WINE/ UNA GRANDE STORIA DI FAMIGLIA TRA VINO E ARTE PODERE LA REGOLA 5 GENERAZIONI DI VIGNAIOLI NELLA COSTA DEGLI ETRUSCHI TRA BOLGHERI E LA VALLE DEL FIUME CECINA

Una bella storia di famiglia in località Regola. In principio era Corrado che con sua moglie, avendo entrambi un lembo di terra a Riparbella, a soli 4 km dal mar Tirreno, a nord di Bolgheri vicino la valle di Cecina, che peraltro confinavano tra di loro, decisero di dare corso alla produzione del vino. Qui il vino si faceva sin dal settimo secolo avanti Cristo. In realtà la famiglia Nuti desiderava solo coltivarvi un po’ di olio e un po’ di vino genuino per un consumo familiare. Dalla piccola cantina sotto casa, che si chiamava “cillieri” nacque così la prima produzione: “La Regola”, in versione “allungata” di vinello genuino e beverino che contava ben 30 damigiane. Erano in tutto 2 ettari di terreno ma vollero iniziare assieme quell’avventura, poi proseguita da Nilo, successivamente da Rolando fino ad arrivare oggi a Flavio e Luca, mentre Valentino alla quinta generazione e figlio di Flavio è diventato l’enologo dell’azienda di cui si occupano anche i cugini Nicolò e Vittoria, figli di Luca.

 

 

La tenuta è attraversata dal fiume Cecina e protetta ai lati da una fascia collinare boschiva con una forte presenza di querce da sughero, crea un microclima temperato, con notevoli escursioni termiche. L’azienda produce circa 100.000

bottiglie l’anno ed esporta soprattutto negli Usa, Canada, Giappone, Francia, Austria, Svizzera, Repubblica Ceca, Polonia. Nella nuova cantina si producono vini biologici, quali, tra i rossi: lo Strido, un merlot 100% , di particolare pregio; il Cru La Regola, un IGT Toscana Rosso 100% Cabernet Franc; il Vallino, Cabernet Sauvignon, Sangiovese,  e Syrah; il Ligustro, un IGT Rosso Costa Toscana, Merlot e Cabernet Franc; Le prode, l’unico rosso Doc Montescudaio; il Rosegola,  un vino rosato da sangiovese, merlot e syrah.

 

 

 

Dopo tre generazioni, dal Bisnonno Corrado, al nonno Nilo e dal babbo Rolando nel 1990 Luca, il primogenito, conseguita la laurea in Agraria, decidendo di trasformare la piccola produzione di vino ad uso familiare in un’azienda vinicola strutturata, iniziò ad impiantare altri vigneti e a commercializzare le prime bottiglie. A lui si deve la cura dei vigneti e il controllo dei processi di filiera per ottenere vini sempre più naturali e riconoscibili di particolare pregio.

l’azienda ha da tempo virato al biologico.

 

 

A partire dal 2000 anche Flavio, avvocato con master in economia aziendale ed esperto sommelier, si è affiancato al fratello Luca e segue la parte amministrativa, il marketing e i rapporti commerciali, anche con l’estero. Sua è stata l’idea di concepire la nuova cantina non solo come un ambiente tradizionale per la vinificazione e lavorazione dei vini, secondo la tradizione della zona, ma come un luogo che dia spazio anche all’aspetto creativo dell’uomo non meno importante del vino, ovvero alla cultura di cui l’arte è l’espressione più tangibile attraverso eventi, mostre, concerti e convegni. Perciò il coinvolgimento dell’artista Stefano Tonelli nel progetto A REGOLA D’ARTE.

 

 

 

Oggi si è aggiunta la quinta generazione con Valentino, che opera dal 2018 come enologo aziendale, Nicolò e Vittoria. Luca decise di impiantare nuovi vigneti, reinnestando in parte quelli già esistenti in Località La Regola, con cloni di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Syrah, Petit Verdot, Sauvignon Blanc, Chardonnay, Viogner e Gros Manseng, oltre a consolidare l’ampelografia originaria, potenziando i vitigni autoctoni già coltivati come il Sangiovese, il Vermentino Toscano, la Malvasia e la Colombana. La prima produzione in bottiglia risale al 1997, cui segue nel 1998 l’uscita della prima annata del portabandiera aziendale il CRU “La Regola”.

