LIFESTYLE/ HUGO PRATT UNA MOSTRA A ROMA A PALAZZO STROZZI BESSO

Hugo Pratt è stato un celebre fumettista, e a lui si deve la creazione di Corto Maltese. Ma è stato anche un avido lettore, che nella sua carriera si è sempre confrontato con i grandi scrittori del passato. Una mostra a Roma.

Cosa lega Hugo Pratt a Omero, Rudyard Kipling, Arthur Rimbaud, Robert Louis Stevenson, Kenneth Roberts e Somerset Maugham? E cosa avvicina Corto Maltese a Thomas Moore, William ShakespeareGabriele D’Annunzio, Baron Corvo e Hermann Hesse? Sono queste le domande alla base della mostra in programma fino al 20 dicembre nelle prestigiose sale del Palazzo Strozzi-Besso di Roma. È qui che ha preso forma da qualche giorno La biblioteca geografica di Hugo Pratt, un progetto espositivo inedito, che accende i riflettori sulla produzione del mitico disegnatore veneziano, ponendola in dialogo con quella di letterati ben più illustri e consolidati all’interno dell’immaginario internazionale.

Inserita nell’ambito dei festeggiamenti per il centenario della Biblioteca della Fondazione, una delle più iconiche biblioteche della Capitale, la rassegna si compone di oltre quaranta tavole originali e acquarelli, grandi riproduzioni, filmati e riviste d’epoca, selezionati dalle curatrici Patrizia Zanotti e Nadège Vaïnas con lo scopo di accompagnare i visitatori nell’universo letterario di Hugo Pratt, attraverso gli itinerari geografici percorsi dall’autore e dai suoi personaggi.

Di Pratt mi ha sempre colpito la sua smisurata biblioteca e il suo ostinato bisogno di conoscere. Viaggiava nei luoghi del mondo ma viaggiava – e tanto – tra i suoi libri”, dice Patrizia Zanotti, storica collaboratrice del disegnatore e attuale managing director di CONG Sa, la società che cura i diritti di tutta l’opera artistica del grande fumettista. “Leggeva e rileggeva la pagina di un romanzo, si fermava ad entrare dentro una poesia, annotava il capoverso di un saggio di storia. La letteratura, insieme al cinema, alla musica e ad ogni altra forma d’arte, era la sua linea dell’orizzonte. La mostra prova a raccontare tutto questo”.

 

Dalle isole tropicali narrate nei romanzi di Robert Louis Stevenson fino all’Africa descritta da Kipling e Rimbaud; dagli orizzonti di frontiera indagati dall’americano James Oliver Curwood, passando per le tante letture che accompagnano lo stesso Corto Maltese durante i suoi lunghi viaggi in mare (tra queste il Parzifal di Wolfram von Eschenbach, Utopia di Thomas Moore e L’ultima estate di Klingsor di Hermann Hesse). Sono tanti i luoghi e le citazioni letterarie che si incontrano appena varcata la soglia d’ingresso del palazzo capitolino; si tratta di riferimenti colti inevitabilmente connessi all’esperienza creativa ed esistenziale di Hugo Pratt, lettore onnivoro e instancabile viaggiatore. “In un certo senso sono il figlio di tutti loro. Ho sempre detto che tutto è stato scritto, che possiamo solo riscrivere”, disse una volta riferendosi alle analogie con i grandi scrittori del passato. Imperdibili infine, all’interno del tragitto espositivo, le tavole originali dedicate ad Antoine de Saint-Exupéry e quelle dell’Odissea, disegnata da Pratt nel 1963 per il Corriere dei Piccoli. Un bel viaggio attraverso i mari, i sogni e le suggestioni alla scoperta dei padri letterari del grande fumettista.

 

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