WINE/ CHAMPAGNE MON AMOUR

Tre vitigni: Pinot Noir, Pinot Meunier e Chardonnay e un unico assemblaggio, un perlage che prende il nome di una regione della Francia, dove il terreno è ricco di gesso e conferisce le sue caratteristiche minerali al vino: è le methode champenoise o classico, la rifermentazione in bottiglia dei vini che fa dello Champagne l’amore assoluto grazie al gusto delle donne.

 

 

Perchè grazie alle figure femminili come Madame Lily Bollinger e Barbe-Nicole Ponsardin, meglio nota come la “vedova” Clicquot, che si può godere oggi lo Champagne. Si degusta con tutti i sensi: con la vista si può godere il colore limpido e brillante, le bollicine fini e luminose che si alzano lungo il calice, il perlage di catenelle che salgono dal fondo del bicchiere mentre l’olfatto si inebria dei profumi, prima ancora che il palato sia rapito definitivamente dai sapori. Le donne lo preferiscono, basta vedere il film Vacanze Romane, dove una splendida Audrey Hepburn accanto a Gregory Peck lo ordina in un bar del centro, vicino al Pantheon a colazione. Il cinema regala tanti ciak con il bicchiere di champagne in mano nell’atto di brindare.

 

 

Oggi è la terza bibita più diffusa al mondo, dopo l’acqua e la Coca Cola. Nel tempo, nel tempo mentre i sovrani francesi ne ricevevano dagli abitanti una cospicua quantità in omaggio, il Re Sole decise di eleggere lo Champagne per le incoronazioni. Fu anche considerato un vino “proibito” dei cafè chantal, e infine divenne il brindisi degli “snob”. Finchè tutto il mondo alla fine capitolò dietro le bollicine francesi, fintantochè perfino Louse Pommery  fu capce di sfidare il mondo del vino per innovare lo Champagne con il primo brut millesimato della storia.

Va servito tra i sette e i 10 gradi. Non è la coppa il bicchiere giusto ma il calice, o la flute.

 

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