COSA C’E’ DI MEGLIO CHE REGALARE UN BUON LIBRO A NATALE? CERTO, NON E’ UN REGALO ORIGINALE PENSERA’ QUALCUNO MA UN LIBRO APRE NUOVE ORIZZONTI TRASCINA IN LUOGHI SCONOSCIUTI RACCONTA COSE MAI VISTE E PUO’ FAR BENE ANCHE AL CUORE..
Libri da non perdere, libri da regalare, libri che ci fanno pensare. Libri che ci fanno capire. Libri che amiamo tutta la vita. Libri che ci accompagnano anche solo per qualche indimenticabile ora.
Per chi ama leggere, per chi anche quando parte all’ultimo minuto prende un libro con sè per non essere mai solo, libri per chi magari non ha un camino ma un calice di vino rosso e un plaid caldo per coccolarsi un pò, libri anche per chi parte stando fermo muovendosi magari solo con l’immaginazione. Libri tra scorribande in cucina, immersioni nel mondo del cinema, viaggi fotografici e romanzi d’amore. Libri per chi ama le parole e a volte non trova quelle giuste “per dirlo”. Libri ma anche divertissment …
UN LIBRO DI FOTOGRAFIA E DI LETTERATURA IL PAESAGGIO DI TUTTI I GIORNI DIVENTA POESIA LA VERSIONE DI LUIGI GHIRRI E GIANNI CELATI
Luigi Ghirri Viaggio in Italia Quodiibet 2024
In occasione dei quarant’anni dalla sua prima edizione, Quodlibet ripubblica Viaggio in Italia. Ideato da Luigi Ghirri, uscito per la prima e unica volta nel 1984, è un caposaldo della storia della fotografia contemporanea. Le idee che lo guidarono sono il manifesto della Scuola italiana di paesaggio. Agli inizi degli anni Ottanta Luigi Ghirri raccoglie intorno a sé un gruppo di venti fotografi che già dalla fine del decennio precedente sperimentavano modi non convenzionali di rappresentare la realtà e i cambiamenti sociali in atto un po’ ovunque nel Paese. Il confronto darà vita alla mostra collettiva Viaggio in Italia, inaugurata il 15 gennaio del 1984 alla Pinacoteca Provinciale di Bari e riproposta a Genova, Ancona, Roma, Napoli e Reggio Emilia. L’esposizione era accompagnata dall’omonimo volume, disegnato da Ghirri e Paola Borgonzoni, con un saggio di Arturo Carlo Quintavalle e uno scritto di Gianni Celati.
Viaggio in Italia e il «nuovo paesaggio italiano»
A noi pare di poter dire almeno questo, che il tipo di descrizione, esito del costante prendere appunti davanti alla scena, ci pare avere in comune con la fotografia il fatto di farvi entrare tutto, senza una preselezione, le cui parti, una volta entrate, è come se mostrassero il proprio senso, se mostrassero di averne uno, indipendente cioè da quelli che gli attribuiamo noi da fuori. (Grazioli, 2012)
Per la nuova generazione di fotografi riunitasi attorno a Luigi Ghirri, stanca di quelle cartoline “unte di colombi” simbolo della disneyzzazione del paesaggio, l’atto del fotografare coincide con il ritagliare una porzione isolata del reale attorno alla quale si staglia il mondo circostante, che non ha bisogno di alcuna esegesi, ma chiede di essere apprezzata in virtù delle sole apparenze.
Così quando Ghirri, sul finire del 1981, si mette in contatto con Celati per proporgli di scrivere un testo che descriva il «nuovo paesaggio italiano», questo abbandona i toni grotteschi tipici della prima produzione per intraprendere, da contemporaneo flâneur, un viaggio attraverso la valle del Po, devastata dall’industrializzazione e dal boom economico. Il pellegrinaggio assume fin da subito i caratteri di una quête senza scopo, di attesa di una rivelazione impossibile, di «attraversamento d’una specie di deserto di solitudine». Dalla collaborazione fra i due nascerà la mostra intitolata Viaggio in Italia, per il cui catalogo, edito nel 1984, Celati scriverà un testo, Verso la foce. Reportage, per un amico fotografo, nonché la gran parte dei racconti raccolti in Narratori delle pianure (1985), le Quattro novelle sulle apparenze (1987) e i diari di Verso la foce (1989).
