WINE/ SETTE VINI A …CORTE CAREZZABELLA E TRE GIOVANI VISIONARI CHE SCOMMETTONO SUI VITIGNI AUTOCTONI NEL POLESINE E FONDANO ANCHE UN AGRIASILO PER I PIU’ PICCOLI

Sette vini a Corte….Siamo nel Polesine a pochi chilometri dal Delta del Po, un’area magica dal punto di vista naturalistico che concede paesaggi mozzafiato allo sguardo che segue il fiume prima che entri definitivamente dentro il mar Adriatico; e siamo anche a poche centinaia di metri dal fiume Adige nel paese di San Martino di Venezze, vicino a Rovigo, non lontano da  Padova e Venezia. La costa litoranea del Polesine è occupata dalla grande foce del Po che crea, con i suoi innumerevoli rami e la rete di canali di bonifica, un paesaggio sospeso tra realtà e sogno; la più grande zona umida d’Europa, un luogo in cui immergersi attraverso passeggiate lungo gli argini dei corsi d’acqua o sulle lunghe strisce di sabbia che prendono il nome di “scanni”, le spiagge naturali più belle del Delta del Po, facendo tappa nelle oasi dotate di percorsi attrezzati e itinerari 

suggestivi tra cui le imperdibili escursioni in barca insieme ai pescatori locali, oppure le escursioni in canoa lungo il fiume.

 

E’ qui che una nonna visionaria decide di acquistare un vecchio opificio, poi con il passaggio di generazione viene creato un’accogliente agriturismo, infine tre giovani fantasiosi ragazzi, Chiara, laureata in lingue, suo marito Francesco, architetto, e suo fratello Francesco, filosofo, decidono di sporcarsi le mani nella terra della nonna dando valore alla lungimiranza di chi ha dedicato le proprie fatiche al Frutteto di San Martino, nome storico e a tutt’oggi denominazione sociale dell’azienda “Corte Carezzabella”, nato nei primi del novecento e interamente coltivato a frutteto fino al duemila. Ma oltre all’agriturismo, Chiara in prima persona si occupa di un agri-asilo, dedicato ai più piccini che possono cosi’ crescere immersi nella natura, esperienza originale che testimonia ancora di più la cura e l’attenzione che questi tre giovani imprenditori sono capaci di esprimere con la diversificazione delle attività.

 

