CARLO LIZZANI HO AVUTO L’ONORE DI CONOSCERLO IN UNA SERATA ROMANA AL TEATRO VITTORIA ASSIEME A VITO ANNICCHIARICO, IL PICCOLO MARCELLO IN ROMA CITTA’ APERTA, E CLAUDIO VENTURINI, FIGLIO DI ALDO VENTURINI, PROPRIO QUEL COMMERCIANTE DI LANE CHE PERMISE A ROBERTO ROSSELLINI DI TERMINARE IL FILM DANDOGLI I SOLDI CASH. C’ERA LA PROIEZIONE DEL DOCU-FILM: I FIGLI DI ROMA CITTA’ APERTA”, UN LAVORO DEL 2004 CON LA REGIA DI LAURA MUSCARDIN PRODOTTO DA AMEDEO BACIGALUPO IN CUI ATTRAVERSO STORIE, ANEDDOTI E INTERVISTE SI RIPERCORREVA LA REALIZZAZIONE ACCIDENTATA DI ROMA CITTA’ APERTA. ERA IL 2010, CREDO, E IO SENZA ANCORA SAPERLO PIANO PIANO MI AVVENTURAVO NELLA RICERCA DI QUEL CHE RIMANEVA NELLA MEMORIA DEL PICCOLO MARCELLO, PROPRIO A PARTIRE DA QUEL DOCUMENTARIO DEL FILM NEOREALISTA. SEMBRERA’ STRANO MA LA MANIA PER I DOCU-FILM NON ERA COSI’ ESPLOSA, DIREI, COME OGGI. LAURA MUSCARDIN E’ STATA ABILISSIMA A REALIZZARE UN DOCUMENTO DI STORIA DEL CINEMA E DI CRITICA CINEMATOGRAFICA. CARLO LIZZANI LO RITROVIAMO NEL DOCU-FILM CON UN SUO CONTRIBUTO SUL CINEMA DI ROSSELLINI. NEL 2015 POI, USCIVA NELLE LIBRERIE: ROMA CITTA’ APERTA VITO ANNICCHIARICO RACCONTA IL SET CON ANNA MAGNANI ALDO FABRIZI ROBERTO ROSSELLINI, EDITO DA GANGEMI.
Carlo Lizzani realizzò tra i tanti suoi film, anche “Celluloide”, che racconta in maniera romanzata la genesi del film Roma città aperta, capolavoro del cinema neorealista, a partire dalle difficoltà incontrate dal suo regista Roberto Rossellini, dall’amico e sceneggiatore Sergio Amidei e da tutta la troupe prima e durante le riprese, passando poi per la tiepida reazione della critica la sera della “prima”, fino al successo raggiunto tramite l’intervento provvidenziale di un militare americano che porta una copia del film a New York.
CARLO LIZZANI: LA STORIA E LE STORIE La lunga stagione del Secolo Breve raccontata da un regista Al via lo speciale omaggio al regista romano, a cento anni dalla sua nascita. In programma fino al 1° maggio una rassegna di suoi film, un documentario a lui dedicato e una tavola rotonda con critici, storici e conservatori.
Ancora in corso alla Casa del Cinema un progetto speciale del CSC – Cineteca Nazionale realizzato in collaborazione con AAMOD (Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico) e Casa del Cinema con il sostegno della Direzione Generale Cinema del MIC. In occasione del centenario del regista romano, eccezionale testimone e storyteller dell’Italia del Novecento, viene raccontata la storia collettiva del “Secolo breve” attraverso lo sguardo di un cineasta con la vocazione dello storico. A introdurre il primo appuntamento (domenica 3 aprile ore 17, Sala Deluxe) saranno due degli autori del progetto – Francesca Del Sette e Giorgio Gosetti – in compagnia di Domenico Monetti (CSC – Cineteca Nazionale) e Vito Zagarrio (Università Roma3), insieme a Flaminia e Francesco Lizzani, i figli del regista. A seguire verrà proiettato L’oro di Roma (1961) con Anna Maria Ferrero, Jean Sorel, Gérard Blain, Paola Borboni. Il film si basa sui fatti reali del rastrellamento del ghetto di Roma, avvenuto durante la seconda guerra mondiale, nell’ottobre 1943. Il progetto proseguirà alla Casa del Cinema per tutto il mese di aprile con una tavola rotonda coordinata da Giovanni Spagnoletti e la partecipazione di critici, storici, conservatori (il 13 aprile) seguita dal documentario di Francesca Del Sette, Viaggio in corso nel cinema di Carlo Lizzani. Nelle settimane successive altre tre serate dedicate ai grandi filoni del cinema di Lizzani in rapporto con le storie italiane del secolo proporranno altrettanti film della sua lunga carriera. Ma si tratta solo della prima parte di un’iniziativa nazionale di ampio respiro che metterà in fila appuntamenti, incontri, proiezioni e restauri per tutto il 2022.
