LIFESTYLE/ POESIA E FOTOGRAFIA SI SPOSANO A PALERMO CON LA MOSTRA”SOLO CHE AMORE TI COLPISCA” TITOLO RIPRESO DA UNA LIRICA DI SALVATORE QUASIMODO

VIAGGIO A PALERMO

Frutto di una ricerca tra parole e immagini, accostando idealmente poesia e fotografia di autori siciliani, LA MOSTRA DI PALERMO. SOLO CHE AMORE TI COLPISCA, ha chiuso i battenti il 13 settembre ed E’ STATA REALIZZATA DAL MUSEO RISO, CHE HA OFFERTO un’immagine della Sicilia inedita e visionaria, colta e raffinata come lo è stata la messa a punto dell’esposizione, attraverso chiaroscuri, metafore, memorie.

 

 

 

È un’esposizione colta, raffinata, capace di coinvolgere nel profondo, quella proposta dal Museo Riso, a Palermo, negli spazi del settecentesco Albergo delle Povere: tre dei sei grandi saloni rettangolari che scandiscono gli ambienti del pianterreno hanno cambiato pelle grazie al progetto “Solo che amore ti colpisca. Appunti dall’isola plurale, tra poesia e fotografia”, ideato e curato da Helga Marsala. Uno di quei casi che dimostrano come da un approccio fortemente intellettuale non derivino necessariamente soluzioni elitarie, generando emozioni e riflessioni in un pubblico ampio, tra molti e diversi livelli di approfondimento.
Il titolo trae ispirazione da una celebre lirica di Salvatore Quasimodo, che sul finire recita: Ricorda che puoi essere l’essere dell’essere / solo che amore ti colpisca bene alle viscere. Nel cuore di una visione ermetica, i versi sembrano suggerire il compimento di un processo di trasformazione interiore, tra spirito selvatico ed essenza più pura, caduta ed elevazione.

Solo che amore ti colpisca, 2024, exhibition view. Ph. S. Scalia
Solo che amore ti colpisca, 2024, exhibition view. Ph. S. Scalia

 

Il progetto riunisce artisti e poeti siciliani di diverse generazioni, creando un dialogo metaforico e insieme concreto tra importanti voci della produzione novecentesca o contemporanea. “Scrittura di luce la fotografia, segno che immortala e proietta il reale verso l’infinito; folgorazione luminosa la poesia, in cui la parola è immagine che custodisce una luce alta, assoluta”: così ci racconta Helga Marsala, che ha accostato le liriche di grandi autori, tra cui lo stesso Quasimodo, Ignazio Buttitta, Emilio Isgrò, Giacomo Giardina, Helle Busacca, Joanda Insana, Angelo Scandurra, Bartolo Cattafi, Maria Attanasio, Sebastiano Addamo, i protagonisti dell’Antigruppo, passando da Consolo e Bufalino, fino a firme più giovani come quelle degli artisti/poeti Francesco Balsamo, Pietro Palazzo, Elias Vitrano. “Un’antologia parziale e personale, costruita per temi e in accordo con le opere, muovendosi tra stralci di una lingua soprattutto sperimentale, dirompente, a volte irriverente, altre più classica, ma comunque capace di scavare e produrre visioni”; antologia che abita lo spazio grazie al progetto grafico di Federico Lupo, con type design di Francesco De Grandi: la scrittura trova posto lungo pareti verde acqua, che come enormi fogli o quinte scenografiche scandiscono il percorso tra opere appese o poste al centro delle sale, libri custoditi dento teche, poesie accostate alle immagini o singoli versi stampati in oro e liberati sui muri, gli spigoli, i bordi interni delle nicchie e gli archi a soffitto.

 

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