DUE MOSTRE DEDICATE AD ANTONIO LIGABUE A ROMA E BOLOGNA IN CONTEMPORANEA HANNO IL MERITO DI LIBERARE L’ARTISTA DALLE TANTE ETICHETTE CHE NEL TEMPO GLI SONO STATE AFFIBIATE, COME PITTORE NAIF O OUTSIDER, RENDENDO IL GIUSTO MERITO ALLA SUA ARTE E MOSTRANDO APPIENO L’UNICITA’ DELLA SUA OPERA.
A Roma, a Palazzo della Fantaria a Piazza Santa Croce in Gerusalemme fino al 12 gennaio 2025, la mostra segue un percorso cronologico in cui le diverse tecniche utilizzate nel corso degli anni dall’artista sono commiste.
Ligabue era infatti un artista nel senso classico del termine, quasi rinascimentale, e si esprimeva attraverso i medium più diversi, non privilegiandone uno in particolare.
Particolare attenzione è data in mostra all’autoritratto, strumento utilizzatissimo dall’artista: per Ligabue gli autoritratti sono delle sperimentazioni atte a mostrare l’evoluzione della ricerca e la sua identità di pittore e uomo.
Il cuore della mostra è formato dalle 64 opere che compongo un importante unica collezione privata italiana (18 olii, 30 sculture, 3 disegni, 21 puntesecche) esposta per la prima volta in assoluto nella sua interezza.
La possibilità di analizzare il lavoro di Ligabue attraverso una delle collezioni più nutrite che conservano le sue opere ci permette uno sguardo inedito sull’artista: quello di chi per primo ha visto in lui la scintilla del genio e la fragilità dell’individuo. Altri prestiti provengono da diverse collezioni private italiane.
E veniamo invece alla mostra di Bologna visibile fino a 28 febbraio 2025 a Palazzo Pallavicini. Grande pittore espressionista italiano (Zurigo, 18 dicembre 1899 – Gualtieri, 27 maggio 1965), la mostra, è organizzata e realizzata da Chiara Campagnoli, Deborah Petroni e Rubens Fogacci della Pallavicini s.r.l., unitamente alla Direzione Artistica e curatela di WeAreBeside, produzione in collaborazione con SM.Art e patrocinata da Fondazione Augusto Agosta Tota per Antonio Ligabue, con testi di Francesca Bogliolo. Suddivisa nelle 7 sale, di Palazzo Pallavicini a Bologna, racconterà con oltre 120 opere, (di cui 81 dipinti, 14 sculture, 17 disegni e 15 incisioni) la vita, la psiche e la storia tormentata di questo affascinante Artista. L’arte per Antonio Ligabue è sempre stata un’esigenza innata che lo aiutava a sopportare le difficoltà e i dolori della vita. Questo è riscontrabile soprattutto nella forza dei suoi dipinti che colpisce ancora oggi, emozionando e colpendo nel profondo. La mostra presenta l’arte di questo genio visionario sempre in evoluzione, la sua appassionata ricerca con la quale sapeva inventare e rinnovare le sue opere usando colori violenti, ma comunque armonici, nella loro pressante suggestione emotiva, proponendo un’iconografia popolare e raffinata. In mostra, in un excursus della sua carriera, troviamo alcuni dei suoi più bei capolavori ed è possibile ammirare ben 12 autoritratti e 7 tigri dalle fauci spalancate, oltre ad agili leopardi, rapaci che ghermiscono la preda o lottano per la sopravvivenza e potenti leoni: una vera e propria giungla cruda e violenta.
Le opere provengono da collezioni private, banche e musei, dai celebri autoritratti alla meravigliosa Testa di tigre del 1953 e Leopardo del 1955, dal Motociclista del 1954; dalle sculture Leone e Leonessa del 1935, a Pantera del 1938, Leonessa accucciata del 1940, fino al Busto di Gorilla del 1956; dai disegni con figure di animali all’Autoritratto a matita del 1955. In questa mostra sono esposte anche 15 preziose incisioni. In occasione della mostra, il regista Ezio Aldoni, che ha realizzato nel 2015, il docufilm Antonio Ligabue. L’uomo, nel quale ha raccontato la vita drammatica e affascinante di Antonio Ligabue, attraverso le testimonianze dirette di chi l’ha conosciuto, ne realizzerà una edizione ridotta ed aggiornata, con una nuova intervista al critico d’arte Renzo Margonari. Il video sarà trasmesso e visibile esclusivamente in mostra.
L’organizzazione di Palazzo Pallavicini è desiderosa di sottolineare che questa grande mostra su Antonio Ligabue, conferma la costante attenzione rivolta al visitatore ed è tesa ad elevare i livelli qualitativi culturali della città di Bologna e del Palazzo, che tiene conto delle richieste di un pubblico sempre più colto, attento ed esigente. Inoltre, per avvicinare le nuove generazioni, le famiglie ed i più piccoli, abbiamo studiato una sezione immersiva dove tigri, leoni ed altri animali selvatici prenderanno vita grazie alle nuove tecnologie.
Accompagna la mostra il catalogo edito da Palazzo Pallavicini, acquistabile esclusivamente in mostra, con testo critico di Francesca Bogliolo e in appendice gli approfondimenti di sezione scritti da WeAreBeside.
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