UN LIBRO DI MUSICA CHE CELEBRA FRANK ZAPPA
Marco Fraquelli A nessuno frega un cazzo se siamo grandi musicisti, Arcana editore, 2024
Con Marco Fraquelli ho una lunga frequentazione professionale che dura ormai da qualche decennio, per questo è stato facile diventare amici. La sua passione per Frank Zappa quindi la conoscevo da tempo ma non credevo che nel tempo avrebbe deciso di scrivere un libro su un musicista che lo ha travolto e accompagnato, come vero e proprio atto d’amore per la sua musica capace di fondere elementi di rock, jazz, blues, abbandonando pertanto quelle che sono state le sue passioni, almeno finora: la storia e la politica, la filosofia. Studioso di Julius Evola ha scritto un libro sul filosofo “proibito” e il pensiero negativo, e inoltre ha pubblicato “Omosessuali di destra”, edito da Rubbettino. Quest’ultimo lavoro è quasi un “atto d’amore” come lo definisce l’autore, un “omaggio a tutti gli straordinari musicisti che, nel corso degli anni, hanno accompagnato Frank Zappa; per ricordare coloro che, con grande maestria, hanno reso grande la sua musica, permettendoci di godercela ininterrottamente per quasi sessant’anni”. Già perchè questo libro dà voce ai musicisti che lo hanno accompagnato nei concerti con le varie band. Tutti gli uomini e le donne di Frank potremo dire, ed è tutta qui l’originalità del lavoro di Fraquelli. Che nella sua premessa spiega che «su Zappa è stato scritto praticamente tutto, impossibile aggiungere qualcosa di nuovo e di originale. Sono stati pubblicati libri – biografie e non solo – di ottimo livello, molto competenti e approfonditi. E di Zappa si è scandagliato ogni minimo particolare, dalla dimensione musicale, come ovvio, con una dettagliata analisi dei processi compositivi, con annessi e connessi».
Ecco allora l’idea originale: parlare di Zappa presentando, attraverso ritratti sintetici, corredati da foto e introdotti da titoli accattivanti, ben centonove (su un totale di oltre trecento) musicisti che, tra il 1964 e il 1992 hanno accompagnato Frank Zappa nella sua straordinaria avventura musicale, in particolare dal vivo, con qualche eccezione, in oltre 1.880 concerti. Parliamo di musicisti di altissimo livello, veri e propri maestri nei diversi generi, dal rock, ovviamente, al jazz alla musica contemporanea, dalla musica sinfonica e da camera al blues. Ed eccolo il suo “A nessuno frega un cazzo se siamo grandi musicisti. Tutti gli uomini, e le donne, di Frank Zappa”, edito da Arcana, un viaggio del tutto particolare alla scoperta dei molti musicisti che hanno accompagnato il geniale del compositore e musicista americano in quasi trent’anni di attività, interrotti purtroppo dalla morte di Zappa, avvenuta il 4 dicembre 1993 per un tumore alla prostata diagnosticato troppo tardi.
Il libro di Fraquelli offre uno spaccato del tutto particolare dei rapporti tra il compositore e i membri delle sue varie band. Ma anche una fotografia molto interessante di un’epoca, musicale, artistica e culturale, forse irripetibile. Non mancano poi brevi e gustosi capitoletti su alcuni celebri ospiti a singoli concerti, da Jimi Hendrix a Joni Mitchell, da John Belushi a Sting a Simon & Garfunkel, passando per Al Di Meola.