Il 3 aprile 2022, esattamente un secolo fa, nasceva a Roma Carlo Lizzani, una delle figure più importanti della storia del cinema italiano. Lizzani è stato forse il regista italiano, al pari di Rainer Werner Fassbinder per la Germania, che ha maggiormente narrato, nella sua ricca e variegata filmografia svariando nei generi, l’evoluzione dell’Italia nel Novecento in Sessant’anni di storia. Perciò sono stati scelti circa venti dei suoi lavori (per il cinema, la tv o il documentario), in grado di illustrare sotto quest’angolazione una carriera registica che ha alternato la commedia e il western all’italiana ai film drammatici e d’impegno. Carlo Lizzani non è stato solo regista: storico per formazione, critico cinematografico e animatore culturale, esordisce come commentatore e critico su riviste quali “Cinema”, “Bianco e nero” “Film d’oggi”, si impegna nella lotta politica come partigiano alla liberazione di Roma, appare come attore ne “Il sole sorge ancora”, collabora con Roberto Rossellini come “aiuto” in Germania anno Zero, firma la sua prima regia per il documentario Nel Mezzogiorno qualcosa è cambiato (1950) prima di dirigere Achtung! Banditi! (1951). Come sceneggiatore è celebre il suo sodalizio con Giuseppe De Santis, ma continua a collaborare con altri autori nel pieno della grande stagione del Neorealismo e a girare i suoi primi documentari. Passato al film di finzione, la sua formazione teorica fortemente venata di storicismo, lo conduce a dirigere film che ricostruivano episodi della vita italiana, senza nulla concedere all’istanza privata. Con l’esaurirsi delle poetiche neorealiste si è misurato con le forme del cinema popolare, in particolare con il poliziesco, per raccontare inquietanti episodi della cronaca italiana, come l’emergere del banditismo metropolitano, il neofascismo, la malavita. Negli anni Ottanta Lizzani ha avviato una proficua collaborazione con la televisione pubblica, realizzando alcuni film in doppia versione. Il suo primo saggio sul cinema italiano è del 1954, mentre sette anni dopo pubblicava una ormai celebre “Storia del cinema italiano” in cui metteva a fuoco la sua poetica e dava conto di una visione storicistica e mai manichea delle trasformazioni della settima arte nel nostro paese. Appassionato cultore dell’organizzazione culturale come strumento di formazione della coscienza sociale e sempre impegnato politicamente, è stato presidente e attivista dell’ANAC fin dalla fondazione, succedendo poi a François Truffaut come presidente dell’organizzazione europea dei Cineclub e infine direttore della Mostra del Cinema di Venezia nel quadriennio della rinascita, tra il 1979 e il 1982.
Carlo Lizzani: La Storia e le Storie è un progetto speciale di CSC – Cineteca Nazionale, promosso dalla DG Cinema del MIC in collaborazione con Aamod e Casa del Cinema. A cura di Alberto Anile, Francesca Del Sette, Giorgio Gosetti, Giovanni Spagnoletti. L’evento è promosso da Roma Culture.
Accesso consentito con GREEN PASS RAFFORZATO, documento di identità e mascherine ffp2. L’ingresso è gratuito e subordinato a registrazione da effettuare presso la portineria a partire da un’ora prima dell’inizio, fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Tra i suoi film più innovativi, Fontamara, tratto dal romanzo di Ignazio Silone.
Fontamara è un film del 1980 diretto dal regista Carlo Lizzani, basato sull’omonimo romanzo di Ignazio Silone, ed interpretato da Michele Placido nel ruolo di Berardo Viola e da Ida Di Benedetto che per questa interpretazione ricevette il nastro d’argento nel 1981 come migliore attrice non protagonista. Per i dialoghi, che si svolgono in gran parte in dialetto marsicano, Lizzani si è avvalso della collaborazione di Guido Celano e di Luigi Silori. |
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