WINE/ QUANDO I PRETI PRODUCONO VINO E OLIO METTENDO AL CENTRO LA PERSONA

CHE I PRETI APPREZZINO IL VINO LO SI E’ SEMPRE SAPUTO E NEL CALICE CHE IL SACERDOTE INNALZA DURANTE LA MESSA C’E’ SPESSO DEL BUON VINO ROSSO E POI C’E’ UN POSTO IN TOSCANA DOVE L’AZIENDA AGRICOLA PIEVE DI CAMPOLI COMPLETAMENTE DI PROPRIETA’ DEL CLERO PRODUCE OLTRE AL VINO PER LE FUNZIONI LITURGICHE, L’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA E IL VIN SANTO ANCHE PER LA VENDITA ALL’ESTERNO NEL “CATHEDRL WINE SHOP IN PIAZZA DUOMO A FIRENZE DOVE TROVARE ANCHE LE ECCELLENZE GASTRONOMICHE ITALIANE

Siamo tra il Chianti e il Chianti Classico a San Casciano in provincia di Firenze, in un territorio da secoli vocato alla produzione di vino e di olio. L’esperienza di Pieve in Campoli nasce circa 40 anni fa con l’unificazione dei terreni di competenza dell’Arcidiocesi di Firenze e che oggi rappresenta un polo agricolo di eccellenza per le produzioni enologiche e gastronomiche. La Chiesa del resto ha sempre avuto terreni a vocazione agricola ed immobili che venivano messi a reddito per sostentare i sacerdoti. Storicamente i parroci facevano anche i contadini e, vista la vocazione vitivinicola ed olivicola del Chianti, qui le uve e le olive venivano conferite a terzi oppure trasformate. E’ noto che il vino sagrantino, prodotto in Umbria deve il suo nome al vino ritenuto “sacro” perchè il vitigno fu portato in Italia dai monaci che fuggivano dalle dominazioni e dalle invasioni in Oriente. E non è l’unico caso perchè sono molti altri sono i vitigni arrivati nel Belpaese attraverso i monaci basiliani.

 

 

Negli anni ottanta tutti gli immobili, campi, pascoli, vigneti sono stati trasferiti agli Istituti per il Sostentamento del Clero eretti in ogni Diocesi. Pieve di Campoli nasce in questo periodo, attraverso l’unione di cinque aziende legate alla Diocesi di Firenze e messe a reddito per sostenere il clero e nello stesso tempo per valorizzare la produzione del vino nella tradizione millenaria della Chiesa.

L’azienda Pieve di Campoli nasce dal desiderio di conciliare due aspetti importanti e centrali che ancora oggi compongono la filosofia aziendale: quello di recuperare i terreni di proprietà dell’arcidiocesi fiorentina, dando origine a prodotti d’eccellenza e quello di creare reddito attraverso il lavoro. La mission si potrebbe riassumere con questa frase “mettere al centro la Persona”.

 

 

 

 

A dominare la scena tra i vitigni di Pieve di Campoli è certamente il Sangiovese Toscano, presente in più varietà con alcuni cloni, ripresi direttamente dalle piante storiche dei vigneti più antichi. Trovano spazio nei terreni dell’azienda agricola gli altri vitigni regionali della tradizione: Malvasia Bianca e Trebbiano per le uve bianche, Canaiolo e Colorino per le nere.
A completare lo spettro delle uve ci sono gli internazionali Merlot e Petit Verdot e il particolare Pugnitello, varietà autoctona della Toscana che ha trovato una sua collocazione vocata, nella Vigna della Cipressa di San Donato in Poggio.

 

 

 

Tra i vini, una pietra angolare della linea Pieve, il Chianti Classico annata, è stato recentemente rivisto nel blend, riportandolo a una versione più tipica, inserendo a una base di Sangiovese un 10 per cento in proporzioni miste, di Canaiolo e Colorino, due vitigni autoctoni della Toscana.
Nasce da uve selezionate nelle zone di Campoli e San Donato in Poggio.

 

 

A Cortine, dove risiedono la cantina di vinificazione e la bottaia, ben prima della nascita dell’azienda, si produceva già vino eccellente. Lo faceva il prete della piccola canonica, Don Agostino Giotti, con viti ormai centenarie che ancora esistono e resistono, nei vigneti limitrofi alla chiesa.

