WINE/ LA CALABRIA DEL VINO ESPRIME 5 ECCELLENZE AL CONCOURS MONDIAL DE BRUXELLES CHE SI E’ SVOLTO A RENDE-COSENZA

La Calabria del vino è stata sotto i riflettori in questi giorni grazie al Concours Mondial de Bruxelles che si è svolto a Rende di Cosenza. La Calabria è una delle regioni più importanti al mondo per la quantità di vitigni storicamente coltivati, un patrimonio ampelografico straordinario, formatosi in quasi tre millenni grazie alla posizione della regione nel Mediterraneo.
In ogni zona della regione è possibile trovare uve, cloni, biotipi, diffusi solo localmente e conosciuti con termini dialettali, propagati nel tempo attraverso le selezioni massali.

Quindi al concorso di Rende-Cosenza sono stati selezionati i vitigni più significativi della regione Calabria che sono risultati essere divisi in due sezioni, a Bacca bianca e a Bacca rossa, i seguenti:

 

 

A bacca bianca:
Greco bianco
, è il più diffuso vitigno a bacca bianca calabrese, coltivato principalmente lungo la costa jonica, oltre al Cirotano anche nella Locride e nel Bivongese.

Greco di Bianco, corrisponde alla Malvasia di Lipari, nel Messinese e nelle isole Eolie e alla Malvasia di Sardegna, nei circondari di Cagliari e di Bosa.

Guarnaccia bianca, si trova in provincia di Cosenza, soprattutto nei dintorni di Saracena.

Mantonicosi coltiva prevalentemente nella Locride, lungo la costa jonica, in particolare nei dintorni di Bianco e Casignana.

Moscatello di Saracena, questo moscato bianco è diffuso anche nella Locride con il nome di Zibibbeddu (piccolo Zibibbo).

Pecorello, coltivato prevalentemente in provincia di Cosenza, in particolare nell’area della DOP Donnici.

Zibibbo, il Moscato di Alessandria è presente nell’area del Mediterraneo da tempi antichi, diffuso un po’ in tutta la Calabria, in particolare nell’areale di Pizzo.

 

 

A bacca nera:
Greco nero si trova prevalentemente nelle province di Catanzaro, Reggio Calabria e Crotone

Gaglioppo è il principale vitigno a bacca rossa dell’area di Cirò, è presente ovunque in regione, più diffusamente sul versante Jonico.

Magliocco canino è coltivato soprattutto sul versante tirrenico, nell’area del Savuto, di Lamezia e nel vibonese. È stato recuperato anche nei dintorni di Scilla, dove ha preso il nome di Nocera.

Magliocco dolce è diffuso principalmente nella provincia di Cosenza e anche in quella di Catanzaro.

Nerello è coltivato soprattutto nel reggino, assume numerose connotazioni (ad esempio carbonaru, paesano, nostrale). In alcune località della Calabria, con il nome di Nerello, viene indicato il Sangiovese.

Le bottiglie più rappresentative della Calabria, sono prodotte in genere con uve tipiche, vini dal carattere non riconducibile a modelli standardizzati, che suscitano sempre più interesse tra gli operatori e gli appassionati.

 

 

 

Le bellezze naturali, paesaggistiche dei terroir calabresi e dei suoi vini sono stati apprezzati dai 320 giudici internazionali di 45 diverse nazionalità che si sono radunati per giudicare circa 7.500, tra bianchi e rossi, provenienti da oltre 40 paesi del mondo, un momento di importante promozione per una terra ricca di biodiversità.

Il press tour enoico al termine del concorso, ha portato 50 giornalisti internazionali a scoprire luoghi incontaminati della Calabria e vini fortemente identitari sempre più in crescita qualitativa. La Calabria esprime un complesso mosaico di paesaggi: aspre catene montuose, boschi solcati dalle fiumare, valli e dolci distese collinari, antichi borghi, scogliere e coste luminose.

 

 

PIU’ ROSSO CHE BIANCO 

 

Il legame profondo tra i vitigni autoctoni e le eterogenee caratteristiche geologiche della regione, rende i vini testimonianza attiva dei molteplici terroir che la Calabria è in grado di offrire, in tutto conta circa 350 varietà, con 12mila ettari di vigneto e una produzione di 400 mila ettolitri annui, di cui il 70% di vino rosso e il 30% di bianco.
Le principali aree di produzione sono concentrate nelle province di Crotone, Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria nelle quali sono collocate 9 DOP: questi i luoghi, Bivongi, Cirò, Greco di Bianco, Lamezia, Melissa, S. Anna di Isola Capo Rizzuto, Savuto, Scavigna, Terre di Cosenzae, ed altrettante 9 IGP: queste le aree comunali, Arghillà, Costa Viola, Lipuda, Locride, Palizzi, Pellaro, Scilla, Val di Neto, Valdamato.

 

 

I CINQUE VINI CHE HANNO ENTUSIASMATO LA GIURIA

 

Barone Macrì Centocamere Metodo Classico Brut 2018
Brut da Mantonico, vitigno storico della Locride, con 16 mesi di affinamento sui lieviti e 6 g/l di zucchero.
Nel bicchiere fine perlage, piace il naso netto con note di crosta di pane, belle note floreali, fruttate di pesca e melone bianco. In bocca è di struttura, cremoso, fresco e di gran piacevolezza, ricco di viva acidità nel lungo il finale di frutto e ritorni minerali.

Statti Lamezia Bianco Doc 2021
Ottenuto da greco bianco 50% e mantonico 50%, è un vino fresco, efficace e di gran piacevolezza.
Olfatto tra note floreali di margherite bianche e ginestra, fruttato di mela, pera, sensazioni tropicali, ritorni agrumati e di erbette aromatiche, sorso teso e di buon volume, ha lunga chiusura salina tra fruttato e agrumato.

 

Librandi Megonio Calabria Igp 2019
Da uve Magliocco dolce, vitigno storico calabrese coltivato sulle colline della Tenuta Rosaneti di Rocca di Neto-Casabona, dopo la fermentazione in acciaio con macerazione di 15 giorni, è affinato in barriques per 12 mesi. Gran vino, naso intenso e sfaccettato di viola, ciliegia, prugna, pepe, cacao, cannella, grafite ed erbe aromatiche. Sorso vivo, pulsante e avvolgente fresco di frutto e di toni balsamici nel lungo finale.

 

 

 

Borgo Saverona Cirò Classico Superiore Riserva Doc 2017
Da uve gaglioppo, da macerazione con cappello di bucce e rimontaggi a temperatura controllata per 15 giorni in serbatoi d’acciaio, è affinato 18 mesi in serbatoi di acciaio, 6 mesi in barriques.
Ha naso di ribes e amarene su un tappeto di foglie fresche, mineralità e percezioni balsamiche d’eucalipto, cacao e radice di liquirizia. La bocca è fresca, di fitta trama tannica, di lunghezza con ritorni fruttati e sapidi.

 

 

Ippolito 1845 Ripe del Falco Cirò Classico Superiore Riserva Doc 2013
Ripe del Falco è il nome della contrada della vigna di Cirò Marina dove nasce l’uva gaglioppo che lo compone, dopo la vinificazione affina quasi 8 anni in acciaio, poi 2 anni in tonneau e poi bottiglia.
Grande mix d’eleganza e potenza, intenso profilo olfattivo di rosa rossa, fruttato di amarena e ribes, chiodi di garofano, sentori di cuoio e macchia mediterranea, cannella e cacao, accattivante sorso lunghissimo con continui ritorni fruttati e minerali.

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