UN LIBRO DI FOTOGRAFIA ETNOLOGIA ANTROPOLOGIA STORIA CULTURA E GEOGRAFIA
Definire sinteticamente la biografia di Fosco Maraini (1912-2004) è una vera impresa, perché la sua attività, lunga più di settant’anni, lo portò ad affermarsi in almeno cinque campi diversi: l’antropologia, che fu la sua più intima aspirazione e il glutine dei suoi interessi; gli studi orientali, attraverso i quali conseguì la cattedra di Lingua e letteratura giapponese all’Università degli Studi di Firenze; l’alpinismo, che gli permise di sublimare l’innato spirito sportivo; la narrativa, che praticò con vena felice per descrivere, in prima persona e con giocoso divertimento, i suoi viaggi e la sua visione del mondo. E infine, non ultima, la fotografia, nella quale riversò la sua naturale inclinazione artistica. Una fotografia d’uomini e culture; di paesaggi espressione del bisogno d’infinito; di architetture d’interni capaci di riverberare le geometrie segrete del mondo interiore; di particolari rivelati fra le trame di una realtà interpretata con intelligenza rara e descritta con una colta e finissima estetica. Frutto di una ricerca durata due anni, il volume presenta 230 immagini che spaziano dalle splendide fotografie scattate al seguito del celebre orientalista Giuseppe Tucci in India, Sikkim e Tibet alla vasta ricognizione fotografica nel meridione d’Italia; dagli scatti dedicati alla Grecia e alla sua storia ai mosaici di Monreale; dal Giappone e dalla cultura degli Ainu, la più antica etnia del Sol Levante, al fascino delle pescatrici dell’isola di Hèkura nel Mar del Giappone; dalle spedizioni sul Karakorum e altre montagne, agli intensi reportage in giro per il mondo. Oltre a inedite memorie e ampi approfondimenti critici, il volume offre un’antologia degli scritti sulla fotografia di Maraini e rigorosi apparati interpretativi che permettono, a chiunque lo desideri, di accostarsi con solide basi alla scoperta dell’opera di uno dei più originali fotografi del Novecento.
LE PIANTE CI PARLANO …
Stefano Mancuso La Versione degli Alberi Einaudi, 2024
Tra il romanzo picaresco e l’apologo, sempre con grande rigore scientifico, Mancuso ci racconta ciò che conosce meglio: la natura e le piante, il nostro più grande patrimonio.
Nel mondo verde di Edrevia gli alberi parlano e camminano, a volte battibeccano, si amano, scrivono libri e li custodiscono in biblioteche splendenti, organizzano feste che durano settimane, si commuovono di fronte ai tramonti. Ma quando la loro casa è in pericolo, minacciata dalla crisi climatica, gli alberi possono anche decidere di partire e andare lontano, alla ricerca di risposte e soluzioni, di nuove alleanze e diversi orizzonti. E poi, dopo tanto viaggiare, scelgono di riferire ai compagni tutto ciò che hanno visto attraverso il più antico e prezioso dei metodi: il racconto. Dalla penna sapiente e giocosa di Stefano Mancuso, una nuova avventura ecologica che riguarda il destino del nostro pianeta. E quindi di tutti noi. Gli abitanti di Edrevia sono divisi in clan, e ognuno di loro abita in una zona ben precisa: le alture dei Gurra, la pianura dei Dorsoduro, la valle dei Cronaca, le colline dei Guizza e dei Terranegra. È una società in pace, quella degli alberi, con le sue assemblee moderate e intelligenti, i suoi tempi millenari, i suoi rituali e i suoi continui scambi d’informazioni attraverso le radici. Da qualche tempo, però, gli equilibri dei clan sono minacciati dalla crisi climatica: Laurin, Lisetta e Pino, i nostri amatissimi eroi, questa volta dovranno uscire da Edrevia e avventurarsi nel mondo di fuori, alla ricerca di una nuova casa per la tribù degli alberi. Un viaggio avventuroso e spericolato, pieno di incontri e di imprevisti. Sarà l’occasione per scoprire nuove società e nuovi modelli di vita, per attraversare deserti e scalare montagne, per mangiare dolcetti deliziosi e farsi nuovi amici che parlano dialetti incomprensibili. In una parola, per abbracciare il diverso. Perché se c’è una cosa che gli alberi sanno fare – e che provano a insegnarci – è adattarsi. Con il suo secondo romanzo, Stefano Mancuso torna ad aprirci le porte del suo mondo verde, allargandone ancora i confini: alla divertentissima comunità della Macchia e a quella perfetta dei Fitonidi, alla cosiddetta Microvalle con la sua portentosa biblioteca-labirinto e pure alla cupa terra dei Valdora, dove gli alberi sono diventati materia prima degli «esseri dannosi».