Insieme al contadino che lo aiutava nei lavori agricoli procedeva a quelle lavorazioni che prima di essere tali erano veri e propri riti della cultura contadina. Si portava la vite secondo le due forme di allevamento storiche del “capovolto toscano” e quella della vite “maritata” ad alberelli di pioppo, olmo o pero, secondo tradizioni che si perdono addirittura nella cultura etrusca. Fu così che si sparse la voce nei paesi circostanti, di un vino leggendario, buonissimo, fatto “dal prete” di Cortine, che gelosamente lo custodiva per se e per i pochi che avevano la fortuna di poterlo assaggiare. Dal 2019 Cortine diviene il nome di una linea aziendale che in omaggio alla storia del luogo e dei suoi protagonisti si propone di creare un prodotto di eccellenza espressione dei vigneti del territorio.

 

 

 

Volontà dell’azienda è quella di partire da una grande materia prima trasformandola in un processo di crescita e miglioramento costante sia dei propri prodotti sia delle persone che vi lavorano al suo interno.

Ciò che nasce dalla terra viene trasformato dalle mani dell’uomo per assumere una forma migliore, l’uomo stesso rende grazie al Creato per i suoi frutti, elevandosi attraverso il proprio lavoro.

 

 

Con 50 ettari di terroir coltivati a vigneto Pieve in Campoli non poteva che affidarsi ad uno dei migliori enologi già attivo in aziende di eccellenza come Ornellaia e Antinori, Andrea Paoletti, che è anche il direttore dell’azienda agricola che si estende per 7 comuni e vanta 18 mila ulivi piantati in un’estensione di quasi 100 ettari, e infatti Pieve in Campoli è per estensione l’azienda più grande nella zona fiorentina.

L’influsso del terroir nei vini prodotti è una ricchezza e la varietà di altitudini e climi danno vita a vini unici, ognuno espressione del vigneto da cui proviene. Tutti i vigneti dell’azienda sono su pendii collinari o declivi terrazzati con esposizioni varie ma tutte caratterizzate da condizioni che garantiscono le migliori rese in termine qualitativo dei vari vitigni.

 

 

 

Le linee di produzione sul vino sono due e nascono in relazione alle diverse zone vitivinicole dell’azienda, con cru specifici che rappresentano il territorio e vigne vecchie più di 80 anni. La linea Pieve di Campoli, quella più tradizionale e storica dell’azienda, e la linea Cortine nata nel 2019 per esaltare l’area dei cru dell’antico borgo di Cortine.  Si produce Sangiovese, grande protagonista, Cannaiolo, Pugnitello, Trebbiano, e anche il vin santo che viene utilizzato anche dai sacerdoti e dal vescovo del Duomo di Firenze durante le funzioni religiose.

 

 

Le bottiglie di Pieve di Campoli

 

 

Le varie anime territoriali sono state infatti condensate in due linee di prodotti, una che ricalca l’espressione più tradizionale e storica dell’azienda, la Linea Pieve di Campoli e una seconda, nata nel 2019 per esaltare l’areale dei cru dell’antico borgo di Cortine e che da il nome all’omonima linea. Le due linee fanno parte di due distinte Unità Geografiche Aggiuntive del Consorzio del Vino Chianti Classico ovvero San Casciano val di Pesa (linea Pieve di Campoli) e San Donato in Poggio (linea Cortine), entrambe con caratteristiche diverse e peculiari della propria zona.

 

Pieve in Chianti ha anche un agriturismo dove accoglie i winelovers e gli appassionati di enoturismo.

Le varie anime territoriali sono state condensate in due linee di prodotti, una che ricalca l’espressione più tradizionale e storica dell’azienda, la Linea Pieve di Campoli e una seconda, nata nel 2019 per esaltare l’areale dei cru dell’antico borgo di Cortine e che da il nome all’omonima linea.

 

 

 

A 10 km l’area naturalistica protetta di Badia a Passignano, dove risiede la famosa abbazia vallombrosana dell’ordine monastico dei Benedettini.
Nella stessa valle, il percorso ciclo-pedonale del torrente Pesa.

Situata a 2,5 km San Donato in Poggio (negozio di alimentari), 10 km Tavarnelle (negozi di ogni genere), 10 km Castellina in Chianti (negozi di ogni genere), 11 km Barberino Val d’Elsa, 13 km Panzano in Chianti, 18 km San Casciano val di Pesa, 19 km Greve in Chianti, 30 km San Gimignano, 33 km Monteriggioni, 40 km Firenze, 48 km Siena, 52 km Volterra.

 

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