Dal 2017 l’azienda è biologica certificata, e con la ristrutturazione dell’immobile si è deciso di incentivare la biodiversità dando vita ad un progetto che vede nei prossimi anni la piantumazione di 5000 alberi di essenze autoctone lungo la fascia perimetrale della proprietà e degli appezzamenti coltivati. Oggi la produzione si concentra su circa 60 ettari, coltivati interamente in regime biologico, suddivisi tra vigneti, per circa 22 ettari, e  appezzamenti a frutteto, colture orticole e frumento a rotazione. Se si pensa solo al vigneto, e alla produzione annua di bottiglie in circa 22 mila, Corte Carezzabella può tranquillamente definirsi una cantina boutique ma la diversificazione delle produzioni e la presenza del frutteto, di un agriturismo e di un agri-asilo, fanno di questa “Corte” un “unicum” nel suo genere.
Corte Carezzabella si dedica anche alla produzione di confetture e composte, succhi di frutta, polpe e passate di pomodoro, aceto di mele, farina macinata a pietra con cui vengono realizzati prodotti da forno. Un progetto di viticoltura attento alla sostenibilità e alla biodiversità, che pone grande impegno verso la naturalità dei processi produttivi, sia in vigneto che in cantina. Le varietà di vitigni coltivati sono la Turchetta, vitigno a bacca nera autoctono della provincia di Rovigo, il Pinot Grigio, il Manzoni bianco, il Merlot, il Carmenere e il Trebbiano. I vini, tutti con certificazione biologica, esprimono il territorio Polesano, caratterizzato dal costante incontro e scambio tra terra e acqua. Nei terreni aziendali si nota infatti la presenza di uno strato superficiale di sabbie silicee di deriva fluviale, sopra a lenti argillose più profonde. Questa stratificazione racconta esattamente la storia idrogeologica del territorio, in cui il passaggio dei fiumi, al termine del loro corso, ha arricchito terreni per lo più forti rilasciando un’importante componente minerale. La filosofia di vinificazione di Corte Carezzabella permette di ritrovare nel calice la sapidità e la mineralità di vini sinceri e freschi, che con orgoglio raccontano il loro territorio e le sue peculiarità.
I vini Corte Carezzabella sono: Turchetta Veneto IGT, Brillo Bianco Veneto IGT Frizzante Sur Lie, un vino conviviale, semplice, di cui l’azienda produce ogni anno circa 3000-4000 bottiglie, creato per l’85% da Trebbiano e per il 15% da Pinot Grigio, Rosa Rosato Veneto IGT che ha caratteristiche di vino frizzante, ed ha un colore rosa tenue di cui l’azienda produce 3300 bottiglie l’anno,  Temetum Rosso Veneto IGT, Merlot Rosso Veneto IGT, la cui vigna ha 30 anni, Pinot Grigio DOC delle Venezie a base di Pinot Grigio delle Venezie 100% che dimostra sapidità per effetto soprattutto del terroir, la produzione è di circa 3500 bottiglie l’anno, e Manzoni Bianco. In tutto l’azienda produce sette etichette ma il progetto è quello di puntare sulla Turchetta e sul Merlot e Manzoni Bianco. Le due ultime annate di Turchetta, la 2021 e 2022 si sono caratterizzate la 2021 per essere “un’annata favolosa di quelle che capitano ogni trenta anni”, aggiunge Francesco, e la 2022 perchè ha prodotto un vino “con un profilo organolettico molto diverso per esempio dal Merlot, una storia molto territoriale e autoctona e diversa da ogni storia internazionale”. La Turchetta è del resto uno dei pochi vini autoctoni in Polesine, in tutto in questo territorio i vitigni autoctoni sono quattro.

Nel corso di un incontro a Roma per una degustazione dei vini Corte Carezzabella al ristorante Alfredo alla Scrofa è stato possibile approfondire la mission dell’azienda di famiglia: “Portare la nostra verità nel calice”, dice Francesco. “Puntiamo su vini verticali, diretti, puliti, possibilmente eleganti. Puntiamo sul vitigno autoctono in un territorio e in pianura dove manca lo sbalzo termico, la nostra è un’avventura nata senza averla però pensata”. “Anche nella scelta delle etichette c’è sempre un’elemento naturale: nel Brillo c’è una zanzarina, nel Pinot Grigio un airone, nella Turchetta i fiori del sovescio per richiamare l’attenzione alla territorialità e alla natura”, aggiunge Chiara. L’azienda ha aperto un agri-asilo, “Cresco fuori”  dedicato ai bambini dai 3 ai sei anni, per le famiglie che desiderano far percorrere una esperienza nella natura, di fattoria in campagna ai propri figli.  “Ora, aggiunge Francesco, (questa volta il fratello di Chiara, ndr), si tratta di portare i vigneti in equilibrio. Stiamo lavorando – dice – sui legni, e stiamo pensando a legni più Borgogna e meno Bordeaux, il processo è già in corso e va accompagnato e poi realizzato”.
Naturalmente la degustazione ha avuto inizio con un flut di Brillo, Metodo Ancestrale 2021 frizzante, diretto, che ha accompagnato una tartare di tonno con guacamole, cipolla in carpione e crescioni.  Per seguire con il Pinot Grigio 2021 in attesa delle famosissime Fettuccine all’Alfredo alla Scrofa accompagnate dal Merlot annata 2021, prodotto da una vigna che ha 30 anni ed si è dimostrato un vino sapido di colore rosso rubino poco intenso, dai sentori di mora di gelso, tannino elegante.
Con la punta di petto di vitella alla fornara con patate novelle la degustazione è proseguita con la Turchetta 2020, rosso rubino intenso con riflessi porpora, al naso sentori di mora, cioccolato e fogliame, buona struttura in bocca e la tannicità, e la Turchetta 2021. Infine, il Millefrolla fragole e cocco ha offerto l’occasione per degustare il Vi de visciola Cantina Vignamato dai sentori inebrianti naturalmente a base di visciole.

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