Enzo Anderloni Michelangelo Dell’Edera, Alessandro Mastroluca, Diventare Sinner, Giunti editore 2024
A ventidue anni Jannik Sinner è uno dei più forti tennisti di tutti i tempi: ha vinto la Coppa Davis con l’Italia, ha conquistato il suo primo titolo del Grande Slam in Australia ed è candidato a diventare il n° 1 assoluto. Questo libro ripercorre il suo cammino a partire dagli anni dell’infanzia, quando è stato campione italiano di slalom gigante per poi decidere di abbandonare lo sci a favore del tennis e affrontare le stesse tappe di crescita dei suoi coetanei all’interno del Sistema Italia, creato negli ultimi vent’anni dalla Federazione Italiana Tennis e Padel. In pochi anni lo vediamo passare dalle gare a squadre provinciali e regionali ai Campionati italiani giovanili, dagli under 11 agli under 16. Arrivano poi la prima convocazione in maglia azzurra con gli under 14 e i primi tornei internazionali nel circuito ITF under 18. La conquista del primo punto ATP e l’ingresso nel circuito professionistico. La vittoria nel primo torneo ATP Challenger 2019 a Bergamo, che fa conoscere il campione diciassettenne al mondo, e il trionfo nella Coppa Davis 2023 e agli Open d’Australia 2024. Con i consigli tecnici di Michelangelo Dell’Edera, il responsabile dei maestri italiani, per tutti coloro che sognano di diventare Sinner.
UN LIBRO DI FOTOGRAFIA CHE DISEGNA CON POESIA LA VISIONE INTERIORE DELLA CALABRIA
L’ape regina di Mario Greco, Rubbettino editore
Adesso che sono passati settantanove anni dall’uscita di Roma Città Aperta, il piccolo Marcello, ultimo testimone di quel grande processo culturale che rivoluzionò il modo di fare cinema, rievoca proprio alla vigilia delle celebrazioni dei settanta anni dall’uscita del capolavoro del Neorealismo, tutta l’emozione del suo esordio cinematografico, e ricorda la sora Pina, la splendida Anna Magnani, che accolse e amò il piccolo Vito sul set proprio come un figlio. “Sul set ero il più piccolo’’, dice Vito. “Roberto Rossellini mi spiegava con molta calma quello che dovevo fare e io lo facevo con grande facilità, come spesso accade ai ragazzini di quell’età.” Ci sono alcune caratteristiche del Neorealismo ma una soprattutto riguardava il film di Roberto Rossellini: “Roma città aperta” fu girato con attori non professionisti, le scene erano realizzate soprattutto in esterno, nelle strade, per lo più in periferia o in aperta campagna e con la luce naturale. Ma la sua intuizione più grande fu quella di prendere due attori comici e provenienti dall’avanspettacolo come Anna Magnani e Aldo Fabrizi per fare interpretare a entrambi un ruolo drammatico. E in effetti il Pigneto è un quartiere periferico di Roma. Forte Bravetta, all’epoca delle riprese, era aperta campagna, piena di erbe e sterpaglie. Senza volerlo il film rappresenta una eredità culturale e una identità storica per tutte le generazioni che non hanno vissuto quella pagina così crudele della vita del Paese, neppure attraverso i racconti dei propri familiari. Il
1945 è una data lontanissima per chi è giovane oggi e i giovani guardano sempre al futuro. Ma la memoria storica è forse la cosa più importante che un Paese possiede, anche se a volte si assiste con rammarico al tentativo di manipolazione degli avvenimenti. Così Vito, il piccolo Marcello, che quando incontra Roberto Rossellini ha solo dieci anni e vive quel tragico periodo caratterizzato dalla fame e
dalla paura delle retate dei fascisti, nella Roma occupata dagli alleati, ‘de-militarizzata’ e per questo ‘aperta’, è il testimone inconsapevole di quella vena artistica che spinse Roberto Rossellini e Sergio Amidei a rivoluzionare il modo di fare cinema.
