MOVIE/ SCOMPARE MARIO GULLACE FRATELLO DI UMBERTO CHE ISPIRO’ IL PERSONAGGIO DEL PICCOLO MARCELLO NEL FILM DI ROBERTO ROSSELLINI ROMA CITTA’ APERTA

Il pezzo che ho scritto ieri è stato pubblicato su Askanews

 

 

Proprio nel giorno in cui si celebrano i 75 anni della Liberazione di Roma, muore Mario Gullace, il terzogenito di Teresa Talotta Gullace, la martire cui Roberto Rossellini si ispira per girare il suo capolavoro Roma Città Aperta. E’ stata l’Anpi a diffondere la notizia della scomparsa di Mario Gullace durante le celebrazioni organizzate dal Campidoglio questa mattina.

 

 

 

 

 

 

“Era da tempo malato di diabete e ricoverato in ospedale da quasi un mese, dice sua nipote Gabriella Gullace. Lei è figlia di Umberto, fratello di Mario, che è il vero bambino di Roma Città Aperta, ruolo interpretato nel film di Rossellini da Vito Annicchiarico: il piccolo Marcello. Quella mattina infatti, era il 3 marzo 1944, Umberto accompagnò sua madre, incinta del sesto figlio, a viale Giulio Cesare, dove nella Caserma era stato portato suo padre Girolamo, rastrellato il giorno prima dalle truppe tedesche vicino Porta Cavalleggeri. Loro abitavano sull’Aurelia. La loro era una storia di migrazione: la loro una famiglia calabrese, di Cittanova, in provincia di Reggio Calabria.

 

 

Quella mattina Teresa cercò di dare a suo marito Girolamo un tovagliolo con dentro pane e patate. Una sventagliata di mitra davanti alla gente incredula accorsa lì ugualmente in cerca dei propri cari, la gettò a terra per sempre. Umberto nel frattempo era andato al cantiere dove suo padre lavorava fino al giorno prima, a Monteverde, per avere una lettera da parte della ditta, che utopia della sorte era tedesca, che attestasse che Girolamo lavorava lì. Non era quindi un partigiano, non era un delinquente, ma un uomo onesto che lavorara pur tra mille difficoltà. Quando Umberto però tornò a viale Giulio Cesare, sua madre non c’era più. Vide invece tante donne attorno a un corpo senza vita, che dicevano a voce bassa: “poveretta!”… “Come l’hanno trucidata”, accanto un carrettino di mimose e tanto sangue. Sangue e mimose. Era marzo…

 

 

 

 

Adesso sui muri di quella Caserma c’è una tavola in memoria di Teresa Gullace. Suo figlio Mario ha dedicato tutta la vita perchè sua mamma fosse ricordata con una Medaglia al Valore Civile. E’ forse per questo che tutti hanno creduto che fosse Mario il bambino cui Rossellini si ispira per la costruzione del ruolo di Marcello, il figlio di Pina (Anna Magnani). Poi nella ricorrenza dei 50 anni dalla sua morte, le Poste decisero di emettere un francobollo intitolato a Teresa Gullace. E Mario scrisse a Vito Annicchiarico, per rammaricarsi del mancato riconoscimento a don Giuseppe Morosini, figura storica della Resistenza che nel film di Rossellini diventa don Pietro (Aldo Fabrizi), da parte delle Poste. Di nuovo prese carta e penna per scrivere a Vito Annicchiarico quando le Poste decisero di non pubblicare più il francobollo in ricordo di sua madre. “I tedeschi mi hanno rovinato la vita”, diceva sempre. Una vita piena di ricordi e di dolore.

 

Roma Città Aperta Anna Magnani

 

Clicca sotto per chiudere la ricerca