FOOD/LA DOMENICA IN TAVOLA: NON C’E’ SICILIA SENZA CAPONATA E UN VINO VULCANICO DELL’ETNA

ESTATE TEMPO DI MELANZANE, CE N’E’ PER TUTTI I GUSTI: NERE, BIANCHE, VIOLACEE, ROTONDE, OBLUNGHE, MA PER LA CAPONATA SICILIANA MEGLIO UTILIZZARE QUELLE SCURE PER UN OTTIMO ANTIPASTO O PER UN CONTORNO DA LECCARSI I BAFFI MAGARI ASSIEME AD UNA FETTA DI PESCE SPADA ARROSTO, IN COTOLETTA O ALLA LIVORNESE … ED ECCO LA RICETTA… 

 

Vino in abbinamento: uno tra i grandi vini vulcanici… a vostra scelta… magari che nasce dalle vigne sulle pendici dell’Etna…

Vini dell’Etna: produzione e caratteristiche

Alla scoperta di un terra stupenda e un territorio dalle caratteristiche climatiche ed ambientali uniche. I vini vulcanici negli ultimi anni stanno avendo una progressiva attenzione da parte del pubblico dei winelovers e la produzione avanza, il marketing si fa piu’ sofisticato.

Un territorio italiano che ha avuto un particolare sviluppo negli ultimi anni, per quanto riguarda la produzione vitivinicola, è il territorio siciliano dell’Etna, è stato un crescendo di produttività e una gran fioritura di cantine e nuove aziende vinicole, ma anche i vini che nascono sui terreni attorno al Vesuvio e in generale nelle aree vulcaniche che sono piuttosto estese anche nel Lazio attorno al lago di Albano. Ciò ha portato ad una grande valorizzazione del territorio e a un naturale sviluppo della produttività: la conseguenza più evidente è stato il notevole miglioramento della qualità dei vini, non solo quelli siciliani dove i viticoltori locali hanno deciso di intraprendere nuove attività vitivinicole con moltissimi investimenti sul territorio dai paesaggi incantevoli, vigneti terrazzati e la magia nera dell’Etna: Iddu.
La zona Doc Etna comprende il territorio di 20 comuni. Questo vulcano è il più alto d’Europa. Questa zona è stata la prima Doc della Sicilia e una delle più antiche d’Italia. Uno degli elementi più caratteristici ed importanti ai fini della qualità dei vitigni, è la condizione climatica del territorio, caratterizzata da un importante variabilità. Il suolo è prevalentemente di origine vulcanica e quindi anch’esso altamente sottoposto alla variabilità. I vigneti vengono coltivati principalmente tra i 300 e i 900 metri, ma talvolta, in alcune zone particolarmente generose per la viticoltura, si coltiva fino all’altezza di 1.100 metri sopra il livello del mare. I vitigni coltivati sull’Etna sono vitigni autoctoni: quelli tipici a bacca rossa sono il Nerello Mescalese e il Nerello Cappuccio; a bacca bianca sono in prevalenza il Caricante, il Cataratto e il Mannella.

 

INGREDIENTI:

400 gr di polpa di pomodoro

olive verdi

due melanzane nere o violette

un ciuffetto di basilico

olio evo

50 ml di aceto di vino rosso (o di mele)

due cucchiai di zucchero

sale

sedano

capperi di Lipari o di Pantelleria

una manciata di pinoli

una cipolla di Tropea

 

 

 

PREPARAZIONE:

Ideale con un pesce spada alla griglia, alla livornese o in cotoletta (..è buonissimo) la caponata oltre ad accompagnare un secondo piatto è ottima come antipasto con il suo sapore agrodolce e i profumi che rimandano alla Sicilia.

 

Anzitutto bisogna lavare le melanzane e togliere la parte iniziale, tagliarle poi a dadini di un centimentro circa. Quindi adagiarle in uno scolapasta, aggiungere il sale fino e lasciare per circa un’oretta al coperto con un canovaccio. Le melanzane così perderanno una parte dell’acqua e quel tanto di amarognolo che contengono. Strizzare quindi le melanzane prima di friggerle. Personalmente prefesco utilizzare l’olio extravergine di oliva anche per la frittura, in alternativa si può usare l’olio di semi di arachide o di girasole. Quando le melanzane saranno dorate, prenderle con una schiumarola e adagiarle sulla carta assorbente. Non c’è bisogno di aggiungere altro sale. A questo punto tagliare a pezzetti la cipolla, il sedano (meglio usare solo il cuore) e metterli in una padella con l’olio evo e un po’ di acqua. Cuocere per circa dieci minuti a fiamma viva, nel frattempo tagliare le olive dopo aver eliminato il nocciolo, mentre i capperi vanno tenuti qualche minuto a bagno nell’acqua se si utilizzano quelli sotto sale. Nella padella con la cipolla e il sedano, aggiungere quindi i capperi, le olive tagliate a rondelle sottili, i pinoli e infine i pomodori, aggiungere infine il sale e fare cuocere per altri dieci, quindici minuti circa. In un bicchiere nel frattempo versare l’aceto e lo zucchero, mescolare e aggiungere il composto con gli altri ingredienti del condimento. Il tempo di sfumare il tutto e la nostra caponata siciliana è pronta: basta aggiungere le melanzane nella padella con il condimento, amalgamare il tutto e cuocere per qualche minuto ancora. Impiattare e lasciare raffreddare prima di servire… E Voilà Buon Appetito!

La caponata siciliana sarà ancora piu’ buona il giorno dopo…

Una variante della ricetta originale aggiunge anche i peperoni. In questo caso si potrebbe inserire un peperone verde, tagliato sempre a dadini e fritto. Il pepe nero io lo inserisco ogni volta che posso…Un ciuffetto di basilico infine per decorare il piatto…

 

 

 

 

Clicca sotto per chiudere la ricerca