Vito, senza capire qual è il progetto al quale sta per prendere parte, conduce il regista nei luoghi a lui familiari e che diventeranno il set di
Roma città aperta. Quei luoghi sono il quartiere Pigneto, dove Vito abita, via Casilina dove c’è la chiesa di Sant’Elena che Vito frequenta, il ponte di via del Pigneto, luogo dove passa abitualmente con la madre, via Avellino, dove si trova l’Oratorio e dove Vito gioca con i suoi compagni, e poi Monte Mario, in particolare via Trionfale, dove va a scuola.
LA CERIMONIA DEL TE’…
Kakuzo Okakura Lo zen e la cerimonia del tè Feltrinelli Universale Economica Milano
Opera di una personalità complessa (Okakura fu al contempo un grande studioso dell’Oriente, un messia autorevole e autoritario e un poeta), “The Book of Tea” (1906) fu scritto in inglese per un pubblico occidentale. Okakura volle spiegare i caratteri dell’orientalità attraverso il simbolo del tè: parla della sua storia e della sua importanza, ne descrive la cerimonia quasi religiosa, fatta di una ritualità e di norme precise, che sanciscono la sottomissione del presente agli avi e al passato. Nella riproduzione di una cerimonia esattamente come si svolgeva nell’antichità si manifesta infatti quell’obbedienza tipicamente giapponese all’autorità degli antenati che non può essere mai contestata o contraddetta. Con uno scritto di Everett Bleiler.
UN LIBRO CHE MI PIACE RILEGGERE…
SANDRA PETRIGNANI: ADDIO A ROMA NERI POZZI 2012
LA NOSTRA STORIA: FUORI DALL’ITALIA C’E’ UN’ALTRA ITALIA…
Mario Avagliano Marco Palmieri Italiani D’America La Grande Emigrazione negli Stati Uniti, Il Mulino, 2024
Il nuovo libro di Marco Palmieri e Mario Avagliano “Italiani d’America. La grande emigrazione negli Stati Uniti”, Il Mulino ( Euro 32.00) 2024, in tutte le librerie a partire dal 13 settembre.
La vicenda dell’emigrazione italiana verso gli Stati Uniti ha plasmato le storie di intere generazioni e di due nazioni. A partire da una ricca varietà di fonti – dalle lettere ai diari, dalle testimonianze ai documenti ufficiali – Mario Avagliano e Marco Palmieri indagano le motivazioni, le aspirazioni e le speranze che hanno accompagnato, tra il 1870 e il 1940, milioni di italiani nel loro viaggio verso il Nuovo Mondo.
Dalle prime partenze alla grande emigrazione del Novecento, gli autori offrono una panoramica completa delle fasi storiche del fenomeno migratorio, analizzando le condizioni materiali dei viaggi, le reti sociali, il ruolo cruciale delle donne e il loro processo di emancipazione, le sfide dell’integrazione, i pregiudizi e i mutamenti nel tessuto sociale, economico e culturale di entrambi i paesi.
La storia e le storie di quanti hanno fatto il grande balzo verso il sogno americano.
«I ticchetti li comprammo vendendo il mio corredo alla Vucciria, il lenzuolo buono lo vendetti per ultimo e mi nascosi il denaro nel petto per ingannare i ladri che ci aspettano al porto. Niente altro avevo e niente altro mi portai» Maddalena Cusenza, in partenza da Palermo, 1907 «Era possibile che anche a noi diventassero familiari quelle strade, che avessimo una casa, che vi ritornassimo in automobile alla fine della giornata? Tremando di freddo, io mi augurai in silenzio che la notte che ci attendeva potesse durare per sempre» Carla Coen, in arrivo a New York, 1940 La vicenda dell’emigrazione italiana verso gli Stati Uniti ha plasmato le storie di intere generazioni e di due nazioni. A partire da una ricca varietà di fonti – dalle lettere ai diari, dalle testimonianze ai documenti ufficiali – Mario Avagliano e Marco Palmieri indagano le motivazioni, le aspirazioni e le speranze che hanno accompagnato, tra il 1870 e il 1940, milioni di italiani nel loro viaggio verso il Nuovo Mondo. Dalle prime partenze alla grande emigrazione del Novecento, gli autori offrono una panoramica completa delle fasi storiche del fenomeno migratorio, analizzando le condizioni materiali dei viaggi, le reti sociali, il ruolo cruciale delle donne e il loro processo di emancipazione, le sfide dell’integrazione, i pregiudizi e i mutamenti nel tessuto sociale, economico e culturale di entrambi i paesi. La storia e le storie di quanti hanno fatto il grande balzo verso il sogno americano.
