SOLDI&FINANZA/ VISCO, LA MANOVRA NON SI FINANZIA COL DEFICIT SERVE RIFORMA FISCALE E LOTTA A EVASIONE PIU’ POVERI SENZA UE BASTA CON LA FUGA DI CERVELLI PIU’ LAVORO ALLE DONNE E AI GIOVANI

Anche l’Istat si abbatte sul governo del caos. Nel giorno di Ignazio Visco che nel corso dell’Assemblea annuale di Bankitalia legge le sue Considerazioni Finali indicando alcune linee guida incontrovertibili per uscire dalla crisi, tra cui la riforma fiscale e la lotta all’evasione, anche l’Istat dà uno schiaffo agli inquilini di Palazzo Chigi  e certifica il fallimento delle misure del governo che ha abolito la povertà: il pil nel primo trimeste risulta in calo dell’1% se paragonato allo stesso periodo del 2018. E questo può bastare, anche se cresce di appena lo 0,1% rispetto al trimestre precedente. Sul fronte della finanza poi, è Visco a mettere in luce che sul mercato, “rendimenti delle obbligazioni pubbliche di 100 punti più alti determinano una riduzione del pil dello 0,7% nell’arco di tre anni”. Di conseguenza «limitarsi alla ricerca di un sollievo congiunturale con l’aumento del disavanzo pubblico può rivelarsi poco efficace, controproducente qualora determini un peggioramento delle condizioni finanziarie e della fiducia delle famiglie e delle imprese”. Sembrerebbe chiaro, ma a Palazzo Chigi ancora non riescono a capire gli effetti sullo spread e quindi sui tassi d’interesse e di conseguenza sul risparmio delle famiglie e delle imprese, di una politica di … tafferugli, proclami, annunciazioni… Quanto all’Europa, saremmo più poveri senza l’Ue, mentre la tensione sui tassi d’interesse è stata finora attutita dalla disponibilità di liquidità sul mercato, ma gli effetti cominciano a farsi sentire, sui crediti alle piccole imprese dove si registrano alcuni irrigidimenti. E questa non è una bella notizia…

. “Il rischio di un’espansione restrittiva – continua il governaore – non è da sottovalutare; l’effetto espansivo di una manovra di bilancio può essere più che compensato da quello restrittivo legato all’aumento del costo dei finanziamenti per lo Stato e per l’economia». Vuol dire che non si può pensare di fare crescita con ulteriore deficit determinando la reazione dei mercati finanziari e di conseguenza l’aumento della spread e quindi la crescita degli interessi sul debito pubblico e la distruzione di risparmio, che di fatto annullerebbero una manovra espansiva finanziata col deficit.

 

 

Per Visco in pratica per «un aumento duraturo del tasso di crescita servono interventi profondi sulla composizione di spesa ed entrate. Uno spazio più ampio andrebbe destinato, più che a sussidi e trasferimenti (il riferimento è al reddito di cittadianza) a programmi maggiormente in grado di stimolare l’attività economica». Significativo inoltre il passaggio delle Considerazioni in cui il governatore si sofferma sul Mezzogiorno e le nuove migrazioni di giovani. In ultimo il rilievo “sull’’incapacità di attirare forze di lavoro qualificate dall’estero e dal rischio concreto di continuare anzi a perdere le nostre risorse più qualificate e dinamiche”. In pratica importiamo mano d’aopera a bassissimo costo ed esportiamo i cervelli… Il paese risulta sempre più povero e incapace di far fronte alle proprie debolezze strutturali. Servono, per Visco,”una composizione del bilancio pubblico più orientata verso misure a sostegno del lavoro e dell’attività produttiva, una strategia rigorosa e credibile per la riduzione dell’incidenza del debito pubblico, un disegno di riforme strutturali di ampio respiro, volto a rimuovere gli ostacoli di natura burocratica e amministrativa alla concorrenza, agli investimenti in capitale fisico e in capitale umano possono contribuire a un ritorno a tassi di crescita più elevati e ristabilire la fiducia nel mercato dei titoli pubblici. Un’efficace azione di contrasto dell’evasione, nell’ambito di un’ampia riforma fiscale, potrà facilitare questo processo.

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