau Marmont, per anni casa sua: era il 23 gennaio 2004.
IN TEMPI DI DIBATTITO SUL RIARMO EUROPEO E’ FORSE IL CASO DI RILEGGERE UN CAPOLAVORO DELLA LETTERATURA. ELSA MORANTE FU LA MOGLIE DI ALBERTO MORAVIA
ELSA MORANTE LA STORIA 1974 GLI STRUZZI EINAUDI
A questo romanzo (pensato e scritto in tre anni, dal 1971 al 1974) Elsa Morante consegna la massima esperienza della sua vita “dentro la Storia” quasi a spiegamento totale di tutte le sue precedenti esperienze narrative: da “L’isola di Arturo” a “Menzogna e sortilegio”. La Storia, che si svolge a Roma durante e dopo la seconda guerra mondiale, vorrebbe parlare in un linguaggio comune e accessibile a tutti. Considerato uno dei capolavori della letteratura italiana del Novecento, il libro offre una panoramica intensa e commovente della Seconda Guerra Mondiale e delle sue conseguenze sulla vita di una famiglia romana. La narrazione si concentra su temi come la guerra, la memoria e l’identità, esplorando le esperienze di personaggi che affrontano le difficoltà e le ingiustizie del loro tempo. Morante, nata a Roma nel 1912, è una delle scrittrici italiane più amate e famose del secondo Novecento, e “La Storia” è il suo lavoro più conosciuto.
L’uscita, programmata prima delle ferie estive, fu preceduta da una non usuale campagna promozionale sui quotidiani italiani, come non comune fu la scelta dell’editore di stampare la prima edizione con una tiratura di 100.000 copie. La copertina, che nella prima edizione riportava la fotografia di un bambino morto durante la guerra civile spagnola, fu successivamente sostituita da una di un bambino vivo tra le macerie della guerra.
È un romanzo corale, ambientato nella Roma tra gli anni fra il 1941 e il 1947, in cui gli eventi della seconda guerra mondiale e dell’immediato dopoguerra sono mostrati con gli occhi dei protagonisti e della popolazione ferita: sono infatti descritti ora con crudo realismo, ora anche con una marcata visionarietà poetica, i quartieri romani martoriati dai bombardamenti e le borgate di periferia affollate da nuovi e vecchi poveri San Lorenzo, Testaccio, Pietralata, il ghetto ebraico di Roma e le alture dei vicini Castelli Romani in cui si muovono le formazioni partigiane di opposizione al nazifascismo e alcuni dei protagonisti della vicenda che scandisce la narrazione come un naturale fil rouge.
Dal romanzo è stata tratta nel 1986 una miniserie tv in tre episodi diretta da Luigi Comencini e interpretata da Claudia cardinale nel ruolo di Ida. Ne sono state distribuite due versioni: una per la prima visione, della durata di 240 minuti, e una per l’anteprima cinematografica, di 135 minuti.
Invece nel 2024 il romanzo viene trasposto in un’altra miniserie televisiva in otto episodi diretta da Francesca Archibugi e con Jasmine Trinca nel ruolo di Ida. Trasmessa in prima serata su Rai Uno, si snoda su quattro episodi andati in onda tra l’8 e il 23 gennaio. Il romanzo sin dalla sua uscita rappresentò un caso letterario di cui si dibatté per mesi, non solo in termini letterari, ma anche in termini politici, tanto che la Rai arrivò a trasmettere un dibattito televisivo dedicato al romanzo. Critica positiva, se non entusiasta lo definì Natalia Ginsburg lo definì sul Corriere della Sera Il romanzo più bello di questo secolo.
ARREDARE LA CASA COL FENG SHUI
GIOACCHINO CRIACO L’ULTIMO DRAGO D’ASPROMONTE, RIZZOLI
L’Aspromonte, terra “aspra”, è un luogo meraviglioso, poco frequentato e per questo in molte sue parti “vergine”, sembra che al suo interno nascosta chissà dove ci sia anche una base militare Nato, di cui si è ricominciato a parlare da poco visto il “maltempo” che caratterizza i nostri giorni che guarda alla guerra come evento inevitabile. Ma l’Aspromonte è un luogo incantevole, basta avvicinarsi un pò a quelle montagne per capire perchè la mafia lo abbia scelto purtroppo per nascondere le persone oggetto di rapimenti per richiederne poi il riscatto. La natura qui è incontaminata, selvaggia come non mai e fitta, densa di profumi che derivano dalla diffusa macchia mediterranea, delle ginestre, querce e licci, dall’abete bianco e fai faggi e lerici. E poi d’inverno qui puoi sciare mentre guardi il mare… L’Aspromonte è un luogo pieno di magie. L’Aspromonte è un posto mitologico. Inoltre, alle sue pendici è insediata una delle ultime comunità di lingua grecanica, vale a dire dei greci che, come alcune comunità di albanesi, all’epoca tutti di religione ortodossa, si rifugiarono in Calabria e in altre regioni dell’Italia Meridionale quando gli Ottomani conquistarono la Grecia e la penisola balcanica, nel 1453.I monti sono pieni di pendii pietrosi, scivoli di roccia e rocce arcaiche.
