Li abbiamo degustati al Ristorante Il Ceppo assieme a piatti pensati per esaltarne il gusto in una esperienza sensoriale dai profumi intensi
Sono ricchi di sfumature e molto godibili i vini di Bolgheri in Toscana. Fino dalla fine del 1800 il bisnonno di Stefano Billi, Giulio Batistoni, mezzadro dei conti Della Gherardesca, lavorava i vigneti di Zizzolo e Guarda Boschi, nella zona bolgherese alla prima riforma agraria a Giulio venne data la possibilità di riscattare il Vigneto di Zizzolo e divenirne il proprietario: erano 1,6 ettari. Il giro di boa nel 1998 quando Stefano Billi raccoglie l’eredità familiare. A lui si unisce la moglie Silvia Menicaglie, e oggi sono 15 gli ettari di terreno, di cui 9 vitati e 2 coltivati a olivo, gli altri destinati ad alberi da frutta. Una bella tenuta nel cuore di Bolgheri, che per posizione geografica gode di un clima temperato dalla vicinanza del mare e regale ai produttori di vino profumi intensi e floreali. “Viviamo e lavoriamo la vite”, è la filosofia della cantina Fornacelle. Ogni vite ha una sua peculiarità e viene trattata distintamente nella potatura, nella selezione dei grappoli, nel diradamento fogliare e in vendemmia. Questa cura dettagliata e individuale può essere condotta soltanto dal produttore, che conosce tutta la storia del vigneto.«I nostri sono vini territoriali, noi effettuiamo personalmente l’attento lavoro in vigna. Ricerchiamo una minor produttività a favore di una qualità sempre migliore”, spiega Silvia Menicagli.
In cantina prosegue questo lavoro paziente: per ogni tipologia di vino si utilizza il metodo di vinificazione e di invecchiamento più appropriato, con vari tipi di tini (acciaio e cemento) e di barriques di rovere francese selezionate.
La vinificazione deve assecondare e seguire le inclinazioni delle uve di un particolare vigneto.
“ Alcuni vini vengono prodotti soltanto nelle annate eccellenti- afferma – ci proponiamo di cercare di trovare sempre il giusto equilibrio nelle coltivazioni e nelle produzioni riducendo al massimo gli interventi esterni”.
“Vogliamo creare vini di territorio che riflettano il carattere del nostro lavoro, identificandoci come azienda.
Noi viviamo e lavoriamo in azienda. Vita e vite sono tutt’uno”.
Abbiamo assaggiato i vini Fornacelle presso il Ristorante il Ceppo, a Roma. Il Vermentino doc che in cantina costa 9 euro al pubblico, ha aperto le danze accompagnato da un Flan di crescione accompagnato da cacione al forno. E’ stata poi la vota del Fornacelle 2017, (prezzo al pubblico 12 euro) cui ha fatto seguito lo Zizzolo Rosso 2017 che viene venduto a 13 euro.
La crema di fagioli Zolfino e vela di pane e foglia di basilico ha fatto da sfondo alla degustazione del Bolgheri Superiore 2015, mentre i Ravioli con cacio e pepe in crema di zucchine al burro hanno esaltato il gusto del Foglio 38 2015, un Bolgheri Superiore Cabernet Franc in purezza ha acompagnato un Misto di carne di vitello battuto, costolette di agnello su letto di cicoria.
La tenuta ospita anche 2 ettari di uliveti da cui produce olio di oliva extravergine.
Subito dopo si è degustato il Merlot 2016 in purezza Erminia di cui sono state prodotte 3 mila bottiglie nel 2016, 2 mila nel 2015.
In tutto abbiamo degustato otto vini chiudendo con un passito Vincenzino 2016, vendemmia tardiva di Fiano di Avellino, accompagnato da un Freddo di frutti della passione su fava tonca con mango aromatizzato al cioccolato bianco.
La cantina produce vini bianchi e rossi. Un vermentino doc, molto apprezzabile e uno Zizzolo in 12 mila bottiglie. L’annata 2018 – spiega Silvia Menicagli – è stata più equilibrata di quella precedente e questo si è riflesso anche sul vino”. Nel complesso “una bella vendemmia, una bella annata, equilibrata, buona, in cui – prosegue – abbiamo recuperato quel 25% circa di produzione che avevamo perso nel 2017”.
In generale i vini Fornacelle risultano “molto eleganti”. La cantina produce anche un Merlot in purezza: Erminia, un Bolgheri Superiore: Foglio 38 a base di Cabernet Franc in purezza, un vino più godibile nel tempo di 14 gradi e anche un passito denominato Vincenzino, che è un Fiano di Avellino in purezza, oltre al Guardia Boschi rosso Superiore.
La regione vitivinicola di Bolgheri, attualmente è una delle più rinomate della Toscana.
In questa zona la vocazione enologica affonda le sue radici nell’antichità, già gli etruschi producevano vino in queste zone.
L’esplosione di notorietà, però si è avuta negli ultimi 50 anni grazie ad un’intuizione del marchese Incisa della Rocchetta Tanaro (Sassicaia) e del suo enologo Giacomo Tachis, che dettero il via alla rivoluzione ampelografica bolgherese, sostituendo la coltivazione di Sangiovese, il vitigno più diffuso in Toscana, con le varietà tipiche della zona di Bordeaux (Cabernet e Merlot).
Questa zona gode di un clima particolare, per la maggior parte dell’anno mite, grazie all’efficace protezione di una catena di colline che corre parallela al mare verso nord/est, e grazie all’influenza del mare, che con le sue brezze estive, impedisce un eccessivo innalzamento termico, oltre che portare una preziosa salinità, che rende il vino molto particolare.
Anche l’escursione termica, tra giorno e notte è ideale e contribuisce a rendere una maggiore intensità aromatica.
Siamo in una zona marina, con rilievi di modesta altezza. Il tipo di terreno è eterogeneo, varia anche a minime distanze. Si presenta sassoso e calcareo, di medio impasto con presenza di ciottoli, ma anche franco sabbioso. Questa varietà di composizione conferisce ai vini una notevole complessità, e li rende intensi, di grande carattere e ricchi di variegate sfumature.
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