MOVIE/ UNA MOSTRA A BOLOGNA PER RICORDARE UN GIGANTE DEL CINEMA ITALIANO VITTORIO DE SICA A 50 ANNI DALLA SCOMPARSA

Una mostra a Bologna a 50 anni dalla scomparsa per ricordare Vittorio De Sica. Il 13 novembre 1974 moriva a Parigi un gigante del cinema italiano per ricordarlo anche alcuni suoi film restaurati.

Si possono ammirare manifesti originali e fotografie rare e preziose, sia dal set che fuori dal set che svelano un aspetto più  intimo e personale sulla sua vita e carriera; oggetti iconici, come i costumi di scena e la famosa bicicletta del capolavoro Ladri di biciclette; documenti personali che, come occhi di bue, illuminano il Vittorio De Sica regista e attore, ma anche cantante e uomo di spettacolo a tutto tondo, così come il De Sica privato, con le due mogli, Giuditta Rissone e Maria Mercader, e i tre figli Emi, Manuel e Christian.; premi storici, inclusi gli Oscar vinti per i suoi film, testimonianza del suo successo internazionale.

Tutti De Sica Allestimento mostra

(Vitorio De Sica e Cesare Zavattini)

Il curatore della mostra, Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna, sottolinea come De Sica sia stato una figura fondamentale nella storia del cinema italiano, MA NON E’ CORRETTO DIRE CHE “HA DATO VITA AL NEOREALISMO” PERCHE’ IL NEOREALISMO NASCE CON IL FILM OSSESSIONE DIRETTO DA LUCHINO VISCONTI” e ancora prima di Vittorio De Sica Roberto Rossellini ha utilizzato “attori di strada” per Roma Città Aperta.

 

Tutti De Sica Allestimento mostra

 

Si racconta che durante l’occupazione nazifascista a Roma, De Sica avesse utilizato gli stabilimenti di Cinecittà nascondendovi partigiani, ebrei e ricercati a vario titolo, con la scusa che erano persone che servivano alla realizzazione del suo film come comparse. Diresse anche il film Abbasso la Ricchezza, ancora con Vito Annicchiarico, il piccolo Marcello in Roma città Aperta, di Roberto Rossellini e Anna Magnani, che recitò anche con la regia di Gennaro Righelli in Abbasso la Miseria! anche questo con la partecipazione di Vito Annicchiarico.

 

 

“Vittorio De Sica non era un artista come gli altri ed è dimostrato dal fatto che – come diceva lui stesso – nacque e rinacque alla vita dello spettacolo almeno cinque volte: cantante e attore di rivista, attore di prosa, attore cinematografico, regista di film di poesia”. A dirlo è il critico cinematografico, e primo docente di cinema all’Università, Mario Verdone, padre di Carlo. Vittorio De Sica è stato tante cose, e il cinema italiano gli deve moltissimo. Il 13 novembre 2024 ricorrono i 50 anni dalla sua morte e per ricordarlo si può provare a ripercorrere la sua vita attraverso le sue opere, mettendo insieme alcuni titoli, nomi e momenti importanti di questo uomo e artista.

Nato a Sora il 7 luglio 1901, dopo il diploma in ragioneria Vittorio De Sica appare per la prima volta su un palcoscenico in uno spettacolo di dilettanti organizzato per una serata di beneficenza. Siamo al teatro Valle di Roma ed è il 28 maggio 1922. L’anno successivo esordisce come “generico” nella compagnia teatrale di Tatiana Pavlova e con il suo fidato partner lavorativo, Cesare Zavattini. Vittorio De Sica è un artista completo e forse lo è diventato anche un po’ inconsapevolmente attraversando, per forza di cose, la storia dello spettacolo italiano. Dal declino del teatro ottocentesco alla nascita del teatro di regia, dal cinema sonoro alla canzone fino al passaggio dietro la macchina da presa e ai primi successi con Sciuscià (1946) e Ladri di biciclette (1948).

Quando si parla di Vittorio De Sica è impossibile non citare però anche Miracolo a Milano(195ara(1960), Ieri, oggi, domani (1963) eIl giardino dei Finzi Contini(1970). Film italiani che sono amati e apprezzati in tutto il mondo – pietre miliari anche per star di Hollywood – e che meritano di non sparire dalla memoria del nostro Paese. Questi film iguardano temi come la vecchiaia, il pragmatismo contadino, lo stupro, i senzatetto, la miseria, la maternità, l’evasione, la prostituzione, il tradimento. Film che intrecciano la realtà, la commedia, il dramma, la fiaba e anche l’utopia.

Va detto anche che Vittorio De Sica, a differenza di molti suoi colleghi, ha frequentato poco la televisione. Unica eccezione nel 1961 in cui unendo il proprio talento di maestro della recitazione e l’amore per l’infanzia già presente in tanti suoi lavori, si impegna nella serie Vittorio De Sica racconta, composta da 24 puntate. Qui ogni settimana raccontava davanti a un caminetto acceso “fiabe di tutti i tempi e di tutti i Paesi” da Perrault a Wilde, da Calvino a Andersen, da Basile ai Grimm.