 

 

 

 

I vini bianchi prodotti, per la freschezza del microclima lungo in fiume Cecina e le costanti escursioni termiche notturne, hanno una spiccata acidità che bilancia una loro particolare mineralità e sono: La Regola Bianco, Chardonnay e Sauvignon Blanc, il Lauro, Viognier e Chardonnay di particolare complessità ed invecchiamento; lo Steccaia, vino bianco da uve di Vermentino e sauvignon blanc; Le Prode da sole uve di vermentino; il Sondrete, un vino passito ; una grappa affinata in barrique e un olio di grande finezza. Dal 2023 si produce anche il metodo classico rosato da uve Pinot Nero affinate 36 mesi sui lieviti.

 

 

 

 

 

 

L’azienda decide di spumentizzare col il Gros Manseng e lo Chardonnay. Si chiama l’Eccezione 60 lo spumante 60 mesi messo a punto da La Regola. La vendemmia si fa ad agosto, nel 2023 precisamente ha avuto inizio l’8 agosto, la prima sperimentazione risale al 2008 e nelle versioni successive si è deciso di aggiungere una quantità maggiore di Chardonnay, racconta Flavio Nuti. l’Eccezione è uno spumante metodo classico Brut nature millesimato a 36 mesi, 60 mesi e presto a 90 mesi. la produzione assomma a circa 2500 bottiglie all’anno. Lo abbiamo degustato con un Millefoglie di borragine con bufala affumicata e caldo di pomodoro.

 

 

Flavio Nuti racconta che agli inizi l’enologo di riferimento era Luca D’Attoma, successivamente Luca Rettondini che ha dato vita a vini più fruttati, più piacevoli ed ora è subentrato dopo la laurea suo figlio Valentino. Intanto lo chef ha

preparato per noi dei Fagottelli alla guancia di manzo con il loro fondo che abbiamo assaporato degustando un vino bianco La Regola IGT, un bianco a base di Chardonnay e Sauvignon Blac con una struttura elegante, minerale, c’è il legno ma non si sente, c’è il frutto della passione, non sembra un vino toscano, si serve a temperatura un pò più alta rispetto alla consuetudine dei vini bianchi. Luca e Flavio Nuti ne producono circa 3500 bottiglie l’anno. Un anno almeno in bottiglie prima di lasciare la cantina per andare sui mercati.

 

 

 

Nel menù anche un Coscio d’abbacchio cotto a basse temperature, disossato “cacio e pepe” e carciofi sauté, serviti con un due rossi toscani: La Regola IGT annata 2020 e lo Strido. Il primo rosso La Regola è un CRU, rosso top di gamma 100% Cabernet Franc. E’ un vino che tende di più alla finezza che alla potenza ed ha un suo equilibrio. Conta 18 mesi in barrique nuove di rovere francese e 12 mesi in bottiglia prima di andare sul mercato.

 

 

 

 

In ultimo lo Strido, con una produzione di circa 2000 bottiglie l’anno è un vino che mescola i sentori della macchia mediterranea e la vicinanza del mare. Prima produzione nel 2008, Merlot in purezza, un vino di grande eleganza di cui l’azienda produce tra i 5000 e i 7000 bottiglie a seconda delle annate.

 

 

 

 

Sul finire per dessert del Formaggio Roqueforto Stilton che abbiamo assaporato con un passito di Malvasia veramente sorprendente, molto aromatico con Trebbiano, Malvasia e Colombana.

 

 

 

La cantina realizzata interamente con materiali di bioedilizia è stata progettata dal noto architetto Sergio Scienza, artefice di molte cantine importanti a Bolgheri e in Trentino. Gli arredi e gli allestimenti interni, realizzati dall’interior design Giorgio Balestri,  spiccano per modernità e sobrietà rendendo i locali eleganti e accoglienti.

 

 

 

Un progetto che nasce per unire concettualmente gli elementi che hanno da sempre contraddistinto il nostro modo di intendere il vino: “Uomini, Territorio, Natura.” A questi elementi non poteva che aggiungersene un altro, come “emerso dalla terra” e che potenzia ed enfatizza l’aspetto spirituale degli altri: L’Arte.

È qui che entra in gioco l’Humanitas di Tonelli, amico e custode di questo eterno messaggio, che rievoca con la sua creazione il legame atavico fra la vite e l’uomo, tra il vino e la sua eterna rinascita, che lo

accompagna e lo sostiene dandogli leggerezza ed euforia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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