E’ vero, gli gnocchi sono coccolosi…. quando si portano in tavola nascondono sempre un gesto di dono, di affetto… Insomma, non è proprio come servire un piatto di spaghetti non so perchè ma è qualcosa di più. Fare gli gnocchi è più facile di quanto possa sembrare. Ci vuole solo un pò di pazienza in più. E poi qualche utensile un pò speciale, come ‘a cernigghia’, un cestino sul cui retro si passano gli gnocchi uno per uno per “disegnarli”, di antico sapore contadino, emblema della tradizione calabrese che può essere sostiuito con i rebbi di una forchetta per creare gli gnocchi, o anche solo con le dita. La scelta delle patate e’ indispensabile… Se non si trovano quelle di Avezzano è meglio, vanno bene quelle silane o comunque di montagna, quelle rosse perchè non devono essere troppo acquose, ma anche in questo caso il segreto è quello di aggiungere un pò più di farina. Ecco la ricetta… E buon appetito!
INGREDIENTI
1 kg di patate di Avezzano
300 gr di farina
1 uovo
sale
PER IL SUGO
500 gr di spuntatura di maiale
4 salsicce di Norcia
700 gr di pelati (o di pomodorini pachino)
sale
pepe nero
basilico
aglio
cipolla
olio evo
parmigiano
pecorino romano
peperoncino
(nduja)
VINO IN ABBIANMENTO: MATER MATUTA CASALE DEL GIGLIO 2019
Il nome “Mater Matuta” deriva dall’antica divinità italica, dea dell’aurora, protettrice della vita nascente e della fertilità.
Il culto di questa divinità era assai diffuso nell’Italia Centrale e le fu dedicato il famoso tempio dell’antica città di “Satricum”, presso Le Ferriere (Latina).
Syrah (85%) e Petit Verdot (15%)*.
Le uve per entrambe le varietà vengono raccolte in ottimo stato di maturazione, talvolta leggero appassimento per il Syrah.
La vinificazione prevede per i due vitigni tecniche diverse.
Il Syrah fermenta con lieviti indigeni secondo la tecnica del cappello sommerso per un periodo di 18–20 giorni, durante i quali avvengono periodici “délestage” soprattutto nelle fasi iniziali.
Il Syrah conferisce così al Mater Matuta complessità e carattere, con tannini dolci e profumi intensi di marasca e spezie.
Per il Petit Verdot invece, la vinificazione avviene mediante l’uso di follatori che consentono la massima estrazione di tannini e sostanze polifenoliche. Rubino cupo, densissimo; al naso spiccano sentori balsamici, poi caffè scuro in grani, viola e marasca matura.
Emerge, infine, una forte speziatura di coriandolo, noce moscata e cannella.
Bocca che avvolge e seduce grazie ad una trama tannica perfetta e ad una ben integrata freschezza.
Finale fruttato e persistente.
Per il condimento
Mettere in una terrina, meglio se di coccio l’olio evo, la cipolla a fettine e l’aglio, fare rosolare, aggiungere la carne di maiale girarla da tutti i lati e poi aggiungere le salsicce che saranno precedentemente bucherellate con una forchetta. Per chi non ama il sugo troppo grasso, le salsicce possono essere messe a cuocere preventivamente in acqua calda, per togliere un pò di grasso prima di inserirle nel sugo. Aggiungere poi i pelati, il pepe nero, il sale, il peperoncino e per gli amanti del gusto piccante un pò di nduja, eccellenza della cucina calabrese, apprezzata in tutto il mondo: si produce con gli scarti della lavorazione del maiale. Fare cuocere a fuoco lento per almeno 40-50 minuti, aggiungere il basilico.
Impiattare gli gnocchi e condire aggiungendo a piacere il parmigiano o il pecorino romano grattugiati, o a scelta un mix di entrambi. E buon appetito!
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