UN LIBRO CHE SVELA TUTTE LE IPOCRISIE DEL MONDO POLITICO CHE CI GOVERNA E IL TITOLO RICHIAMA UNA FRASE CELEBRE DEL MARCHESE DEL GRILLO CHE DICEVA “IO SONO IO E VOI NON SIETE UN CA…O”
Sergio Rizzo torna sul luogo del delitto de La casta (il bestseller scritto insieme a Gian Antonio Stella) con una nuova requisitoria impietosa contro il mondo degli intoccabili, sordo a ogni richiesta di trasparenza, responsabilità e cambiamento.
Un ministro con 83 persone di staff. Un altro che fa visita al quasi suocero incarcerato il giorno dopo che questi è finito dietro le sbarre. E un governo dove il conflitto d’interessi è di nuovo la regola e per cui le critiche sono reato di lesa maestà. Tutto questo mentre il Parlamento accoglie senza battere ciglio i pregiudicati, e troppo spesso dimentica che la Costituzione impone a chi «sono affidate funzioni pubbliche […] di adempierle con disciplina ed onore», e mentre affiorano venature nostalgiche di un passato che mette in dubbio le stesse radici della nostra Carta. Il degrado di una classe politica con la credibilità compromessa, e il suo distacco dalla società civile, sembrano inarrestabili. I partiti sono ridotti a macchine di potere e clientela. La logica del clan domina ovunque alla faccia di preparazione e merito, senza riguardo per le istituzioni. Né il taglio dei seggi alle Camere ha migliorato le cose. Nonostante il 36,5 per cento di onorevoli in meno, spendiamo come prima. Il finanziamento ai gruppi politici è rimasto invariato e ogni deputato e senatore costa oggi alla collettività un terzo in più. Le due Camere appaiono invecchiate di cinque anni, piene di incompetenti e con ancora meno donne: dice tutto la regola non scritta per cui molti eletti anziché pagare i collaboratori devono girare quei soldi ai partiti in debito d’ossigeno. Che si arrangiano come possono, talvolta con metodi discutibili
UN LIBRO CHE REPUTO MOLTO INTERESSANTE ANCHE PER CAPIRE ALCUNI ASPETTI DEL NAZIFASCISMO
Entrate, prendete una sedia e accomodatevi. Sto finendo di cucinare: non sentite che profumo? Datemi il tempo di scolare la pasta e di saltarla come piace a noi, al ritmo del magico sound of love. Un po’ di pecorino grattugiato, qualche foglia di mentuccia, un giro d’olio a crudo, di quello bono, una bella cucchiaiata di sugo alle verdure… e buon appetito! Allora, siamo qua per parlare della mia idea di cucina. Io sono cresciuto con le polpette di mia mamma, la peperonata della nonna e la pasta tirata a mano dalle zie: ho amato la cucina da sempre grazie a loro. Poi per vent’anni ho lavorato in grandi ristoranti girando mezzo mondo, e così ho combinato la mia esperienza con la lezione di mia mamma, arrivando a una cucina di semplici ma solidi pilastri. 1) Ingredienti di qualità: ciò che ha vissuto bene, pianta o animale che sia, sta bene e farà star bene anche noi che lo mangiamo. 2) Una buona cucina inizia da una buona spesa: andate al mercato, cercate, fate amicizia con il fruttivendolo o il macellaio, così vi trattano meglio. 3) La stagionalità: scoprirete ingredienti e ricette sempre nuovi e freschi. 4) Vicino è bello: in Italia abbiamo migliaia di prodotti diversi, non facciamoli estinguere come i panda. 5) Di meno, ma bono: comprate meno ingredienti, ma prendeteli buoni. 6) Sostenibilità: impariamo dai nostri nonni, mettiamo da parte quello che ci avanza per riutilizzarlo. 7) Tradizione: regione per regione, è un dono impagabile in termini di salute e felicità, che va passato alle nuove generazioni. 