TRAVEL/ NON SAI COSA FARE A PASQUA? VISITA IL CONERO PATRIA DEL VERDICCHIO E DEI ROSSI PICENO UN ITINERARIO TRA MARE E NATURA CHE PORTA A RECANATI E FA TAPPA A SIROLO

Non sai cosa fare a Pasqua. Visita il Conero, un angolo delle Marche suggestivo e pieno di attrazioni naturali e paesaggistiche che unisce alle bellezze del luogo un’ospitalità genuina ed eccellenze enogastronomiche in borghi superbi e città circondate da spiagge e acque cristalline. Anche Ancona è un capoluogo che contiene in serbo siti di arte e architettura, Recanati richiama il suo ospite piu’ celebre: Giacomo Leopardi di cui è possibile visitare la casa-museo: Palazzo Leopardi, con la sua straordinaria biblioteca.

Si trova nel centro storico di Recanati, quella che fu la Casa natale di Giacomo Leopardi e che ancora oggi abitata dai suoi discendenti, ma che è diventata anche un museo e un luogo di studio permanente attorno alla vita e alle opere del poeta. Da vedere assolutamente sono la grande biblioteca dove Giacomo ha compiuto i suoi studi, ma anche i saloni del palazzo e il giardino che ne ispirarono tante opere.

In questa splendida cittadina delimitata da una cinta muraria del Duecento i richiami all’opera del grande poeta sono dappertutto e riconoscerli equivale a fare un viaggio a ritroso in alcune delle pietre miliari della letteratura italiana.

 

 

C’è anche un bellissimo lungomare, conosciuto come Porto Recanati e poi ci sono il monte Tabor, il colle dell’Infinito, e i resti dell’antica torre di Sant’Agostino che ispirò il Passero solitario. Ma Recanati con le sue ville e i suoi musei, l’architettura in pietra resta una cittadella che sorprende il visitatore perchè la sua bellezza è timida quasi come una bella donna consapevole del suo valore ma schiva e poco interessata a ciò che è ovvio e che gli altri ammirano perchè la meraviglia è là, sotto gli occhi di tutti, anche del viaggiatore più distratto, del turista di passaggio. Prima di lasciare Recanati, val bene un salto al Museo civico Villa Colloredo Mels che merita una visita approfondita. La parte più antica è di origine medievale, mentre il grande scalone è cinquecentesco e le pitture che arricchiscono soffitti e volte sono del XVIII secolo. Villa Colloredo Mels ospita oggi il grande museo civico che offre una sezione dedicata a Giacomo Leopardi, in cui spiccano libri, cimeli ed opere d’arte. Nella pinacoteca, invece, sono conservate quattro tra le più significative opere di Lorenzo Lotto, uno dei più importanti autori del Rinascimento italiano. A poca distanza da Porto Recanati sorge anche uno dei luoghi più mistici d’Italia: Santa Casa, il santuario

che secondo la tradizione sarebbero la parte antistante la grotta di Nazareth dove nacque, visse e ricevette l’Annunzio Maria. La Santa Casa è custodita all’interno dell’imponente basilica, costruita a cavallo tra il XV e il XVI secolo ed è oggetto di pellegrinaggio da tantissimi fedeli provenienti da ogni angolo del mondo.

 

 

Dopo aver pensato all’anima, ora è il momento di ritemprare il corpo.

Scendere verso la spiaggetta di Sirolo protetta da un promontorio ed avvistare le onde del mare è suggestivo e d emozionante. Con il suo Parco regionale il Conero è un luogo ideale dove ritemprarsi.

Sirolo, è la perla dell’Adriatico, pieno di vicoli in cui si snodano le case di un vecchio borgo ancora ricco di scavi archeologici tutt’intorno. La sua spiaggia più conosciuta è quella delle Due sorelle dove svettano anche i grandi faraglioni bianchi. Anche per chi ama il trekking oppure per gli appassionati di mountain bike il Parco del Monte Conero offre mille possibilità.

