PHOTO/ ARLES LES RENCONTRES FINO AL 29 SETTEMBRE CON “TREMORI E TUMULTI, SPIRITI, TRACCE, LETTURE E RILETTURE PARALLELE”

Rencontres d’Arles 2024 c’è pure la prima retrospettiva mondiale di Mary Ellen Mark.

Da 55 anni Arles, nel pieno dell’estate provenzale, riunisce fotografi, artisti e curatori organizzando mostre, talk, book fair, workshop, letture portfolio e tavole rotonde nel segno della fotografia, approfondita in tutte le sue declinazioni. Ecco cosa non perdere in questa edizione.

Tremori e tumulti, spiriti, tracce, letture e riletture parallele” costituiscono le nuove prospettive alla base dell’edizione 2024 dei Rencontres d’Arles, la cui 55esima edizione si tiene dal primo luglio al 29 settembre sotto la direzione di Christoph Wiesner. Così fotografi, artisti e curatori “rivelano le loro visioni e storie, non ultima quella della nostra umanità, di volta in volta contrastata, in infinita ridefinizione, resiliente, ma anche visionaria. Ai margini o al centro, le narrazioni conducono a percorsi divergenti e molteplici, tutti provenienti dalle faglie di una superficie porosa: si intrecciano, si sovrappongono e si scambiano”, racconta Wiesner. E questa pluralità porta ad altrettanti itinerari da seguire, dalla prima retrospettiva mondiale della fotografa documentarista e ritrattista americana Mary Ellen Mark alla mostra che documenta l’importanza delle fotografe giapponesi a partire dagli Anni ’50, dai focus sulla fotografia digitale e interattiva a performance e installazioni site-specific.

 

 

È co-organizzata dalla C/O Berlin Foundation e dalla Mary Ellen Mark Foundation la retrospettiva di Mary Ellen Mark (Philadelphia, 1940 – New York, 2015), presentata al primo piano dell’Espace Van Gogh. Durante la sua vita, Mark ha concentrato lo sguardo su individui molto diversi tra loro, dalle celebrità agli emarginati della società, trattandoli con empatia tanto da stringerci veri e propri rapporti d’amicizia: “Quello che cerco di fare è realizzare fotografie che siano universalmente comprese… Che oltrepassino i confini culturali. Voglio che le mie fotografie riguardino le emozioni e i sentimenti fondamentali che tutti proviamo“, diceva del suo lavoro. I racconti di Mary Ellen Mark sono spesso stati commissionati inizialmente da note riviste come LifeVogueRolling StoneThe New Yorker e Vanity Fair, per poi evolversi in progetti personali. Dalle donne dell’Oregon State Hospital ai bambini di strada a Seattle, alle prostitute di Mumbaid e alle famiglie circensi itineranti in India, “oltre alle sue fotografie più iconiche, rari materiali d’archivio come i provini, appunti personali e lettere ufficiale forniscono per la prima volta uno sguardo ampio sulla genesi di queste serie”, raccontano le curatrici Sophia Greiff e Melissa Harris.

Clicca sotto per chiudere la ricerca