E poi c’è il film La Ciociara, scritto da Cesare Zavattini, che vinse molti premi tra cui l’Oscar per l’interpretazione di Sophia Loren, dopo il rifiuto di Anna Magnani che non acconsentì alla proposta di Vittorio De Sica di interpretare la parte della madre, con Sophia Loren che avrebbe dovuto fare la figlia. Troppo poco la differenza d’età per Nannarella, che comunque l’Oscar l’aveva già ottenuto con La Rosa Tatuata.

(La Ciociara)

 

Ma la Ciociara ebbe molti premi: Premio Oscar (2) Nastri d’Argento (2) Festival di Cannes (1) David di Donatello (2) Articoli & News Link e riferimenti da altri articoli e news a La ciociara

Vittorio De Sica è stato peraltro uno dei grandi protagonisti di alcuni momenti chiave della storia italiana: ha visto e vissuto il dramma delle guerre, la miseria e la ricostruzione, ha osservato le trasformazioni degli usi e costumi di un Paese unito da poco tempo e, artisticamente figlio del Neorealismo lo ha attraversato in pieno senza remore anzi, sempre con grande serietà e leggerezza. Se si pensa a Vittorio De Sica vengono subito in mente nomi come Blasetti, Camerini, Comencini ma anche Gina Lollobrigida, Alberto Sordi, Sophia Loren, Marcello Mastroianni e la lista potrebbe continuare, sarebbe lunghissima.

Per il 50esimo dalla sua scomparsa, la Biennale di Venezia attraverso la Mostra del Cinema 71 lo ha omaggiato con la preapertura dedicata al restauro de L’oro di Napoli, a cura di Cinecittà per iniziativa della Filmauro Srl di Aurelio e Luigi De Laurentiis, e a cura del nipote Andrea De Sica.

(Il giardino dei Finzi Contini)

Tra i modi più interessanti in cui si sta ricordando in queste settimane questo straordinario uomo di cinema, c’è la mostra Tutti De Sica. Regista & interprete al Modernissimo di Bologna (aperta fino al 12 gennaio 2025). L’esposizione, prodotta dalla Cineteca di Bologna, comprende una ventina di manifesti originali, centinaia di fotografie provenienti dagli archivi privati dell’artista, dei figli e di Giuditta Rissone, ma anche video, costumi, preziose lettere con i grandi artisti dell’epoca, l’incontro con Chaplin, la collaborazione con Zavattini, gli Oscar che hanno suggellato i suoi film, e la bicicletta più famosa della storia del cinema.

La mostra è suddivisa in un prologo e dodici sezioni. Esplora il profondo sodalizio artistico con Cesare Zavattini, iniziato nel 1939, che ha portato alla creazione di alcuni dei capolavori più iconici di De Sica. Allo stesso tempo, viene sottolineata l’affinità ideale con Charlie Chaplin, che, commosso, uscì in lacrime da una proiezione privata di Umberto D. Altro suo film strappalacrime, è senz’altro Ladri di biciclette,che tuutavia dà uno spaccato realistico del mondo del dopoguerra a Roma.

Il percorso espositivo si apre con il De Sica bambino, passando poi alle sue prime esperienze teatrali. Il primo grande successo arriva con Mario Mattoli e lo spettacolo Za Bum, che introduce il varietà con la rivista Lucciole della città, ispirata a Luci della città di Chaplin. Successivamente, De Sica guadagna popolarità con le sue incisioni discografiche, come il celebre Parlami d’amore, Mariù.

Tutti De Sica Allestimento mostra

 

Negli anni Trenta, De Sica si divide tra teatro e cinema, con film come Il signor Max (1937), mentre negli anni Quaranta si afferma definitivamente come regista e uno dei fondatori del Neorealismo. La stagione neorealista viene definita dai suoi capolavori: Sciuscià (1946), Ladri di biciclette (1948), Miracolo a Milano (1950), e Umberto D. (1952). L’esposizione esplora anche il suo complesso rapporto con la politica e la figura di Giulio Andreotti, riflettendo un’Italia in trasformazione negli anni Cinquanta.

Oltre a Cesare Zavattini, viene esplorato il sodalizio con Sophia Loren, mentre la sezione dedicata a “Il piacere della maschera” ripercorre vent’anni di straordinarie interpretazioni di De Sica, evidenziando la sua versatilità come attore.

L’esposizione è sostenuta dalla Cineteca di Bologna con il contributo di istituzioni come il Comune di Bologna, la Regione Emilia-Romagna e il Ministero della Cultura, insieme a sponsor come Gruppo Hera e BPER Banca.

(Sciuscià, 1946)

 

 

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