PHOTO/ COSA C’E’ DI PIU’ BELLO DI UN LIBRO DI FOTOGRAFIE? UN LIBRO DI FOTOGRAFIE DI GABRIELE BASILICO

Quando fotografo le persone, tengo bene a mente il fatto che i corpi hanno un’architettura, esattamente come gli edifici hanno un’anatomia. La mia priorità è arrivare a cogliere la loro umanità, vale a dire, la loro architettura interiore”.

 

 

Non solo palazzi, città, architetture, edifici in giro per il mondo. Gabriele Basilico ha immortalato gli artisti e i locali di avanspettacolo a Milano come Il Colibrì, Lo Smeraldo, e quelle immagini sono andate in stampa in un libro di fotografie con un gioco di parole, “Non recensiti” e il contributo della giornalista di Abitare, Tamara Molinari. Il miracolo di riesumare un tesoretto che era rimasto nascosto per 45 anni è stato realizzato dalla Humboldt Books, che ringraziamo di questo regalo, mostrandoci un lato inedito di un grande fotografo, che prende il via nel lontano 1976 in un locale di Rimini, Lady Godiva, dove Gabriele Basilico era stato incaricato di immortalare il grande albergo adiacente al locali, il Grand Hotel di Rimini. E’ coì che poi si era spinto a fare alcune foto anche al Lady Godiva. Da qui, la sua successiva ricerca.

 

 

Il volume, con le foto di avanspettacolo, è stato appena pubblicato da Humboldt Books, voluto da Alberto Saibene, che chiede a Giovanna Calvenzi, storica della fotografia e responsabile dell’archivio del marito, di pubblicare quelle particolari immagini di Basilico. Un lavoro che era stato dimenticato in uno sgabuzzino dello studio, per essere quindi ritrovato durante i noiosi tempi della pandemia, in cui in molti hanno fatto ordine tra le carte. Una ricerca che è davvero difficile collegare alla poetica di Basilico. Sono foto di persone, artisti truccati, abbigliati per una tipologia di spettacoli che riporta in alcuni scatti a un mondo di travestitismo e sberleffo.

 

Gabriele Basilico - Non recensiti (Humboldt Books, Milano 2021)
Gabriele Basilico – Non recensiti (Humboldt Books, Milano 2021)

Il libro contiene, oltre al testo di Calvenzi, una particolare conversazione tra Basilico e Ximo Berenguer, trascritta da Joan Fontcuberta. Il secondo è un misterioso fotografo spagnolo che Wikipedia dà come scomparso in un incidente d’auto nel 1978 e che qui è ritratto nel 1980, mentre è in coda per mostrare ad Arles il suo portfolio a Jean-Claude Lemagny. Dietro di lui c’è Basilico. Ma quella di Berenguer è un’altra storia che meriterebbe di essere approfondita.
Durante la conversazione Basilico afferma: “Quando fotografo le persone, tengo bene a mente il fatto che i corpi hanno un’architettura, esattamente come gli edifici hanno un’anatomia. La mia priorità è arrivare a cogliere la loro umanità, vale a dire, la loro architettura interiore”.
E Ximo ribatte: “Già, è come se cercassi l’architettura dell’anima”. In questo lavoro assai particolare Basilico, con l’intelligenza visiva e progettuale che gli era propria, riesce a cogliere l’architettura dell’anima di questi, relativamente pochi, personaggi.
Ora, grazie a un gruppo di persone che lavorano nello studio Basilico, a Calvenzi, a Humboldt Books, riusciamo a scoprire una nuova zona della ricerca di un grande autore che mai finisce di stupirci. Del resto, come lui stesso ha affermato nella già citata conversazione: “È una sciagura che sia nel mondo dell’arte, sia in quello della fotografia abbiano completamente esiliato il riso”. Riso che questo lavoro, fortunatamente e fortunosamente recuperato, riesce a strapparci.

 

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