TRAVEL/ ETNA, UN PIANETA DA FARE A PIEDI 90 KM DA UN VERSANTE ALL’ALTRO TRA COLATE DI LAVA E CRATERI AVVENTIZI O PICCOLE BOCCHE LATERALI

Tra i piu’ bei percorsi da fare a piedi c’è certamente il Parco dell’Etna, patrimonio dell’umanità come Unesco comanda, è un universo che rappresenta un pianeta a sè e che ha mantenuto il fascino e la suggestione di un luogo senza tempo avvolto da una vegetazione ricca e un territorio generoso con alternanza di boschi e colate alle pendici del vulcano. Giovanni Verga raccontava i borghi sul versante nord del vulcano in “Storia di una Capinera”, mentre a settentrione il Parco mostra il suo volto più integro mentre le bocche laterali sbuffano sabbia nera che scende lungo le pendici e si arresta improvvisamente lungo i lati quando trova altra lava che fa da barriera. Il paesaggio svela sentieri e precipizi e dona l’aspetto più selvaggio si passa in  mezzo a imponenti depositi di lava in un’atmosfera quasi lunare. La prima volta che andai per l’Etna incontrai due giovanissime francesi che avevano deciso di attraversare il vulcano da un versante all’altro. Munite di bacchette per il nordic walking si accorsero della mia sorpresa che leggeva la contentezza sui loro volti per essere giunte fin lì. Continuavano a camminare mentre io incredula scattavo foto ai lapilli che uscivano da un piccolo cratere laterale. Erano venute da Parigi fin lì, apposta per attraversare l’Etna, io ero incredula non conoscendo ancora la bellezza di un trekking che scoprii molti anni dopo assieme ai misteri che è capace di farti attraversare con il paesaggio e ai sentieri su cui poggiano i tuoi piedi di passo in passo. L’Etna è un vulcano attivo. A differenza dello Stromboli che è in perenne attività, e del Vesuvio che alterna periodi di quiescenza a periodi di attività parossistica, esso appare sempre sovrastato da un pennacchio di fumo. A periodi abbastanza ravvicinati entra in eruzione incominciando in genere con un periodo di degassamento ed emissione di sabbia vulcanica a cui fa seguito un’emissione di lava abbastanza fluida all’origine. 

L’Etna presenta inoltre diverse piccole bocche laterali sparse a varie altitudini, dette crateri avventizi, prodotte dalle varie eruzioni laterali nel tempo. Esistono poi dei centri eruttivi strategici caratterizzati dalla non condivisione del condotto vulcanico con il vulcano principale, ma del solo bacino magmatico, quali i Monti Rossi e Monte Mojo.

 

Linguaglossa è in genere la prima tappa, prima di approdare a Zafferana Etnea dove si prendono le jeep per raggiungere il cratere centrale, quando è possibile, o spingersi fino a dove si può. Anche questo è un lasciapassare che solo “Iddu” può donare, la montagna capricciosa che domina la Sicilia, nelle parti più belle da Catania a Taormina senza togliere nulla alle altre riviere più a sud verso Ragusa, o verso Trapani, per un’isola che è colma di bellezza e suggestioni. Sono novanta chilometri da attraversare in cinque giorni fino ad arrivare dove si può. Con il mar Jonio alle spalle, il Gran Tour dell’Etna attraversa un  bosco incantato di betulle, alberi altissimi che spiccano tra il colore nero della lava mentre si arriva fino a 2000 metri di altezza prima di arrivare al versante boscoso dei Nebrodi, poco distanti dai Peloritani e dallo Stretto di Messina. Ma la magia di “Iddu” , come lo chiamano i siciliani costretti a confrontarsi con questa imponente presenza nell’isola, è pari quasi solo a quella del deserto e delle sue dune che si aprono come panna montata alla vista del nomade che le attraversa. “Iddu”, è un misto di riconoscenza e di sapienza che deriva dalla conoscenza e quindi non solo un nome dato tradizionalmente a una presenza mista di fascino e timore da una popolazione quasi sottomessa a tanta bellezza, ma un riconoscimento di presenza  quasi soprannaturale.

In tempi non sospetti, sulle strade del versante sud si è disputata, nel 1924 una gara automobilistica, la Cronoscalata Catania-Etna con partenza da Catania. Motivi di sicurezza e di circolazione suggerirono in seguito di spostare il punto di partenza a nord di Nicolosi. La gara venne sospesa sine die dall’edizione del 2010 in cui perse la vita un giovane. Dal 1982 è esistito anche il Giro professionistico dell’Etna e per la prima volta quell’anno, il 22 agosto, venne corsa una maratona di beneficenza; i partecipanti indossavano una maglia bianca con la scritta Corri Catania. Dal 2004 il vulcano è sede della Super Maratona dell’Etna, una gara difficile con i suoi tremila metri di dislivello. La manifestazione sportiva parte dalla spiaggia di Marina di Cottone sul livello del mare e si conclude, appunto, sul vulcano a quota tremila. Diverse volte il Giro d’Italia ha fatto tappa sull’Etna.

 

 

 

Edizione Tappa Percorso km Vincitore di tappa Versante/Arrivo
1967 Catania > Etna 198,0 Italia Franco Bitossi Rifugio Sapienza
1989 Catania >Etna 195,0 Portogallo Acácio da Silva Rifugio Sapienza
2011 Messina > Etna 179,0 Spagna Alberto Contador Rifugio Sapienza
2017 Cefalù > Etna 181,0 Slovenia Jan Polanc Rifugio Sapienza
2018 Caltanissetta > Etna 169,0 Colombia Esteban Chaves Serra La Nave
2020 Enna > Etna 150,0 Ecuador Jonathan Caicedo Piano Provenzana

L’Etna si presta particolarmente agli sport invernali come lo sci da fondo, lo snowboard, sleedog e sci alpino. L’abbondante innevamento consente l’apertura stagionale degli impianti delle due stazioni sciistiche presenti (una nel versante sud e l’altra in quello nord) in genere dalla metà di dicembre a primavera inoltrata. Le piste del versante sud inoltre hanno accolto la Tre giorni Internazionale dell’Etna, gara di sci alpino che vedeva alla partenza grandi nomi dello sci alla fine delle gare della Coppa del mondo di sci alpino. Si racconta che il Monte Etna, nell’antichità, fu meta di una visita dell’imperatore Adriano e la leggenda narra che fu anche il luogo di morte del filosofo Empedocle.

 

 

 

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