WINE/ SE 160 MILA EURO VI SEMBRAN POCHI… LA QUERELLE TRA IL CONSORZIO DI TUTELA VALPOLICELLA E LE FAMIGLIE STORICHE ULTIMO ATTO

Forse a un bivio la querelle tra le Famiglie Storiche dell’Amarone Arte, di cui fanno parte grandi marchi di produzione del vino rosso rubino come Masi, Tommasi e Allegrini, e il Consorzio di tutela vini della Valpolicella che potrebbe essere sulla strada della soluzione proprio mentre a Verona tutto e’ pronto per dare il via all’Anteprima Amarone, che segna la stagione delle degustazioni delle ultime annate,quella del 2016 più un’altra a scelta delle 53 cantine che partecipano all’evento, che arriva subito dopo la kermesse del Barolo ad Alba. Si comincia proprio con l’appuntamneto ad Alba con Grandi Langhe, giunto alla sua quita edizione, oggi e domani 2 giorni di degustazioni enoiche delle annate 2016 docg e doc di vini Grandi Langhe Barolo, Barbaresco e Roero. La manifestazione diventa stabilmente calendarizzata a fine gennaio di ogni anno, e pertanto rappresenta il primo appuntamento annuale del mondo del vino rispetto a tutte le altre Anterpime. L’evento si svolge presso il Palazzo Mostre e Congressi in piazza Medford n.3 Alba (Cuneo). E anche nel 2020, Grandi Langhe si allea e segue a ruota Nebbiolo Prima, l’anteprima organizzata dall’Albeisa Unione Produttori Vini Albesi per gli esperti del settore. Alle due giorni partecipano oltre 200 produttori.

 

Riguardo all’Amarone, le Famiglie Storiche (l’associazione composta dalle aziende Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Torre d’Orti, Venturini e Zenato) mettono sul piatto e quindi a disposizione del Consorzio Vini Valpolicella oltre 160 mila euro per la promozione del territorio e la difesa della denominazione. Dopo la sentenza sfavorevole della Corte d’Appello l’Associazione, cui aderiscono tredici prestigiose aziende vinicole che producono Amarone, è disposta anche a rinunciare alle due pronunce favorevoli ottenute in sede europea. “La nostra proposta, dice il presidente de Le Famiglie Storiche, Alberto Zenato, offre una soluzione costruttiva e destina risorse al territorio. Per questo ci auguriamo che trovi il consenso delle controparti e rappresenti il primo passo per poter ritornare a parlare di Amarone in cantina e sui mercati e non nelle aule dei tribunali”.

E’ nel 2015 che il Consorzio Vini Valpolicella decide di ricorrere contro l’Associazione Le Famiglie Storiche per il vecchio nome e il vecchio marchio “Famiglie dell’Amarone d’Arte”. Il Tribunale delle imprese di Venezia prima, e la Corte d’Appello poi, hanno stabilito che nome e marchio sarebbero contrari al disciplinare dell’Amarone della Valpolicella e hanno inoltre disposto la pubblicazione della sentenza a carico de Le Famiglie Storiche su alcuni quotidiani nazionali. Della vicenda si è occupata anche l’Ue dove il provvedimento è stato discusso dando però una interpretazione oppostare respingendo il punto di vista del Consorzio, così le Famiglie Storiche dell’Amarone d’Arte nel dicembre 2019, hanno elaborato una proposta inviata al Consorzio Vini Valpolicella, che offre la disponibilità a pagare la cifra corrispondente alla pubblicazione della sentenza, oltre 160 mila euro, incrementata di un 10-15% dell’importo per un progetto di valorizzazione e protezione della stessa denominazione “Valpolicella”.

Tuttavia da un punto di vista meramente legale e mancando i tempi tecnici per avere un riscontro da parte del Consorzio Vini Valpolicella, lle Famiglie dell’Amarone Arte hanno depositato il al deposito in Cassazione entro la scadenza prevista dai termini di legge, e quindi entro il 30 dicembre 2019. Le Famiglie Storiche ribadiscono però che, qualora le parti trovassero un accordo, il ricorso verrà ritirato. Inoltre, l’Associazione rinuncerà a far valere le due decisioni ottenute in sede europea dall’Ufficio per la proprietà intellettuale (Euipo), che hanno affermato invece l’assoluta correttezza del vecchio marchio “Famiglie dell’Amarone d’Arte”.

“Non è nostra intenzione proseguire nella bagarre legale. Anzi, è nostra precisa volontà dare esecuzione alla sentenza veneziana, così come abbiamo fatto fin dal 2017, cambiando il nostro nome ed eliminando dalle bottiglie il bollino delle allora Famiglie dell’Amarone d’Arte”, conclude Zanato. Chissà se la vetrina dell’Anteprima Amarone che si svolge nel fine settimana a Verona farà da scena oltre che alle degustazioni dell’annata 2016, anche ad una … possibile riconcialiazione.

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