festa del cinema di roma/ oggi e’ il giorno di oliver stone tra la miniserie su JFK e Nursultan Nazarbayey con “Qazaq- History of the golden man”

Alla Festa del cinema di Roma oggi è il giorno di Oliver Stone che si presenta con la mini serie sull’assassinio di JFK diviso in 4 parti per il pubblico dell’Auditorium, dal titolo “JFK – Destiny Betrayed”, e inoltre come produttore il primo film del regista Igor Lopotonok, in cui svolge un ruolo da intervistatore d’eccezione: Qazaq-History of the Golden Man”. E’ un film molto bello, storico, denso di contenuti che

omaggia Nursultan Nazarbayey, il primo presidente del Kazakistan, seduto davanti a lui, che intervista senza peli sulla lingua, al potere dal 1990 e ritiratosi nel 2019. Una lunga chiacchierata, a tratti controversa, tra il maestro di Hollywood e l’ex leader, a cavallo tra geopolitica e costume, cultura e vita privata. Qazaq si arricchisce della colonna sonora realizzata da Carlo Siliotto, tra i più autorevoli esperti a livello internazionale di musica tradizionale kazaka. Stone ha voluto ripercorrere il “dissolvimento” dell’Urss e l’annunciata indipendenza della Russia e poi degli altri stati, tra cui appunto il Kazakistan, dove “The Golden Man” traghetta il paese verso un’economia aperta, non più comunista, che porterà la nazione alla scelta liberale sotto i principi del capitalismo. E’ il 1991, ci sono Gorbaciov, Eltsin, i loro attriti, le loro incomprensibili rivalità. Settori politici liberisti e filo occidentali  guidati da Elstin  usarono il colpo di Stato come pretesto per mettere in un angolo Gorbaciov, bandendo il Partito Comunista e spezzando l’Unione Sovietica. L’8 dicembre 1991 i presidenti di Russia, Ucraina e Bielorussia firmarono a Belaveza che sanciva la dissoluzione dello Stato sovietico.

In seguito l’Unione Sovietica venne sciolta formalmente dal Soviet Supremo il 26 dicembre 1991. Il giorno prima Gorbaciov aveva rassegnato le proprie dimissioni da presidente dell’Unione Sovietica. Il 1º gennaio 1992 la Russia  ufficializzò l’indipendenza dall’URSS, decretandone la fine vera e propria. Da questo momento anche gli altri paesi che appartenevano all’Urss seguirono lo stesso percorso.

L’11 marzo 1990 la Lituania dichiarava la propria indipendenza. La seguirono, nel corso del 1991, prima le repubbliche baltiche e poi le altre repubbliche sovietiche. Una ricostruzione che lascia l’interrogativo sul perchè ci sia stata quell’accelerazione alla “dissoluzione”, e sulla grande smania di potere di Eltsin che voleva da sempre prendere di Gorbaciov. Poi la crisi economica, l’inflazione e la povertà dei paesi prima appartenenti all’Urss. In Kazakistan l’inflazione era arrivata al 2000% annuo. La gente non sapeva come fare.”The Golden Man” li esortò a lavorare, perchè “spiega nel film a Stone “io non vi prometto niente, disse loro, ma vi prometto che se lavoreremo tutto il paese starà meglio”. Il viaggio della ricostruzione continua. Ci sono città in Kazakistan che sembrano un pò europee, un pò asiatiche, ma è perchè qui siamo nell’Eurasia e convivono senza problemi anche tutte le religioni, la maggior parte sono musulmani, ma non estremisti, poi ci sono buddisti, cristiani, ebrei.

 

“Noi proveniamo dagli Unni”, dice “The Golden Man”, è stato difficoltoso, ma è riuscito a raccogliere le radici di un popolo che non aveva consapevolezza delle proprie origini. In venti hanno ha fatto nascere una città dove prima c’era la steppa. Ha gli occhi buoni, i tratti coraggiosi, spiega a Stone nel film che il Kazakistan è un territorio senza sbocco sul mare e per questo ha dovuto lavorare con i paesi vicini per rendere possibile lo l’approdo verso i porti delle loro merci perchè possano arrivare a destinazione. Uno stratega che ha buoni rapporti con La Russia, con la Cina e con gli Stati Uniti, e Stone non nasconde la sua curiosità. “Come fa?” Gli chiede. Alla fine del film si comprende la mitezza e la grande umanità di “The Golden Man” che non voleva essere presidente a vita, e infatti si dimette, fa approvare la Costituzione e si mette di lato..

Immancabile il red carpet per Stone e Lopatonok che manda in delirio i fans.

Quanto al secondo film, quello sull’assassinio del presidente degli Usa, Oliver Stone torna su un tema che ha già trattato circa trent’anni fa con il film “JFK – Un caso ancora aperto”. Successivamente, Stone esamina i documenti recentemente desecretati su uno dei misteri più controversi del ‘900. Con le voci narranti di Whoopi Goldberg e Donald Sutherland – e con un gruppo di scienziati forensi, medici, esperti di balistica, storici e testimoni – le prove presentate da Stone dimostrano che nel caso Kennedy la teoria del complotto è ormai una realtà.

Alla Festa del cinema di Roma, Stone spiega che è “preoccupante che nessuno del governo americano abbia il coraggio di fare qualcosa. Non appena apri bocca, ti trattano come un pazzo: questa è una realtà che dura da 60 anni. La difesa americana è un muro di gomma, non è possibile la verità senza un presidente molto coraggioso”.  La pellicola è la versione cinematografica di una mini-serie di quattro ore che approfondisce il tema dando anche uno sguardo dietro le quinte delle azioni post-assassinio e dei sospetti iniziali del fratello di Kennedy, Robert, così come le sue opinioni sull’indagine ufficiale della Commissione Warren.

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