La spiaggia di San Michele si può raggiungere a piedi dal Parco della Repubblica, un luogo con vista mozzafiato ben attrezzato per i bambini che da lì non vorranno però più spostarsi. Ma c’è anche un sentiero denominato appunto Sentiero di San Michele che con 30 minuti di percorrenza a piedi, a cavallo, in mountain-bike, attraversa un ambiente di  falesia marnosa ed argillosa che dall’abitato di Sirolo scende con notevole pendenza al mare dove si trovano una spiaggia ghiaiosa con barriere artificiali affioranti. la vegetazione però è sorprendente, con una pineta di rimboschimento con presenza di specie arboree autoctone del Conero, come il leccio e la roverella.
Entrati nel Parco della Repubblica, nel centro di Sirolo, si segue il viale principale fino al punto panoramico da cui si possono osservare il Monte Conero e la spiaggia dei Sassi Neri. Da qui, seguendo la staccionata, si prende una stradina sterrata che scende, con ampi tornanti, all’interno di una falesia marnosa caratterizzata da un bosco di pini d’Aleppo. La strada si restringe in un sentiero che scende rapidamente alla spiaggia di S. Michele. Arrivati sull’arenile si può proseguire verso destra fino ad arrivare alla grotta Urbani, cavità naturale, scavata dal mare, ai piedi della rupe su cui sorge l’abitato di Sirolo.

 

 

 

 

Per assaporare i profumi del luogo basta sedersi in uno dei tanti ristorantini nel centro storico di Sirolo dove è ancora possibile degustare le eccellenze legate al territorio e alla sapiente tradizione culinaria marchigiana. Le olive ascolane, la zuppa di pesce, i “paccasassi” o finocchi marini, e il ciauscolo: un salame spalmabile noto per essere conosciuto come la “Nutella dei marchigiani”, sono solo alcuni dei cibi più rappresentativi del territorio. Il tutto imbevuto da ottimi vini locali: qui è il regno del  Verdicchio e dei vini Piceni. E a proposito di Verdicchio quest’anno il Villa  Bucci si è posizionato al secondo posto nella classifica dei 100 di Wine Enthusiast: è un Verdicchio dei Castelli di Jesi.

 

 

Per la precisione il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore 2019 di Villa Bucci secondo solo a un vino rosso (Château Siran 2018 Margaux), comunque primo vino bianco al mondo per la classifica della rivista americana “100 most exciting wines 2021”.

Una bottiglia del vino che ha reso ancora più entusiasti i critici di Wine Enthusiast si comprava online al prezzo di 16 euro fino a qualche tempo fa. Le note di degustazione suonano come la celebrazione di Ampelio Bucci, soprannome nel mondo del vino “il professore”. L’imprenditore che a inizio anni Ottanta ha sviluppato il settore vitivinicolo dell’azienda agricola di famiglia nelle morbide colline dei Castelli di Jesi, con la missione di valorizzare un vitigno autoctono, il Verdicchio.

“Questo splendido bianco si apre con seducenti aromi di macchia mediterranea, fiori gialli primaverili, eucalipto e agrumi”, commenta Wine Enthusiast sul Verdicchio 2019 di Villa Bucci, “il palato è delizioso e l’acidità piccante. Una nota minerale e salina aggiunge profondità. Assolutamente splendido”.  Il sapore lungo che fa venire voglia di mangiare suggerisce l’abbinamento a tavola con crostacei, brodetto, scaloppine di maiale al limone e grigliata mista di carni bianche.

Ci sono poi i vini Rossi Piceno da provare sulle carni rosse, salumi, minestre, bolliti accompagnati da salse leggermente piccanti come il Bacchus Dop Ciu’ Ciu’, vino biologico, e la stessa Villa Bucci produce un vino Rosso Piceno Doc, con uvaggio di Montepulciano e Sangiovese. Prodotto solo in annate favorevoli, con uve provenienti da vigne vecchie di nostra proprietà.

 

 

 

(vigna di verdicchio Tombolini)

Il Rosso Piceno DOP “Bacchus” dell’Azienda Vitivinicola Ciù Ciù nasce dai nobili vitigni di Montepulciano e Sangiovese coltivati con cura sulle colline marchigiane in regime di agricoltura biologica. Per aumentare il livello qualitativo di questo Bacchus si sono selezionate le uve migliori. La vinificazione prevede un blend di uve composto da Montepulciano e Sangiovese. La provenienza delle viti ricade nel comune di Acquaviva Picena ed Offida, provincia di Ascoli Piceno. La vendemmia si svolge manualmente durante la prima decade di Ottobre. La vinificazione segue il metodo tradizionale in rosso con follature giornaliere per una durata di 10 giorni. Segue l’affinamento che si protrae per 3 mesi in bottiglia. All’esame organolettico si presenta di colore violaceo bordeaux, il profumo è leggermente etereo e gradevole. Il gusto ha il sapore armonico, sapido, giustamente tannico.

 

 

Tra Numana e Sirolo vale poi la pena visitare la più grande Necropoli Picena.

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