WINE/ IL VENETO LOCOMOTIVA DEL VINO BOOM DELL’ITALIA NELL’EXPORT 2024 CON 8,1 MLD DI EURO SEGUONO TOSCANA E PIEMONTE

SEMPRE IN VETTA LE BOLLICINE NON CALA L’APPEAL DEI VINI ITALIANI NEL MONDO VOLA L’EXPORT NEL 2024 CON 8,1 MILIARDI DI EURO E IL VENETO “STACCA” LE ALTRE REGIONI

 

 

Non sono solo bollicine, a riempire gli scaffali fuori dall’Italia oltre al Prosecco ci sono anche i vini Valpolicella, il Soave, il Pinot grigio delle Venezie: tutti i vini made in Veneto che nel 2024 si conferma la locomotiva del vino in Italia riguardo all’export che conta in tutto 8,1 miliardi in valore assoluto nel Belpaese e una crescita del 5,5% sull’anno precedente, ma solo il Veneto ne produce 3 miliardi di euro in valore con una crescita del 7,3%. La regione ha quindi un peso del 36,8% sul comparto del vino italiano. I dati sono stati diffusi dall’Istat che sottolinea come gli spumanti siano sempre piu’ diffusi e rappresentano 2,3 miliardi di euro (+5,5%). Al secondo posto c’è la Toscana che supera il Piemonte a 1,2 miliardi di euro ( +8,7%,)  a dimostrazione dell’appeal sempre solido dei grandi vini rossi, per la terra del Chianti Classico e di Bolgheri, dell’Igt Toscana e del Chianti, della Maremma Toscana e del Brunello di Montalcino, del Vino Nobile di Montepulciano, ma anche della “regina bianca”, la Vernaccia di San Gimignano. Il Piemonte terra del Barolo e del Barbaresco, della Barbera d’Asti e dell’Alta Langa, del Gavi e dell’Asti si ferma a 1,18 miliardi di euro. Veneto, Toscana e Piemonte rappresentano il 66,7% del vino italiano esportato nel 2024 confermandosi le regioni leader del comparto. Sono tuttavia diverse le regioni che hanno registrato una diminuzione anche significative nell’export del vino come Lombardia, Trentino Alto Adige, Sicilia.

 

Subito fuori dal podio c’è il Trentino Alto Adige, terra di grandi bianchi e del Trentodoc a 611,2 milioni di euro (-2,8%), e, in “top 5” per valore esportato, si conferma anche l’Emilia Romagna dei Lambrusco e Sangiovese, a 464,5 milioni di euro, con una leggera crescita dello 0,6%. Sopra i 100 milioni di euro la Lombardia, terra del Franciacorta a 312,5 milioni di euro (-2,8%), mentre l’Abruzzo (+16,8%), con i suoi Montepulciano d’Abruzzo, Trebbiano e Cerasuolo, tra i vini di riferimento della regione, a 268,6 milioni di euro. Positiva la crescita (+9%) del Friuli Venezia Giulia con i vini del Collio a 226,17 milioni di euro, davanti ad un’altra regione dalla grande tradizione vitivinicola, la Puglia del Primitivo di Manduria, del Negramaro e del Sussumaniello, che con una crescita del +9,1%, si attesta a 231,7 milioni di euro. In leggero ribasso la Sicilia, che si è fermata a 154,9 milioni di euro (-2,5%).

I vini Dop in bottiglia incrementano il valore del 5,7% (3 miliardi di euro, con +4,5% per i bianchi e +6,4% per rossi e rosati), gli Igp del 2,4% (a 1,35 mld di euro), i vini comuni del 7,2% (a 189 mln di euro). In calo di quasi 12% i prodotti in confezione tra 2 e 10 litri (102,8 mln di euro), che comprendono il formato bag in box. A livello regionale, arretrano i rossi Dop in bottiglia di Sicilia e Trentino Alto Adige; e i bianchi di Lazio e Toscana.

 

DOVE VA IL VINO ITALIANO?

 

Usa e Gran Bretagna sono i paesi che piu’ apprezzano i vini del Belpaese. Considerando i singoli Paesi, il primo cliente del vino italiano sono gli Stati Uniti, con lo spettro degli annunciati dazi doganali del presidente Donald Trump (e confermati poche settimane fa) gli acquisti di vino italiano crescono a volume del 7% (362 mln di litri) con una spesa di 1,93 miliardi di euro (+10,2 per cento). Probabile un effetto scorte da parte degli importatori, per evitare l’incremento delle tariffe che dovrebbe scattare ad aprile prossimo.

La Germania presenta volumi in diminuzione da 531 a 515 milioni di litri (-3%) e valori in lieve crescita, da 1,14 a 1,18 miliardi di euro (+3,7 per cento). Nel Regno Unito, dove si affermano le quantità di vino passano da 256 a 261 mln di litri in un anno (+2%) e valori da 842 a 851 milioni di euro (+1 per cento).

La spumantistica rappresenta il vero motore della crescita italiana. Nel 2024, il ritmo è decisamente più alto rispetto alla media generale del vino italiano, con il segmento che totalizza 2,38 miliardi di euro, per un incremento dell’8,9 per cento, a fronte di quantitativi che raggiungono da gennaio a dicembre i 555 milioni di litri (+12 per cento). Di questi, ben 414 mln di litri sono di Prosecco Dop (+15%), cresciuto a valore dell’11% a quota 1,82 miliardi di euro. Da solo, il Prosecco Dop pesa per oltre 75% sui valori della spumantistica italiana esportata. Asti a -2,6% (165 mln di euro) e altri spumanti Dop a -12% (86 mln di euro). Meno importante il ritmo di crescita dei vini fermi in bottiglia (in recipienti entro 2 litri di capacità) che sono saliti da 1,15 a 1,20 miliardi di litri (+4,3%) per una spesa che ha totalizzato 5,3 miliardi di euro, in aumento del 4,7 per cento.

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