8) Tutto, ma nelle giuste quantità: ci vuole equilibrio per star bene e cucinare i prodotti con amore, ci vuole attenzione e tanto olio bono. 9) Sport: per montare le uova serve il braccio! 10) Il buonumore: se stiamo bene con noi stessi, vorremo bene ai nostri ingredienti e alle persone per cui li cuciniamo. Ah, un ultimo consiglio prima che vi tuffiate tra le mie ricette: libertà! In cucina dovete sentirvi liberi sia di sperimentare sia di commettere errori. Non avete l’aglio fresco? Usate quello secco. Non avete la mentuccia? Annusate le erbe che avete, il piatto che state cucinando e abbinateli. Non avete i pomodori del Piennolo? Usate quelli che trovate, quelli tipici della vostra zona. Ora ho finito per davvero. Non avete anche voi un po’ di languorino? Che facciamo, ci mettiamo ai fornelli?
LA TRILOGIA DI SCURATI…
Antonio Scurati M: Il figlio del secolo, Bompiani, 2023
Il cammino di M. Il figlio del secolo – caso letterario di assoluta originalità ma anche occasione di una inedita riaccensione dell’autocoscienza nazionale – prosegue qui in modo sorprendente, sollevando il velo dell’oblio su persone e fatti di capitale importanza e sperimentando un intreccio ancor più ardito tra narrazione e fonti dell’epoca.
All’alba del 1925 il più giovane presidente del Consiglio d’Italia e del mondo, l’uomo che si è addossato la colpa dell’omicidio di Matteotti come se fosse un merito, giace riverso nel suo pulcioso appartamento-alcova. Benito Mussolini, il “figlio del secolo” che nel 1919, rovinosamente sconfitto alle elezioni, sedeva nell’ufficio del Popolo d’Italia pronto a fronteggiare i suoi nemici, adesso, vincitore su tutti i fronti, sembra in punto di morte a causa di un’ulcera che lo azzanna da dentro. Così si apre il secondo tempo della sciagurata epopea del fascismo narrato da Scurati con la costruzione e lo stile del romanzo. M. non è più raccontato da dentro perché diventa un’entità distante, “una crisalide del potere che si trasforma nella farfalla di una solitudine assoluta”. Attorno a lui gli antichi camerati si sbranano tra loro come una muta di cani. Il Duce invece diventa ipermetrope, vuole misurarsi solo con le cose lontane, con la grande Storia. A dirimere le beghe tra i gerarchi mette Augusto Turati, tragico nel suo tentativo di rettitudine; dimentica ogni riconoscenza verso Margherita Sarfatti; cerca di placare gli ardori della figlia Edda dandola in sposa a Galeazzo Ciano; affida a Badoglio e Graziani l’impresa africana, celebrata dalla retorica dell’immensità delle dune ma combattuta nella realtà come la più sporca delle guerre, fino all’orrore dei gas e dei campi di concentramento. Il cammino di M. Il figlio del secolo – caso letterario di assoluta originalità ma anche occasione di una inedita riaccensione dell’autocoscienza nazionale – prosegue qui in modo sorprendente, sollevando il velo dell’oblio su persone e fatti di capitale importanza e sperimentando un intreccio ancor più ardito tra narrazione e fonti dell’epoca. Fino al 1932, decennale della rivoluzione: quando M. fa innalzare l’impressionante, spettrale sacrario dei martiri fascisti, e più che onorare lutti passati sembra presagire ecatombi future.
UN LIBRO DI CINEMA
Emilio d’Alessandro Stanley Kubrik e me, Il Saggiatore 2012
E’ un libro di memorie scritto da Emilio D’Alessandro con Filippo Ulivieri, pubblicato da Il Saggiatore nel 2012. Il libro racconta la vita di Emilio D’Alessandro e il suo rapporto con il regista Stanley Kubrick, di cui è stato l’assistente personale per trent’anni. Dal libro è stato tratto il documentario S is for Stanley, diretto da Alex Infascelli.