Gioacchino Criaco nasce ad Africo, un piccolo centro della costa ionica calabrese. Figlio di pastori, in giovane età inizia a meditare su una nuova trattazione letteraria dell’Aspromonte e luoghi limitrofi, data la scarsa divulgazione degli stessi. Dopo la morte di Corrado Alvaro infatti, c’è stato bisogno di aspettare vent’anni per veder nuovamente i riflettori puntati sull’Aspromonte, e stavolta non per un’opera letteraria bensì a causa del fenomeno sequestri, che a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 dello scorso secolo ha ridotto l’immagine della montagna calabrese a una vera e propria foresta intricata e maledetta. la storia de L’Ultimo drago d’Aspromonte racconta di un ragazzo che viene portato dalla madre in una comunità di recupero nel cuore dell’Aspromonte. Confinato in un bosco, sceglie di restarci per anni, vagando per la montagna fra sussurri magici e strani segnali di vita: le tracce degli animali, l’intrico delle piante, gli incontri notturni degli abitanti del villaggio vicino.
«Un campo di forza, nel quale i personaggi, i luoghi, le piante e gli animali si sostengono tra loro attraverso un’invisibile materia oscura, un mistero palpitate ed energico» – Elena Stancanelli, La Stampa – TuttoLibri
La natura lo accerchia, animata da forze alle quali non si riesce a dare un nome, forse cattive forse no. Forze che esplodono quando, in casa di un pastore, il ragazzo trova dei vecchi giornali che parlano di un incidente che ha segnato la sua famiglia. Che cosa nasconde il passato dei suoi genitori: terrorismo? ‘Ndrangheta? Nella sua mente tutto comincia a prendere fuoco, come nel petto del Drago di roccia che regna da sempre sull’Aspromonte. La magia di questa bestia divina lo condurrà lungo il sentiero di un’inattesa rinascita.
ENNIO FLAIANO DIARIO DEGLI ERRORI PICCOLA BIBLIOTECA ADELPHI, 2002
Pochi libri sono rappresentativi di Flaiano come questo Diario degli errori, con il suo irresistibile blend di illuminismo tenebroso e pessimismo comico prima che cosmico. Disteso lungo l’arco di un ventennio (dal 1950 ai primi anni Settanta) e costruito avendo negli occhi i luoghi e i volti di tanti viaggi (da Fregene ad Atene, da Parigi a Hong Kong, da Zurigo a New York a Bangkok), il Diario brulica infatti di pensieri che sperimentano tutte le forme possibili del rapporto tra la mente e la realtà. Vi troviamo velenosi calembour concentrati come saggi, aforismi e massime perforanti e definitivi, microritratti di taglio, apologhi surreali e corrosivi, sequenze interrotte, tra incanto e sarcasmo: sugli hotel francesi, dove i mobili sono «come nella tavola che sul Larousse accompagna la voce: camera da letto», sulle vetrine olandesi accanto alle case secentesche, sui bambini monaci thailandesi che ridono e bevono il tè, sulla sporcizia e le costruzioni nuovissime di Beirut, sulle «riscattabili» taxi-girl di Hong Kong, sui filippini che cantano senza tregua, e ovviamente sul «paesetto italiano» di giocatori al Totocalcio. L’irrefrenabile tendenza all’autodistruzione della specie umana pervade Diario degli errori come un malinconico Leitmotiv: ma la crudele esattezza della tassonomia è in Flaiano venata della pietas del moralista disilluso. Quella pietas che gli fa citare la sublime e disperata invocazione di Pierre ai massoni in Guerra e pace: «Occorre che l’uomo, governato dalle proprie sensazioni, scopra nella virtù attrattive sensuali».
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