Nel 1960 a 18 anni Emilio D’Alessandro va in cerca di fortuna in Inghilterra. A Londra diventa pilota automobilistico e debutta in Formula Ford gareggiando contro Emerson Fittipaldi e James Hunt. Alle soglie della Formula 1, la crisi economica lo costringe ad abbandonare il mondo delle corse. Trovato un nuovo lavoro come autista privato, Emilio accompagna registi e attori del cinema britannico fino a quando alla fine del 1970 viene convocato a casa di un certo Mr. Kubrick che lo assume in esclusiva.
Elemento indispensabile delle complicate produzioni, Emilio raccoglie pensieri, timori e gioie di tutti i collaboratori di Kubrick: l’intraprendenza di Ryan O’Neal, la spavalderia di Jack Nicholson, le crisi di Shelley Duvall messa a dura prova dagli infiniti ciak di Shining, la dedizione di Tom Cruise e Nicole Kidman al progetto Eyes Wide Shut. Emilio diventa anche un aiuto prezioso per l’organizzazione di Childwickbury, l’enorme maniero in cui il regista vive e lavora, e infine l’unico responsabile della gestione degli uffici privati. Leale, discreto e trasparente, Emilio si guadagna la fiducia di Kubrick, diventandone via via il segretario, il tuttofare, il confidente, l’amico più fidato.
Antonio Gnoli sul Venerdì di Repubblica ha definito il libro “una favola unica [raccontata] con devozione, rispetto e libertà, senza gli ineleganti orpelli e gli improbabili dettagli che spesso decorano gli incontri straordinari.” Mario de Santis di Radio Capital ha definito Emilio “un totem affettivo” per Kubrick, chiamando il libro “una sorta di romanzo sentimentale su un rapporto obliquo tra due anime, in cui genio e umiltà si integrano e talvolta si scambiano di posto.” Il critico cinematografico Alberto Crespi ha recensito Stanley Kubrick e me su L’Unità come “un libro a suo modo strepitoso, forse il più importante mai scritto su Stanley Kubrick.”
Secondo il New York Times, Stanley Kubrick e Me è “una curiosa delizia piena di rivelazioni … un irresistibile ritratto sull’amicizia, la lealtà e il temperamento artistico.” Per la Kirkus Review il libro costituisce “il miglior sguardo dall’interno sulla seconda parte della vita di Kubrick”. Per il Publishers Weekly, la rivista degli editori americani, Stanley Kubrick e Me è “assolutamente affascinante … con un tono scorrevole e invitante dipinge un ritratto umanissimo di un artista difficilmente avvicinabile.”
UN LIBRO DI MUSICA…
Ferdinando Fasce La musica nel tempo, Una storia dei Beatles, Einaudi 2018
Gli otto anni di vita del piú importante gruppo della storia della musica popLa vertiginosa ascesa dei Beatles, da Liverpool, nord periferico di un paese ormai alla fine dell’Impero, agli Stati Uniti, nuova potenza egemone globale, al mondo, fra musica, cultura e società. Una storia che forgiò la grammatica emotiva con la quale una generazione di teenager lanciò la sfida di nuove forme del vivere e dello stare insieme. Una storia di rapporti culturali, di produzione e consumo di musica, di concerti, incisioni e strepiti di ragazze e ragazzi attraverso l’Atlantico, sullo sfondo della guerra fredda e del Vietnam, delle agitazioni razziali e giovanili. La storia di come quattro talentuosi fan del rock’n’roll divennero musicisti e poi star, conquistarono l’autonomia autoriale che rivoluzionò il modo di fare musica incrociando e influenzando le speranze, le inquietudini, i furori di un’età in fermento. In un difficile equilibrio fra successo e ricerca di sé, convergenze e tensioni di pubblico e privato, seduzioni dell’establishment, ribellismo giovanile, aspirazioni artistiche e alla celebrità.